- Descrizione
- Varietà e cultivar di Rovo
- Precoci
- Tardive
- Ibridi di rovo
- Varietà di rovo senza spine
- Periodo di impianto
- Esigenze colturali
- Tipo di terreno
- Esposizione
- Tecnica di impianto
- Riproduzione dei rovi
- Accorgimenti colturali
- I sostegni
- Irrigazione
- Concimazione
- Potatura
- Raccolta
- Malattie, parassiti e avversità
Descrizione
Il rovo, Rubus fruticosus è una pianta arbustiva appartenente alla famiglia delle rosacee, simile ad altre specie come il lampone e il mirtillo. Di questa specie esistono varie cultivar e ibridi a volte riesce molto difficile identificare l’esatta provenienza di una pianta poiché hanno una tendenza ad incrociarsi anche con specie affini come il lampone.
Allo stato naturale è presente la specie di rovo selvatico (Rubus ulmifolius) che però è meno produttiva e più vigorosa delle varietà utilizzate per la produzione dei frutti, le piante spontanee sono caratterizzate da una crescita rapida e vengono considerate come infestanti. La pianta presenta dei tralci molto lunghi che possono arrivare oltre i 5 metri di lunghezza formando dei grossi cespugli intricati.
Ci sono varie cultivar di Rovo sia con spine che senza, quelle con spine in genere sono più vigorose, hanno uno sviluppo ampio sia in altezza che in larghezza mentre quelle senza spine oltre ad essere meno sviluppate sono anche più soggette e malattie.
Le piante di rovo sono autofeconde ciò significa che è possibile coltivare anche un solo esemplare per ottenere la produzione di frutti.
I frutti sono chiamate more, al singolare mora, sono delle piccole drupe che al momento della formazione hanno un colore verde che poi diventa rossastro e a piena maturazione vira in nero.
Varietà e cultivar di Rovo
Data la facilità con cui queste piante si ibridano tra loro e tra specie affini, durante il corso degli anni si sono prodotte varie cultivar, elenchiamo alcune più interessanti divise a seconda del periodi di maturazione.
Precoci
- ‘Merton Thornless’
- ‘Himalaya gigante’
- ‘Merton Early’
- ‘Bedford Gigante’
Tardive
- ‘Thornfree’
- ‘Ashton Cross’
- ‘John innes’
- ‘Smoothstem’
- ‘D-Kiowa’
Ibridi di rovo
- Suberry
- Roysenberry
- Loganberry
- Veitchberry
Varietà di rovo senza spine
- Araphao
- Lochness
- Navhao
La produttività varia a seconda della cultivar in media dalle piante ben sviluppate ci si può aspettare un raccolta che va dai 7 ai 10 kg.
Periodo di impianto
La messa a dimora delle piante di rovo viene effettuata nel periodo autunnale o in quello invernale. Al nord si può iniziare l’impianto a metà autunno scegliendo un periodo non piovoso in modo da svolgere senza problemi le operazioni.
Al sud è meglio ritardare l’operazione quando saranno sopraggiunti i primi freddi scegliendo sempre giornate in cui il terreno non è troppo umido. L’operazione di impianto può essere fatta anche in primavera prima del sopraggiungere del caldo intenso.
Per i diversi metodi di riproduzione e i periodi di trapianto fare riferimento ai metodi di riproduzione più avanti nell’articolo.
Esigenze colturali
Le esigenze colturali del rovo vanno rispettate contrariamente a quanto si crede, le piante vendute per la produzione di frutti infatti sono affini alle specie selvatiche ma per vegetare al meglio necessitano di cure come particolari.
Serviranno quindi concimazioni, innaffiature nei periodi di caldo intenso e potature per favorire lo sviluppo delle piante e mantenere in ordine la vegetazione. In concomitanza con le potature e nelle fasi di raccolta è bene osservare lo stato di salute della vegetazione in modo da individuare l’eventuale presenza di malattie e parassiti.
Tipo di terreno
Le varietà di rovo si adattano ad una vasta gamma di terreni. Quello più adatto ha però le seguenti caratteristiche: pH acido o subacido con valori compresi tra 5 e 6, una buona dotazione di sostanza organica e una tessitura non troppo compatta oltre che una buona umidità.
