Potatura dell’Ulivo

La coltura dell’olivo è una pratica molto diffusa nel nostro paese. La pianta originaria del mediterraneo è adatta al clima di tutte le regioni Italiane e viene coltivata su tutto il territorio.

In questa guida vogliamo illustrate tutte le fasi della potatura dell’ulivo, indicato inizialmente gli accorgimenti necessari alla formazione della struttura di base della pianta. Prima di entrare nei dettagli vediamo brevemente il ruolo della pianta di Olivo (Olea europaea) nel nostro paese e poi le caratteristiche botaniche della pianta per capire al meglio su quali ramificazioni intervenire e perché.

La produzione delle olive come per altri frutti e colture è molto influenzata dagli eventi atmosferici e dalla infestazioni da parte di insetti, malattie e problematiche varie. Questi problemi sono particolarmente accentuati se consideriamo che la coltivazione avviene direttamente all’aperto e le condizioni non possono essere variate come nelle colture da serra.

L’Italia è il secondo produttore al mondo con una produzione media annua superiore alle 460.000 tonnellate.

A livello regionale sono la Calabria e la Puglia le regioni con maggiore superficie coltivata, seguono le altre regioni del sud e le isole, il resto del territorio comprende superfici più o meno localizzate in pianura e collina fino ai 700 metri dove la pianta non presenta particolari problemi nello sviluppo. Al nord la coltivazione è ridotta alle sole zone collinari e di pianura.

Portamento e caratteristiche della pianta

Si tratta di un albero dotato di una chioma espansa e di forma arrotondata che raggiunge l’estensione massima di circa 10 metri negli esemplari cresciuti liberi in natura. L’altezza della pianta è pressoché uguale con un massimo di 12 metri, tuttavia le pratiche di potatura possono conferire varie forme contenendo così anche le dimensioni. La pianta è sempreverde, il fogliame si rinnova in modo progressivo durante l’arco dell’anno.

L’apparato radicale dell’ulivo è molto robusto, le radici non sono molto profonde e tendono a svilupparsi orizzontalmente. Le piante sviluppate di olivo (che possono avere molti anni, l’olivo è infatti una pianta secolare) posseggono un tronco molto ampio alla base, esso viene definito in gergo ceppaia, ceppo o pedale. Il pedale dell’olivo genera spesso degli ovoli da cui nascono vari germogli (polloni) e nuove radici, questi possono essere usati per dare origine a nuove piante.

Il resto del tronco può assumere varie misure a seconda del tipo di allevamento scelto per la pianta. In genere negli esemplari adulti è molto sviluppato, presenta profonde fenditure e costolature, segni dell’età del legno più vecchio. Dal tronco principale dipartono le branche principali e i germogli secondari che si sviluppano via via diventando vermene (rami). Sui rami sono presenti spesso i succhioni, germogli che a seconda dei casi vengono eliminati negli interventi di potatura.

Un ultima analisi deve essere fatta sul tipo di ramificazioni presenti sulla pianta, questo se non altro è necessario per capire meglio dove intervenire nelle varie fasi della potatura e dello sviluppo.

Nell’ulivo si hanno tre tipi di ramificazioni: rami a frutto, rami a legno e ramificazioni miste. Di seguito una breve spiegazione delle tre tipologie di rami:

  • Rami a frutto, la lunghezza di queste ramificazioni è molto contenuta, esse si sviluppano generalmente su rami misti che hanno fruttificato in precedenza. Il loro vigore è scarso e sono particolarmente delicate. Le gemme di questi rametti produrranno unicamente dei fiori e in seguito i frutti.
  • Rami a legno, sono ramificazioni sterili che non producono fiori e quindi frutti. Hanno in genere un portamento eretto e sono molto vigorosi contrariamente ai rami a frutto, dopo il secondo e il terzo anno possono diventare produttivi. Queste ramificazioni prendono il nome di succhioni nel caso hanno origine sul tronco o sulle branche, diversamente vengono chiamate polloni nel caso si sviluppano direttamente dal pedale. A causa della loro crescita particolarmente veloce e al quantitativo di nutrienti elevato che richiedono per svilupparsi, determinano squilibri e sviluppo irregolare degli internodi.
  • Rami misti, non sono troppo vigorosi e non hanno un portamento eretto come i rami a legno. Dopo il primo anno dalla loro formazione fruttificano in seguito ad una media-elevata fioritura. Queste ramificazioni presentano delle gemme a legno sia alla base delle foglie vicine alla cima che alla base delle foglie più vicine all’attaccatura del ramo. Mentre nel resto della loro superficie producono gemme a fiore, vengono considerate quelle più importanti dal punto di vista generale della formazione.

Forme di allevamento

L’ulivo può essere allevato secondo diversi schemi (forme). Le forme di allevamento più diffuse oltre quella libera comprendono diverse tipologie più o meno adatte a seconda dell’impiego delle piante coltivate.

Per quanto riguarda le distanze di impianto bisogna fare sempre riferimento allo schema di allevamento. Va considerato poi che la crescita dell’olivo è particolarmente lenta questo permette di allevare la chioma e la pianta in modo controllato e con più facilità. I sesti di impianto sono generalmente 6 metri di distanza tra le piante e 7 metri sulle file. Queste misure però si riferiscono ad un impianto realizzato per il solo scopo di produzione, se si vogliono allevare delle piante disposte in una singola fila le distanze possono essere ridotte a 1,5-2 metri creando così delle barriere. Maggiori dettagli vengono forniti in seguito nella descrizione delle singole forme.

Per praticità si possono individuare due gruppi principali di forme di allevamento:

  1. Forme cespugliose che si rifanno al portamento naturale della pianta, in queste piante la chioma è guidata nello sviluppo molto bassa. Queste piante subiscono una potatura leggera che le spinge da subito alla produzione di frutti. Le forme cespugliose favoriscono molto la fruttificazione e inoltre agevolano le pratiche di raccolta e potatura.
  2. Forme che conferiscono uno scheletro definito, le branche e la chioma hanno inizio da un altezza prestabilita da terra. Queste forme di allevamento sono adatte sia a piante coltivate per scopi ornamentali che per piante destinate alla produzione. Tuttavia le piante produrranno una chioma più alta, le ramificazioni cariche di frutti saranno più difficili da raggiungere e per questo non sempre vengono impiegate. L’allevamento delle piante dovrà essere fatto dalle fasi iniziali, si dovranno evitare interventi drastici di taglio e assecondare parzialmente lo sviluppo naturale della chioma.

Le forme del primo gruppo sono le seguenti:

Vaso cespugliato

Questa forma è adatta a piante coltivate in spazi ampi e con sesti di impianto a distanze maggiori. Tale forma consente un entrata in produzione della pianta molto precoce.

In questa forma si favorisce la ramificazione bassa creando una sorta di cespuglio. Le operazioni di potatura e di raccolta sono più agevolate e nella maggior parte dei casi non richiedono un dispendio eccessivo di risorse.

Il tronco principale viene fatto sviluppare con un altezza abbastanza contenuta di circa 50-70 cm da terra. Il numero di branche è generalmente 3 o 4 inclinate verso l’esterno e da cui si formano varie sotto-branche.

I sesti di impianto prevedono distanze di 5-6 metri tra le piante e 6-7 metri tra le file.

Globo

La forma a globo prevede la formazione di un tronco alto circa 70cm dalla quale hanno origine un numero variabile di branche ricche di rami misti e di rametti a frutto. La folta ramificazione fornisce un buon ombreggiamento alle branche fruttifere interne, questa è una delle forme preferite dagli olivicoltori del sud.

Scegliendo questa impostazione la forma della chioma si adatta alla predisposizione naturale della pianta quindi sarà globosa nelle varietà con chioma tondeggiante e nelle altre assumerà una forma più allargata o più allungata verso l’alto.

