Descrizione
Il Susino, Prunus domestica è un fruttifero appartenente alla famiglia delle rosacee. Il termine susino in verità raggruppa diverse specie tra cui anche Prunus insititia.
La coltura è molto diffusa in Italia, la produzione annua media si attesta sulle 180.000 tonnellate, di cui circa 40.000 esportate. Le regioni maggiori produttori di susine in Italia sono: Emilia Romagna, Campania e Lazio (fonte: CSO, 2013).
La pianta di susino ha un portamento assurgente, con una chioma che tende a svilupparsi verso l’alto si adatta in modo ottimale alle forme di allevamento a fuso e a fusetto.
La fioritura avviene nel periodo primaverile, i fiori possono essere di colore bianco o leggermente rosati.
I frutti si formano sulle ramificazioni nel periodo che va da luglio a settembre o anche prima a seconda della cultivar, la precocità maturazione dipende dalla varietà scelta. Il frutto del susino è una drupa con buccia liscia e con un grosso nocciolo all’interno. L’utilizzo dei frutti chiamate susine è molto vario, vengono impiegati oltre che come frutta secca per la preparazione di confetture e gelatine, molto conosciute sono le prugne secche ottenute tramite un processo di essiccamento.
Una pianta adulta di susino riesce a produrre come quantità massima 50-60 kg di frutti.
La coltivazione del susino viene fatta sia come pianta da piccolo frutteto che in monocoltura, i frutti vengono poi venduti sul mercato.
Cultivar e Varietà di Susino
Essendo una pianta molto diffusa le varietà sono molte e adatte a tutte le situazioni. Le differenze tra pianta e pianta sono principalmente nei frutti dove si possono riscontrare forme e colori differenti ma anche la loro grandezza è un fattore di classificazione così come la consistenza della polpa.
I susini però si dividono anche in due grandi gruppi: Susini europei e Susini Cino-Giapponesi questi ultimi però vengono da alcuni autori classificati in un altra specie che non descriveremo in questo articolo anche perché le cure colturali sono identiche per tutte le varietà. Le cultivar di susini Cino-giapponesi sono caratterizzati da una precoce messa a frutto e da un rapido sviluppo delle piante nonché da una rapida entrata in produzione.
Alcuni ampliano i gruppi inserendo i susini Americani e i susini Euro-asiatici.
Non tutte le cultivar sono autofeconde, alcune infatti possono risultare autosterili e per questo motivo è necessaria la presenza di cultivar impollinatrici.
Di seguito le varietà più diffuse e conosciute:
- Anna Spath
- Angeleno
- Black gold
- Blue Rock
- Bluetit
- Burbank
- Cabridge Gage
- Damaschine
- Early Laxton
- Exxcalibur
- Florentia
- Mirabelle
- Oblnaja
- Opal
- Regina Claudia
- Santa Clara
- Shiro
- Stint
Cultivar tardive
- Santa rosa
- Golden Transparent
- Purple gage
- Washington
Portainnesti
I portinnesti del susino sono vari, permettono di contenere le dimensioni delle piante ma anche di adattarsi al meglio ai vari tipi di terreno. Tra quelli più diffusi c’è ovviamente il franco che risulta essere il più vigoroso, il Mirabolano, il St. Julien A (o San Giuliano A) che ha una vigoria media e il nanizzante ‘Pixy’. Altri portinnesti sono il Brompton, Adesoto, Ishtara, Jaspi, Junior e Marianna.
Nella tabella di seguito le dimensioni massime raggiunte dai portainnesti e i sesti di impianto da rispettare al momento dell’impianto.
Portainnesto | Forma di allevamento | Distanza tra le file |
Distanza tra le piante | Altezza massima |
Franco | Cespuglio | 7m | 7m | 6m |
Mirabolano B | Fusto medio | 6m | 7m | 4m |
Brompton | Fusto medio | 5,5m | 7m | 4m |
Pixy | Piramide | 2,5m | 4m | 3m (media) |
St Julien A | Piramide | 4m | 6m | 5m |
St Julien A | Palmetta | — | 5-5,5m | — |
Mirabolano | Fusetto | 4m | 1,5m | — |
Periodo di impianto
L’impianto del susino viene effettuato nel periodo autunnale e prima degli inizi dei freddi intensi.
Esigenze colturali
La pianta di susino è piuttosto rustica, nel periodo di dormienza invernale tollera senza problemi temperature che arrivano oltre i -15 gradi.
Tipo di terreno
Il susino riesce a vegetare senza troppi problemi nei terreni argillosi e compatti purché privi di ristagni idrici. I migliori risultati si hanno in un terreno ricco di sostanza organica, di medio impasto e con una buona umidità.