Esposizione
Le piante di rovo amano un esposizione in pieno sole che permette una crescita in salute della parte aerea della pianta e di una buona maturazione dei frutti.
Tecnica di impianto
L’impianto dei giovani rovi deve essere preceduto da una lavorazione uniforme del terreno. È preferibile effettuare una zappatura profonda al quale verrà fatta seguire una letamazione in grado di apportare un buon quantitativo di nutrienti necessario allo sviluppo dei frutti.
Dopo le lavorazioni al terreno si dovrà provvedere alla realizzazione di supporti per il sostegno della vegetazione delle piante, a tal fine fare riferimento al paragrafo accorgimenti colturali più avanti. Una volta pronto il terreno si inizieranno a realizzare le buche poco più grandi del pane di terra o se si coltivano piante a radice nuda si effettueranno delle buche profonde circa 30cm e larghe almeno 50cm.
L’impianto delle giovani piante deve essere fatto distribuendo le radici in modo uniforme, l’apparato radicale è piuttosto superficiale per cui non è necessario interrarlo eccessivamente. Sistemate le piante si ricopre con la terra di scavo e si compatta il terreno.
La distanza di impianto varia da cultivar a cultivar a seconda della tendenza della pianta a espandersi. Per le piante non eccessivamente vigorose si riducono le distanze a due metri e 2,5 metri tra i filari. Diversamente per i rovi molto vigorosi si lasciano dai 4 ai 5 metri di distanza tra le piante e almeno 4 metri tra i filari.
Riproduzione dei rovi
La moltiplicazione delle piante di rovo è molto facile in quanto il metodo più efficace con il quale si possono ottenere nuove piante è quello della propaggine. Questa tecnica viene applicata nel periodo estivo e non richiede particolari conoscenze tecniche o abilità speciali, si esegue con pochi e semplici passi:
- Scegliere un getto sano facilmente accessibile e abbastanza lungo.
- Districarlo dal cespuglio e lasciarlo ricadere momentaneamente a terra
- Effettuare una buca in prossimità della pianta lontano dall’apparato radicale, la buca deve avere una profondità di 20cm e essere larga più o meno la stessa misura.
- Allungare il getto a terra e defogliare, partendo dalla parte apicale alla distanza di 20 cm i successivi 10-15cm.
- Dove saranno state rimosse le foglie si effettuerà una torsione fino a spezzare il ramo senza però dividerlo totalmente
- Interrare il getto e compattare leggermente, successivamente praticare delle innaffiature costanti fino all’inizio delle prime piogge.
La primavera successiva si avrà una nuova pianta, il getto mostrerà subito segni di ripresa e potrà essere spostato a dimora prelevando tutto il pane di radici.
Un altro metodo di riproduzione simile è la propaggine a testa di gatto che consiste essenzialmente nell’interrare l’apice del giovane getto.
Altro sistema più adatto alla riproduzione di molte piante è la talea apicale che si effettua alla fine dell’estate. Si prelevano i giovani getti nati durante l’anno, questi devono avere almeno due foglie ed essere lunghi circa 30 cm. Il substrato di coltivazione dovrà essere composto da sabbia e terriccio generico per la semina in parti uguali, mantenere i vasi o i cassoni in un ambiente controllato e annaffiare regolarmente le piante che emetteranno radici in circa 2 mesi. Il trapianto diretto a dimora delle giovani piantine può essere fatto l’autunno stesso o in primavera.
Accorgimenti colturali
Per una buona crescita le piante di rovo avranno bisogno della dotazione di sostegni che possano sorreggere la vegetazione. Se si coltivano poche piante si può scegliere di coltivarle a ridosso di muri, reti o staccionate in modo da ottimizzare lo spazio ed evitare di installare i supporti.
Le altre cure necessarie riguardano le irrigazioni e le concimazioni le quali possono fare la differenza tra un raccolto scarso e un raccolto generoso.