I sesti di impianto per questa conformazione prevedono distanze tra le piante e le file di 6-7 metri.

Siepe (o siepone)

Questa forma è considerata appiattita in quanto non prevede un’espansione in profondità della chioma. Viene utilizzata in genere quando non è possibile permettere uno sviluppo in volume, ad esempio in piante a ridosso di muri o abitazioni. Questa forma è adatta anche a piante coltivate in oliveti a filari singoli, come piante frangivento o dove c’è poco spazio tra i filari.

Allevando l’ulivo in questo modo si dovranno effettuare interventi di potatura costante e si dovrà rinunciare almeno inizialmente (in genere fino ai 3-4 anni) alla produzione di frutti. Varietà adatte a questo tipo di allevamento sono quelle a portamento assurgente come Cipressino e Trepp.

I sesti di impianto prevedono distanze tra le piante da 1,5 a 2 metri per le varietà compatte e distanze maggiori di 2-3 per altre cultivar, le file invece vanno distanziate di almeno 5 metri. L’orientamento dei filari dovrebbe essere con i capi posti nord-sud.

Le forme che appartengono al secondo gruppo sono elencate di seguito.

A vaso policonico

Questo schema di allevamento in volume è molto diffuso e particolarmente preferito dagli olivicoltori. Questa tipologia di allevamento prevede una chioma con una forma a tronco di cono o cilindrica. Dato che la chioma si presenta in gran parte vicina alla base o meglio le ramificazioni sono più concentrate in basso rispetto alla parte alta, le operazioni di raccolto e di potatura risultano più agevoli.

La forma viene impostata partendo da un tronco alto 100cm o al massimo 120cm. Da esso dipartono tre oppure quattro branche principali equamente distanziate a 90-120 gradi. L’altezza del tronco può essere abbassata ulteriormente se la raccolta è effettuata esclusivamente a mano. Questa forma di allevamento prevede una distanza tra le piante di 5-7 metri e 6-7 metri tra le file.

Palmetta

Si tratta di una forma appiattita verticale ed è utilizzata principalmente su esemplari singoli o in numero ridotto. Per la realizzazione di questa forma si cima l’astone principale ad un altezza di 100cm.

In seguito vengono allevate due branche inclinate a 45 gradi rispetto al fusto.

Vaso monocono

Simile a quella a vaso policonico. Si alleva il fusto principale ad una certa altezza, in seguito vengono allevate 3 branche inclinate a 120 gradi tra loro, ognuna di esse porta in genere 2-3 sottobranche.

Forma a Y (ipsilon)

È una forma appiattita che prevede la formazione di due branche principali che si sviluppano in altezza e in larghezza, non in profondità. L’impostazione di questa forma prevede che il tronco principale si sviluppi ad fino a un metro dopo il quale si hanno due branche inclinate di 30 o 35 gradi rispetto al tronco.

Sulle branche principali si sviluppano delle sottobranche e delle altre ramificazioni con lunghezza via via sempre più ridotta. I sesti di impianto adottati per questa forma prevedono una distanza di 5-6 metri tra le piante e 4-5 tra le file.

Potatura di formazione e interventi successivi

Durante il primo anno di sviluppo della pianta dopo la messa a dimora è meglio non effettuare nessun intervento di potatura. In questo modo si permette uno sviluppo e un rafforzamento delle radici, le foglie e le ramificazioni serviranno a fornire energia per lo sviluppo del tronco e favorire l’attecchimento dell’apparato radicale.

L’allevamento della chioma dell’ulivo viene fatto seguendo il naturale sviluppo della pianta ma con alcuni accorgimenti importanti. La chioma infatti deve lasciar penetrare abbastanza luce, la sua forma non deve entrare in contrasto con le piante vicine e per questo si conterranno le sue dimensioni in larghezza nel rispetto dei sesti di impianto. Una buona forma della chioma oltre a stabilire un equilibrio nella pianta (senza sovraccaricare alcune branche rispetto ad altre) deve facilitare anche le operazioni di raccolta e gli interventi di potatura.

