Xylella fastidiosa

La Xylella fastidiosa è un batterio agente patogeno della nota malattia denominata complesso del disseccamento rapido dell’olivo (CDO o CoDiRO). Il batterio in questione è stato riscontrato per la prima volta in Italia nella regione Puglia e in particolare nel territorio del Salento nell’estate dell’anno 2013 anche se si ritiene che le prime segnalazioni risalgano al 2011.

Il batterio insieme ad altri miceti provoca un disseccamento iniziale delle foglie che nei casi più gravi comporta la morte della pianta. La diffusione di X. fastidiosa avviene in prevalenza tramite insetti come il rodilegno giallo (Zeuzera pyrina) e la cicalina denominata anche sputacchina di cui esistono diverse specie. Le piante interessate oltre all’Olivo sono anche altri fruttiferi come il pesco il mandorlo, la vite e molte delle varietà di agrumi.

Il batterio Xylella fastidiosa provoca diverse fitopatie conosciute con i nomi di: Malattia di Pierce, bruscatura fogliare infettiva e clorosi variegata degli agrumi (CVC dall’inglese Citrus Variegato Clorosi)  tali malattie sono dovute a diversi ceppi del batterio.

Descrizione

Xylella fastidiosa è un batterio fitopatogeno non sporigeno diffuso in prevalenza nelle zone subtropicali e tropicali del pianeta. Appartiene alla famiglia delle Xanthomonadaceae. La scarsa capacità del batterio di sopravvivere a basse temperature non deve indurre nell’errore di considerare la sua assenza in zone a clima più freddo in quanto tale organismo può tranquillamente risiedere all’interno di vettori quali insetti i quali a loro volta possono annidarsi in ambienti chiusi e con temperature controllate.

La sua presenza è stata riscontrata in diversi stati tra cui California, Florida, Canada, Argentina, Venezuela, Brasile, Messico e Perù e più di recente in Italia. In altri stati europei la sua presenza è incerta in quanto si ritiene che la segnalazione fatta in Francia intorno all’anno 2012 dopo opportune analisi non abbia trovato un riscontro certo.

Il batterio risulta avere una variabilità genetica molto accentuata, attualmente sono riconosciute alcune sottospecie, tra queste:

  • subsp. piercei
  • subsp. nov
  • subsp. multiplex
  • subsp. pauca
  • subsp. sandyi

Perché una delle malattie provocate dal batterio viene chiamata complesso del disseccamento rapido dell’ulivo? Semplicemente per il fatto che il batterio è trasportato da diversi ospiti chiamati vettori come ad esempio il rodilegno giallo (Zeuzera pyrina). Altri organismi come diversi miceti possono provocare sintomi simili, tra questi i più importanti sono:

  • Phaemoniella spp.
  • Phaeoacremonium parasiticum
  • Phaeoacremonium rubrigenun
  • Phaeoacremonium aleophilum

Phaeoacremonium alvesii

Altri insetti vettori sono:

  • Philaenus spumarius
  • Euscelis lineolatus
  • Neophilaenus campestris
  • Homalodisca vitripennis
  • Diverse altre cicaline chiamate comunemente Sputacchine
  • Cercopidi

In questi vettori il batterio si annida per essere trasportato alla pianta ospite dove può svolgere la sua azione. Il contagio di questi vettori avviene attraverso l’apparato boccale succhiante degli insetti. Questa serie di cause viene definita quindi complesso del disseccamento rapido dell’ulivo.

Piante colpite

Le piante colpite dal batterio Xylella fastidiosa sono molte, oltre alle specie da frutto importanti per il reddito e l’agricoltura ci sono diverse piante ornamentali e piante spontanee dove il batterio può annidarsi, gli insetti vettori risultano essere polifagi si nutrono quindi della linfa di diverse specie vegetali. Di seguito le specie più importanti colpite divise a seconda della tipologia. Al momento (anno 2015) sono 150 le specie interessate molte delle quali considerate infestanti.

