Descrizione
Il rafano, conosciuto con diversi nomi tra cui barbaforte o cren è una pianta perenne appartenente alla famiglia delle Crucifere. Il suo nome scientifico è Armoracia rusticana, ma è riconducibile ad altri nomi che sono:
- Armoracia lapathifolia (Gilib)
- Cochlearia armoracia (Linnaeus)
- Nasturtium armoracia (Fries).
- Rorippa rusticana (G. Gaertn., B. Mey. & Scherb.)
E’ originaria dell’Europa orientale, nel nostro paese è coltivata principalmente negli orti (anche come pianta annuale) ma è possibile trovarla, anche se raramente, allo stato naturale.
La parte aerea di scarsa rilevanza ai fini alimentari (eccetto che per il fogliame più tenero che può essere consumato con insalate) può arrivare ad altezze di circa un metro, il fusto è poco ramificato.
Le foglie sono di colore verde, hanno un margine seghettato e crenato, la forma è oblunga e ovata.
Le foglie basali invece sono più grandi rispetto a quelle apicali, anch’esse verdi e lobate.
I fiori sono di colore bianco, riunti in racemi, l’antesi (la fioritura) avviene nel periodo primaverile e si protrae per tutto il periodo estivo.
I frutti sono allungati e schiacciati, contengono un numero variabile di semi.
La parte più utilizzata è l’apparato radicale, il rafano infatti possiede una grossa radice bianca a fittone che raggiunge una lunghezza variabile dai 40 ai 60 centimetri.
Tipo di Terreno
Il terreno più adatto alla coltivazione del rafano deve essere lavorato in profondità e possibilmente ricco di sostanza organica ben decomposta. La radice fittonante infatti ha bisogno di un terreno soffice e leggero per svilupparsi al meglio, non deve incontrare ostacoli come sassi o argilla, sono da evitare dunque terreni compatti. Un altro requisito importante è il buon drenaggio del substrato, non devono essere assolutamente presenti ristagni idrici.
Esposizione
L’esposizione più adatta alla pianta di rafano è quella in pieno sole, tollera tuttavia anche esposizioni a mezza ombra.
Tecnica di Impianto
Le piantine di rafano devono essere abbastanza distanti tra loro, in genere si lasciano 50-60cm tra le file e almeno 30cm tra una pianta e l’altra.
Messa a dimora
La coltivazione del rafano viene effettuata nel mese di febbraio direttamente a dimora.
Moltiplicazione
La moltiplicazione del rafano può essere effettuata per divisione nel periodo invernale.
Vanno prelevate porzioni di radice che presentano già delle piccole gemme in formazione, il terreno di destinazione dovrà essere identico a quello originale.
Raccolta per il consumo
La raccolta nelle piante giovani si effettua a partire dal secondo anno di coltivazione poiché soltanto dopo questo tempo la radice è delle dimensioni giuste per essere consumata. Viene effettuata generalmente nel periodo autunnale.
Conservazione
La conservazione può essere fatta per alcuni giorni (in attesa della lavorazione finale) tenendo le radici disposte in modo alternato su strati di sabbia o paglia e tenuti al buio in uno scantinato o un luogo simile.
Accorgimenti colturali
La pianta di rafano è considerata una pianta rustica, non servono particolari accorgimenti per quanto riguarda la temperatura e il controllo di malattie.
La sua radice molto esigente di sostanze nutritive può competere in modo forte con altre piante, per questo motivo la coltivazione viene spesso limitata ad un determinato spazio, senza associazioni con altre piante orticole.
Come già segnalato nei paragrafi precedenti è bene evitare in modo assoluto terreni troppo umidi, l’umidità potrebbe portare facilmente a marciumi che comprometterebbero irrimediabilmente l’intera radice.
Tuttavia la siccità è anch’essa da evitare, la radice soprattutto nei periodi di caldo forte ha bisogno di annaffiature, da effettuare la mattina alle prime luci dell’alba oppure alla sera tardi (in questo caso con acqua a temperatura ambiente).
Malattie, parassiti e avversità
Tra gli insetti che possono provocare danni all’apparato fogliare del rafano:
Altica
Tra le malattie:
Virus del mosaico
Marciume radicale
Proprietà medicinali
Un decotto effettuato con la radice del rafano è conosciuto per le sue proprietà espettoranti (anticatarrale) e in generale per curare la bronchite, questo decotto in aggiunta ha particolari proprietà diuretiche.
Uso in cucina
Il rafano viene impiegato principalmente per la realizzazione di una salsa piccante usata per il condimento di vari piatti. La radice possiede di natura un sapore piccante e dolce, viene lavorata e insieme ad altri ingredienti trasformata in una salsa che va consumata in tempi brevi, usata per il condimento di carni, pesci, verdure e per accompagnamento di alcuni piatti.
Nella regione Basilicata viene utilizzato per la realizzazione della ben nota “rafanata materana”, in questo caso viene grattugiata e in aggiunta ad altri ingredienti viene preparata una caratteristica frittata.
Sempre in questa regione si prepara un altro prodotto tipico, che vede questa volta l’utilizzo fresco della radice di rafano, consiste essenzialmente in un sugo.
Il tenero fogliame come già accennato è adatto ad assere consumato in piatti come insalate.