La potatura di base deve tenere anche in considerazione il fine della coltivazione della pianta, ad esempio se l’ulivo viene coltivato come pianta ornamentale oppure come pianta da reddito per la produzione di olio.

Forma a vaso policonico

Se si sceglie di allevare l’ulivo secondo la forma a vaso policonico si dovrà intervenire come segue. Prima di tutto è bene dire che è meglio applicare la forma di allevamento subito dopo l’impianto, in questo caso si scelgono dei piantoni (piante giovani) di 2-3 anni allevati in vivaio e con un altezza di 1-1,2 metri. L’allevamento su piante già sviluppare risulta più difficoltoso anche se non impossibile.

Al momento della messa a dimora si doteranno le piante di un sostegno per la crescita guidata. I piantoni avranno in genere già 3 o 4 ramificazioni da allevare come branche principali. Nel primo anno si effettuano le dovute legature per assicurare uno sviluppo dritto del tronco. Dopo il secondo anno si può iniziare il taglio all’altezza desiderata ammesso che il piantone abbia sviluppato uno spessore di almeno 1cm. Il taglio va effettuato pochi centimetri sopra il punto da cui si formeranno le branche.

Tutte le altre ramificazioni che si sono sviluppate fino a 50 cm di altezza andranno rimosse con un taglio rasente al tronco. Dopo il secondo anno, in genere dal terzo in poi le piante avranno già formato delle branche abbastanza robuste di circa 1,5-2cm di diametro, esse andranno piegate di 40-45 gradi verso l’esterno. Al contempo si continuano ad eliminare le ramificazioni che si formano al disotto dei 50cm dal tronco. Nel caso non si fossero sviluppate abbastanza le branche non dovranno subire la procedura di inclinazione, verranno così lasciate sviluppare fino a che non avranno raggiunto almeno 1,5cm di diametro.

Per contenere lo sviluppo di una parte di chioma è possibile cimare i getti più robusti (solo della parte più sviluppata) bloccando temporaneamente la loro crescita. Se invece una o più branche si sviluppano più delle altre dovranno essere piegate maggiormente e cosa molto importante andranno eliminate eventuali ramificazioni che si formeranno alla loro base.

Le branche secondarie andranno guidate nella crescita, prima di tutto però andranno selezionate scegliendo le ramificazioni in linea con il resto della chioma e quelle che sono già in direzione giusta. Per favorire il loro sviluppo si dovranno eliminare tutte le ramificazioni secondarie non utili che si svilupperanno sulle branche. Sono comunque da evitare interventi di potatura eccessivi per non ritardare troppo l’entrata in produzione.

Dopo il terzo anno dalla potatura di formazione si comincerà a preservare parte delle ramificazioni basse prediligendo i rami che si sviluppano alla base della chioma.

Andranno rimossi i succhioni che si formeranno sulle branche sia principali che secondarie, andranno eliminati anche i germogli verticali che si orientano verso il basso. Per contenere lo sviluppo delle branche verso l’alto si dovranno accorciare mediante tagli di ritorno oppure mediante la procedura di decorticazione.

Forma a Y

Per allevare le piantine secondo la forma a Y si utilizzano degli astoni con un età approssimativa di 18-20 mesi o di due anni di età prelevate direttamente in vivaio.

Le prime fasi di allevamento prevedono la guida dello sviluppo del tronco che deve raggiungere lo spessore di circa 1,5-2cm prima di cominciare a preoccuparsi delle branche. Raggiunta l’altezza di 1 metro si può effettuare un taglio per stimolare la crescita di germogli che diventeranno le due brache principali. Esse dovranno essere poi inclinate di 30-35 gradi rispetto al tronco, si dovranno scegliere unicamente branche opposte l’una all’altra.

Gli altri interventi di potatura seguono le stesse regole descritte per la forma a vaso.