Piante da frutto

  • Olivo
  • Pesco
  • Nettarina
  • Albicocco
  • Mandorlo
  • Susino (Prunus domestica)
  • Ciliegio
  • Gelso
  • Vite
  • Agrumi

Piante ornamentali e spontanee

  • Oleandro
  • Quercia (non certa)
  • Olmo
  • Platano
  • Acero
  • Sorgo selvatico (Sorghum alepense) (non certa)
  • Portulaca oleracea (non certa)

Ciclo di vita

L’attacco del batterio avviene presumibilmente quando le condizioni di temperatura sono comprese entro un certo intervallo, si stima da 25° a 30° temperature superiori o inferiori ne limitano di molto l’attività.

La riproduzione del batterio avviene all’interno dei vasi xilematici (presenti nei vari strati del legno) ostruendo il passaggio della linfa. Il batterio riesce a vivere in un ambiente aerobico necessita quindi di ossigeno per vivere. Il suo spostamento all’interno dei vasi xilematici avviene in maniera ascendente ma può avvenire seppure in modo più lento anche in modo discendente arrivando quindi all’apparato radicale della pianta.

Il batterio si diffonde in prevalenza grazie agli insetti che si nutrono di linfa xilematica come i rodilegni, tuttavia la sua presenza non si riscontra in tutti gli stati di crescita dell’insetto, si ritiene quindi che il batterio venga debellato tra una muta e l’altra. La diffusione del batterio può avvenire anche grazie all’intervento umano nelle operazioni più comuni come le pratiche di innesto che interessano il contatto con gli strati interni del legno e le parti verdi della pianta. Per questo motivo è bene diffidare dell’utilizzo di materiale vegetativo (varietà provenienti dall’estero) che non hanno una vera e propria certificazione, preferire sempre varietà locali provenienti da fonti fidate ed esenti da virosi e altre patologie.

Danni

I danni non sono immediatamente visibili al momento del contagio. Le piante a seconda della specie possono manifestare i sintomi dopo alcune settimane e in alcuni casi anche dopo anni. Le parti interessate sono foglie, legno negli strati interni, rami giovani, branche di età avanzata e radici.

Il batterio ostruisce i vasi xilematici producendo una sorta di gel limitando così l’afflusso di acqua e nutrimento dall’apparato radicale al tronco, ai rami e al fogliame della pianta. I sintomi cominciano a manifestarsi nel periodo estivo quando la marcata esigenza idrica delle piante e il calore inducono un maggiore afflusso di acqua alle foglie.

Sulla pianta di Olivo

I danni riportati dalla Xylella fastidiosa a carico degli ulivi si possono facilmente individuare in quanto la parte aerea della pianta presenta dei disseccamenti che possono essere localizzati ad una parte ristretta come ad esempio una grossa branca o un ramo oppure estesi a gran parte della chioma o interessare tutta la stessa.

Le foglie della pianta di olivo si presentano inizialmente disseccate ai margini e nella parte apicale dopodiché necrotizzano totalmente. Un altro sintomo importante che la malattia comporta è a carico del legno soprattutto negli strati più interni dove è possibile osservare degli imbrunimenti, questi segnali si riscontrano sia nel tronco, quindi nelle branche più sviluppate che nei rami più giovani e sottili. Dopo analisi di laboratorio su piante infette è stata riscontrata la presenza del batterio anche nell’apparato radicale.

Danni su altre piante

I danni su altre piante sono molto simili a quelle descritte per l’olivo. Le foglie cominciano a disseccare all’apice e/o ai margini assumendo una colorazione rosso ruggine. Possono essere interessate sia parti localizzate della chioma che tutta la parte vegetativa in casi di grave infezione.

Le piante colpite manifestano un ritardo nella crescita e nella ripresa vegetativa nella primavera successiva, in casi gravi l’intera pianta muore. Non tutte le piante manifestano subito i sintomi e alcune di esse possono continuare a vegetare senza presentare alcun problema.