Il susino si adatta anche a terreni calcarei grazie all’impiego dei vari portainnesti. Il pH tollerato dalla pianta va da 5 a 8,5 si può coltivare quindi in terreni acidi e in terreni basici senza problemi, è necessario però scegliere un portainnesto adatto.
Esposizione
Il susino si adatta bene ad esposizioni in pieno sole dove può avere il massimo rendimento nella produzione di frutti. Ha un buon grado di adattamento e riesce a vegetare senza troppa difficoltà sia nei climi temperati che in quelli caldi e siccitosi. Tuttavia mal sopporta i ritorni di freddo in fase di fioritura soprattutto le cultivar molto precoci, è necessario dunque scegliere oculatamente le piante che vengono coltivate in funzione del luogo.
La coltivazione del susino viene condotta in pianura e in zone collinari fino agli 800-900 metri. Per un esposizione ottimale delle piante al sud si può orientare il frutteto a ovest oppure a nord. Al nord è meglio scegliere posizioni riparate ma ben arieggiate e ben esposte al sole.
Le esigenze in fatto di temperatura richiedono che la pianta nel periodo di riposo vegetativo venga esposta ad un minimo di 700 ore di vernalizzazione in cui la temperatura deve essere al disotto dei 7 gradi.
Tecnica di impianto
Il Susino può essere innestato su diverse tipologie di portainnesto, i più comuni sono il Mirabolano e il mandorlo amaro e il susino selvatico o franco. L’innesto sulle piante si esegue in agosto, il metodo utilizzato è la gemma vegetante; le piantine potranno essere messe a dimora nell’autunno dello stesso anno.
Se si sceglie di coltivare da se i portainnesti sarà necessario preparare un piccolo vivaio in una zona del proprio terreno in modo da poter far sviluppare i portainnesti. Si effettuano le lavorazioni al terreno effettuando un aratura profonda a circa 40cm e una successiva zappatura di affinamento. Si distribuirà del concime animale ben decomposto in modo da fornire al terreno una buona dotazione di nutrienti.
Dopodiché nel periodo autunnale si potrà procedere alle semina, la germinazione avverrà entro la primavera. Le giovani piantine dovranno essere allevate con cura fino al secondo anno dopo il quale saranno pronte per ricevere l’innesto. Le cure abituali sono il diserbo e le innaffiature. Per l’innesto si utilizzeranno soltanto le piantine sane e ben sviluppate è quindi necessario effettuare una semina maggiore di piante per sceglierne poi soltanto le migliori.
Le piante innestate o gli astoni presi in vivaio possono essere coltivati direttamente nell’autunno dello stesso anno. Prima dell’impianto si procede allo scavo della buca profonda e larga circa 60-70cm,ai lati di essa vengono distribuiti circa 25 kg di letame maturo. Le piante a radice nuda ma anche quelle in zolla possono avvantaggiarsi della pratica dell’inzaffardatura che consiste nel mantenere le radici a contatto con acqua e argilla, questo favorisce il successivo attecchimento delle radici.
I sesti di impianto variano a seconda del tipo di portainnesto scelto, della forma di allevamento e dalla fertilità del terreno. Le piante allevate a vaso vanno distanziate di 5 m tra le file e tra i singoli esemplari in terreni di media fertilità. Nei terreni molto fertili le distanze si accorciano a 4 metri tra le file e 3,5 m tra le piante. Per i dettagli fare riferimento alla tabella del paragrafo portainnesti.
Accorgimenti colturali
Come già accennato nella descrizione dell’impianto i giovani esemplari di susino avranno bisogno fin da subito di accorgimenti colturali. Anche dopo la messa a dimora sarà necessario provvedere al diserbo eliminando le piante infestanti e mantenendo pulito l’interfilare.
Se si preferisce si può mantenere l’interfilare coltivato utilizzando piante da sovescio che verranno falciate periodicamente per fornire alle piante un ulteriore apporto di nutrienti. Tuttavia l’inerbimento permanente del terreno nel frutteto di susino è sconsigliato soprattutto se non si dispone di un impianto di irrigazione automatizzato in tal caso si può provvedere senza problemi alla copertura con prato.
Per le giovani piante è opportuno interrare un sostegno che servirà per guidare il tronco nella giusta direzione di crescita e sostenere la pianta fino a che non avrà formato un apparato radicale robusto. Il palo andrà poi eliminato dopo il quarto o quinto anno. Per i portainnesti nanizzanti invece è necessario mantenerlo e rinnovarlo ogni 5-7 anni in caso si utilizzi un palo in legno.
