Tumore batterico, Agrobacterium tumefaciens

Descrizione

Il tumore batterico è una malattia provocata dal batterio Agrobacterium tumefaciens, si manifesta in modo aggressivo su diverse specie di piante sia di interesse ornamentale che alimentare.

Piante colpite

Le piante vittime del tumore batterico sono molte, tra le più importanti a livello economico troviamo le Drupacee come albicocco e pesco, le Pomacee, la vite, il nocciolo tutte le maggiori piante appartenenti alla famiglia delle Rosaceae coltivate a fini ornamentali, e diverse piante arbustive ed erbacee.

Ciclo di vita

L’inoculo del batterio avviene tramite le parti danneggiate della pianta, principalmente dai tagli di potatura o dagli scosciamenti naturali che avvengono grazie all’azione dei forti venti, delle intense nevicate o ai danni che si registrano in seguito a violenti temporali o grandinate.

Ogni danno meccanico inferto alla corteccia e agli organi aerei della pianta può essere un potenziale punto di inoculo del batterio che una volta penetrato all’interno raggiunge facilmente i punti sensibili della pianta.

Danni

I primi sintomi si possono riscontrare visibilmente sul colletto delle piante e, limitatamente alle operazioni di impianto o espianto, sull’apparato radicale. Su questi organi sono ben visibili ammassi tumorali, ingrossamenti e deformazioni.

Sulla pianta di vite questi sintomi si possono osservare anche sui tralci e non è raro trovare ingrossamenti anche sul tronco di piante arboree adulte. Questi ingrossamenti sono il risultato di ipertrofia e iperplasia dei tessuti della pianta, rispettivamente aumento del volume delle cellule e aumento del numero di cellule. I tessuti manifestano ali sintomi dopo l’emissione da parte del batterio di alcune particolari sostanze.

Al momento della formazione degli ingrossamenti questi hanno un colore chiaro tipicamente sul giallo e una consistenza non troppo dura, con il passare del tempo e con l’aumentare delle dimensioni il colore di queste masse diviene sempre più scuro passando prima per il marrone e poi arrivando ad un colore nero. Allo stesso tempo anche la consistenza diviene sempre più dura quasi legnosa.

Solitamente le masse tumorali che si formano sulla parte ipogea della pianta si possono disgregare specialmente se molto vecchie, tuttavia alla ripresa vegetativa della pianta la loro formazione inizia nuovamente.

I danni maggiori oltre quelli estetici si hanno a livello di salute della pianta. I tumori che si formano sulle radici impediscono in parte l’assorbimento di nutrienti della pianta portandola ad un progressivo indebolimento. Anche i tumori che si formano alla base del colletto impediscono parzialmente l’afflusso dei nutrienti alla parte aerea.

Queste problematiche insieme favoriscono l’attacco di altri patogeni di tipo diverso, la pianta con poche energie non riesce a resistere ai numerosi attacchi indebolendosi sempre più.

Metodi di difesa

Per poter effettuare una lotta efficace contro il tumore batterico bisogna attuare un insieme di tecniche atte a fornire alla pianta le migliori condizioni di crescita e il minor numero possibile di stress.

Innanzi tutto bisogna provvedere a fornire alla pianta una posizione adatta per lo sviluppo, effettuare periodicamente dei controlli sullo stato di salute degli organi aerei, controllare l’umidità del terreno e soprattutto limitare al massimo la presenza di altri parassiti.

Con queste tecniche di prevenzione è possibile mantenere la pianta in salute e fare in modo che i suoi livelli naturali di protezione siano sempre al massimo, in questa situazione la pianta è naturalmente capace di resistere all’attacco del batterio.

Un’altra tecnica preventiva è quella di evitare la coltivazione di specie sensibili sullo stesso appezzamento di terreno specialmente se prima vi sono state piante colpite da tumore batterico. La coltivazione sullo stesso appezzamento di terra si può effettuare mediante la fumigazione tramite bromuro di metile da far praticare a personale specializzato.

Se si prevede di impiantare un frutteto è bene essere sicuri che non vi sia la presenza dell’agente eziologico responsabile del tumore batterico, per la verifica è possibile impiantare dei giovani astoni di fruttiferi come melo o pero e verificarne dopo un anno la presenza di tumori sull’apparato radicale.

Pratiche da mettere in atto a livello agronomico

Oltre alle già descritte metodologie per la prevenzione è possibile mettere in atto ulteriori pratiche agronomiche utili per limitare la possibilità di inoculo del batterio:

  • Disinfezione delle attrezzature da taglio con prodotti a base di ipoclorito di sodio o sali quaternari.
  • Disinfezioni dell’apparato radicale al momento dell’impianto con prodotti rameici.
  • Evitare danneggiamenti all’apparato radicale durante le operazioni di zappatura nell’interfilare.

Nemici naturali

Diversi studi dimostrano come l’utilizzo di una soluzione composta da Agrobacterium tumefaciens K84, un particolare ceppo del batterio, somministrata sull’apparato radicale delle piante sensibili possa mantenere immuni queste ultime dall’attacco del batterio responsabile dei tumori.

Attualmente però questi studi non hanno ancora trovato un applicazione pratica, i metodi principali di lotta restano quindi quelli preventivi.

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