Metodi di difesa

Per l’unione europea il batterio X. fastidiosa è un organismo da quarantena, ciò significa che una volta individuato sulla pianta e in seguito all’accertamento del servizio fitosanitario regionale, gli esemplari colpiti devono essere distrutti in modo da bloccare la diffusione dell’agente patogeno. Tuttavia la controversa questione sul da farsi impone tassativamente di rivolgersi al servizio fitosanitario locale se si hanno sospetti di presenza o si è individuata tale patologia.

I metodi di lotta diretta e di difesa contro la Xylella fastidiosa si sono rivelati inefficaci nella maggior parte dei casi e per questo motivo l’unico metodo che sembra avere un risultato veramente efficace, si parla sempre di basse probabilità di contagio, è la prevenzione attraverso l’uso di buone pratiche agronomiche.

I rimedi efficaci per limitarne la diffusione sono diversi ma non sempre si rivelano definitivi anche perché l’eziologia di tale malattia non è ancora del tutto chiara.

Prima di tutto la cosa più importante da fare è la difesa contro i parassiti e le malattie delle piante sia di quelle da reddito quindi dei fruttiferi che quelle ornamentali. Si dovrà provvedere alla lotta e ai metodi di prevenzione contro l’infestazione degli insetti rodilegno più comuni, per l’olivo in particolare si presterà attenzione al rodilegno giallo. I trattamenti andranno fatti con delle scadenze ben precise, bisogna però ricordare che l’andamento climatico influisce non poco sulla presenza e l’attività dei vari parassiti. A tal fine può essere utile la sezione dei lavori del mese per le piante da frutto in modo da realizzare un primo calendario di trattamenti da fare sulle piante.

Secondariamente si dovrà provvedere a sterilizzare la strumentazione di lavoro soprattutto per gli strumenti di taglio per la potatura anche se non è strettamente necessario, così facendo però si può evitare l’inoculo di altri agenti patogeni.

Lotta agli insetti vettori della Xylella fastidiosa

Siccome le cicaline insieme ai rodilegno risultano essere i vettori principali di questa malattia è bene effettuare i dovuti trattamenti per debellarli.

I prodotti e le sostanze attive che possono essere utilizzati come terapia e con efficacia accertata in particolare sulle piante di olivo sono:

  • Azadiractina (ammesso in agricoltura biologica gazzetta ufficiale anno 2012)
  • Buprofezin
  • Dimetoato
  • Deltametrina (Piretroide)
  • Lambda cialotrina (Piretroide)
  • Imidacloprid

Pratiche agronomiche importanti

Oltre i rimedi appena descritti ci sono una serie di accorgimenti che è possibile adottare e che rientrano fra i trattamenti e le terapie ritenute basilari come pratiche di prevenzione nei confronti del batterio.

La gestione del suolo può essere un aiuto efficace, ad esempio è importante ridurre le perdite di acqua per evaporazione del terreno aumentandone al contempo la macroporosità e favorirne un buon arieggiamento. La pratica del diserbo è un’altra operazione importante in quanto è stato dimostrato che il batterio si annida su molte specie selvatiche considerate infestanti. Infine la rimozione degli scarti di potatura tramite bruciatura andrebbe eseguita in quanto eventuali parassiti possono annidarsi tra le ramaglie, al riguardo comunque vigono normative comunali ed è meglio fare riferimento ad esse per non incorrere in problemi.

Per la potatura in se è necessario attuare le norme basilari come praticare i tagli in giornate asciutte quando l’umidità non è elevata e seguire tutti gli accorgimenti necessari come la protezione dei tagli più grossi con prodotti specifici. Per approfondire l’argomento potatura consultare l’articolo potatura olivo.

Approfondimenti

Bibliografia

  • Malattie e parassiti delle piante da Fiore, ornamentali e forestali, AA. VV. – Edagricole
  • F. Nigro, D. Boscia, I. Antelmi and A. Ippolito. 2014. FUNGAL SPECIES ASSOCIATED WITH A SEVERE DECLINE OF OLIVE IN SOUTHERN ITALY. Journal of Plant Pathology 95 (3), 668

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