Una pratica comune a cui si sottopongono le piante è quella del diradamento dei frutticini. Tale pratica colturale è impiegata anche su altri fruttiferi come il pesco e l’albicocco, le finalità sono mirate a massimizzare il raccolto eliminando i frutti non idonei alla vendita, quelli malati o che comunque non giungerebbero a maturazione. L’operazione di diradamento dei frutticini si effettua in concomitanza con la cascola naturale dei frutti quando sono pressappoco grandi come una nocciola.
Irrigazione
L’irrigazione è una pratica indispensabile per lo sviluppo della pianta. Le irrigazioni vengono effettuate fin dalla primavera per le piante giovani la quantità di acqua deve essere proporzionata alle dimensioni delle pianta, evitare in ogni caso i ristagni e gli eccessi.
Nei periodi di maggiore caldo estivo è opportuno aumentare le quantità di acqua in funzione alle temperature.
Concimazione
Per la concimazione del Susino negli esemplari in frutteto misto si utilizzano in genere concimi animali o concimi organici.
Le piante nel terzo anno di sviluppo necessitano nel periodi di ripresa vegetativa di una concimazione con letame maturo con una quantità di circa 20 kg per pianta.
Alla fine del periodo invernale si impiega una concimazione a base di azoto di cui la pianta ha molto bisogno, si utilizzano circa 25-30 g di urea tecnica per pianta.
Ad anni alterni per le piante già sviluppate si effettua una concimazione con letame ben maturo si utilizzano circa 20 kg di letame per pianta in aggiunta a perfosfato 500 g e solfato potassico in dosi di 350 g ogni 10 metri quadrati di coltura.
Per approfondire l’argomento della concimazione del susino consultare l’articolo in link.
Potatura
La potatura del susino è indispensabile già dai primi anni per conferire alla pianta una forma prestabilita. Le forme più diffuse di allevamento del susino sono quella a fuso e quella a cespuglio, la forma a vaso o vaso libero è poco impiegata solo per alcune cultivar.
Gli interventi di taglio quindi inizieranno dai primi anni, è importante sapere fin da subito che è necessario evitare i tagli drastici.
Come di consueto annualmente si elimineranno le ramificazioni malate e quelle danneggiate dalle intemperie. La pianta inizierà a diventare produttiva dopo il quarto o quinto anno, a questo punto sarà necessario concentrarsi sulla potatura di produzione effettuando dei tagli di sfoltimento a carico delle ramificazioni più giovani accorciando quelli vigorosi e assurgenti e praticando dei tagli di ritorno.
Per approfondire l’argomento consultare la guida alla potatura del susino.
Raccolta
La raccolta del susino varia a seconda della cultivar coltivata, i frutti iniziano a maturare in giugno per le varietà più precoci, altre invece sono disponibili per il consumo in agosto-settembre.
Dopo la raccolta i frutti vengono consumati in genere nel giro di pochi giorni. Per la conservazione si può utilizzare lo scomparto dell’ortofrutta del frigo oppure se si dispone di un locale fresco ed arieggiato si possono disporre le susine su di un piano, quelle danneggiate o che hanno subito urti vanno escluse e devono essere consumate per prime.
Malattie, parassiti e avversità
Le malattie del susino sono diverse così come i parassiti. Per mantenere le piante in salute è necessario osservare con attenzione i segni che si manifestano sulle ramificazioni sia quando sulla pianta sono presenti foglie e frutti che durante la stagione invernale quando è spoglia.
Le malattie fungine più pericolose per il susino sono:
- Moniliosi (Monilia laxa) e Monilia fructigena
- Mal del piombo parassitario
- Corineo o gommosi
- Ruggine
- Maculature fogliari
- Cancri rameali
- Bozzacchioni del Susino, abbiamo scritto come curare la malattie anche in questo articolo
Gli insetti pericolosi per il susino sono:
- Afidi
- Cidia, Cydia funebrana conosciuta anche come cidia o tignola del susino
- Vespe e Calabroni
- Tripidi (Thripis major)
- Tentredini delle susine, Hoplocampa flava e Hoplocampa minuta: scavano gallerie nei piccoli frutticini provocandone la caduta.
Malattie batteriche del susino:
Malattie indotte da virus
- Sharka, Plum Pox Virus (PPV) o vaiolatura ad anello
Oltre a queste tipologie di malattie il susino soffre molto di stressi idrici che portano a fisiopatie e danneggiamento dei frutti. La cascola anticipata può essere un segnale di stress idrico.
Approfondimenti
Bibliografia
- Flora d’Italia, Sandro Pignatti – Edagricole
- RHS Encyclopedia of Gardening, Christopher Brickell
Siti sull’argomento
- Punto sulla produzione di Susine in Italia – CSO