I sostegni
Se invece si ha intenzione di praticare una coltura intensiva è necessario provvedere da subito a questo aspetto poiché per essere produttive le piante dovranno essere aiutate nella crescita. I sostegni più diffusi sono composti da pali in legno o in cemento di altezza di circa 3 metri di cui 1 metro andrà interrato. Il numero di pali dovrà essere in funzione della lunghezza dei filari e della vigoria delle varietà scelte alcune infatti hanno un portamento ridotto. I pali in genere vengono distanziati di 4 oppure 5 metri per le varietà meno vigorose.
Ogni filare dovrà essere dotato di almeno 4 fili orizzontali, si utilizza in questo caso il filo metallico impiegato anche per il sostegno della vite. Il primo filo viene applicato a 90 cm da terra e fin da subito si inizia ad ancorare le ramificazioni con uno spago o del filo di rafia. Altri due fili vanno sistemati a 30 cm di distanza dal primo filo e l’ultimo sostegno orizzontale andrà distanziato di 40cm. È bene tendere fin da subito i sostegni per evitare di dover provvedere poi ad un ulteriore operazione quando il carico su di essi sarà aumentato.
L’impianto dei pali andrà valutato con attenzione al momento della scelta del terreno, così come il materiale degli stessi e l’uso di tensionatori e contropali che serviranno in quei terreni molto sciolti.
Irrigazione
L’irrigazione del rovo andrà fatta con costanza all’inizio dell’estate e fino alla ripresa delle piogge nel periodo autunnale.
Concimazione
Le piante di rovo necessitano di interventi di concimazione si al momento dell’impianto come descritto nella parte della messa a dimora sia di concimazioni durante il periodo di ripresa vegetativa.
Oltre la concimazioni di fondo da effettuare al momento dell’impianto le piante di rovo possono giovare dell’apporto di letame animale di origine bovina o equina per sviluppare al meglio i frutti.
Si possono utilizzare per le letamazioni successive all’impianto circa 3-4 kg di letame maturo in aggiunta a 1 kg di cenere per ogni metro quadro di coltura.
Potatura
La prima operazione di potatura del rovo viene effettuata al momento della messa a dimora della pianta. Si effettua un taglio delle ramificazioni a circa 20 cm dal livello del suolo. Questa operazione è necessaria per stimolare la pianta a emettere subito nuovi ricacci che andranno a formare la base per le ramificazioni portanti.
Il rovo può essere allevato secondo varie forme le più diffuse interessano principalmente le varietà senza spine le quali possono essere allevate senza troppe difficoltà. I rovi con spine vengono allevati perlopiù a cespuglio. Di seguito i metodi più usati:
- A corda
- A palmetta
- A campana
- A intreccio
Un altro intervento di potatura importante viene praticato dopo la raccolta dei frutti e consiste nell’eliminazione dei fusti che hanno fruttificato con un taglio alla base lasciando 2-3 cm di fusto a livello del terreno. Per approfondire l’argomento consultare la guida alla potatura del rovo.
Raccolta
La raccolta dei frutti di rovo si effettua nel periodo autunnale, è la classica raccolta a scalare che richiede diverse passate al fine di raccogliere i frutti soltanto al giusto grado di maturazione, quelli acerbi infatti non continuano la maturazione e quindi non possono essere consumati.
Dopo la raccolta le more possono essere conservate in diversi modi, in sciroppi, confetture o congelate.
Malattie, parassiti e avversità
I rovi sono piante particolarmente rustiche, questa loro caratteristica però non gli permette di essere immuni alle più comuni malattie e ai parassiti che a volte se trascurati possono portare molti danni.
Gli insetti più comuni che attaccano le piante di rovo sono:
- Afidi, colpiscono i giovani germogli in formazione e gli steli fiorali
- Antonomo del lampone (Anthonomus pomorum)
- Eriofide del rovo, Acalitus essigi: crea punture sui frutti impedendone la maturazione, i frutti si presentano parzialmente maturi e di ridotte dimensioni.
- Ragnetto giallo
Le malattie fungine del rovo sono:
Altre malattie:
- Agrobacterium radiobacter
- Virus del mosaico (RMDV)