Forma a siepe

La forma a siepe non prevede nessun intervento particolare almeno nei primi due anni di sviluppo. In questo periodo la pianta dovrà formare la chioma e per questo gli unici interventi da fare riguardano il tutoraggio dei fusti con dei pali in legno. A partire dal secondo anno si darà il via ai tagli di ritorno al fine di evitare lo sviluppo della chioma verso l’alto.

Gli altri interventi complementari riguardano il mantenimento dello spessore della chioma, questa forma infatti prevede una minima espansione in spessore e per questo tramite diversi interventi di potatura si dovrà mantenere sempre compatta.

Forma a vaso cespugliato

Come si deduce dal nome l’obiettivo di questa impostazione è la produzione di un cespuglio e di una forma simile a quella a vaso.

Nel primo anno di coltivazione si lascerà che la pianta di olivo sviluppi le ramificazioni, quindi non si praticherà nessun taglio. Per la messa a dimora è comunque bene scegliere delle piantine con un buon numero di ramificazioni che partono dal basso e con una media-alta presenza di rami folti. Si scelgono dei piantoni che hanno almeno 18-20 mesi di età presi in vivaio.

Gli interventi di potatura iniziano dopo il secondo anno dalla messa a dimora. In questo periodo la pianta dovrebbe già avere un tronco alto all’incirca un metro con un diametro di 7-10mm, si potrà dunque cimare il fusto principale a 70-80cm da terra. Un altro intervento da fare in questa fase è quello della rimozione dei rami troppo spessi (8-10mm), tutti gli altri invece dovranno essere mantenuti.

Nel periodo invernale successivo a questo intervento si elimineranno tutti i rami che nasceranno al disotto di 50cm dalla base, in concomitanza con questo intervento si dovranno cominciare a direzionare le 3-4 branche principali distanziandole di 90-120 gradi e inclinandole a 45 gradi rispetto al fusto. Per mettere in atto questa pratica si impiegano dei paletti esterni degli spaghi o delle canne ancorate a terra.

Al terzo anno andranno eliminati soltanto i succhioni e le ramificazioni che cresceranno verso il basso e tutte le ramificazioni che possono fare concorrenza alle branche principali.

Negli anni successivi si dovrà continuare a favorire lo sviluppo delle branche e delle relative sottobranche, particolare cura dovrà essere fornita alla parte bassa della chioma che dovrà risultare sempre ben sviluppata e folta. Si continueranno ad accorciare le ramificazioni che possono sottrarre nutrimento alle branche principali, si eliminano di continuo i succhioni alla loro formazione.

Forma a globo

La potatura di allevamento per la forma a globo prevede pochi interventi. All’inizio l’obiettivo principale è quello di favorire il naturale sviluppo della chioma, per questo si effettueranno pochi tagli eliminando soltanto le ramificazioni che cresceranno al disotto della parte basale del tronco (da terra a 70cm di altezza).

Gli interventi successivi prevedono il contenimento in larghezza dei rami, per farlo è necessario attuare diversi tagli di ritorno evitando così interventi drastici di potatura.

Potatura di produzione

Gli interventi di potatura di produzione dell’ulivo vengono effettuati dopo il secondo anno o successivamente alla produzione dei primi frutti.

Questi interventi per tutte le forme di allevamento consistono nel mantenere la chioma secondo la forma prescelta, limitandone la crescita verso l’alto e l’espansione. Si elimineranno regolarmente i succhioni che cresceranno sulle branche al fine di favorire lo sviluppo del resto dei rami.

Questi interventi di potatura di produzione non servono solo al mantenimento della forma voluta ma sono utili anche per avere una produzione costante ed evitare il fenomeno dell’alternanza della produzione.

La fruttificazione dell’olivo avviene sui rami di un anno, questi quindi andranno rimossi nel periodo di riposo vegetativo nell’anno in cui hanno prodotto frutti. Alla base di queste branche in genere si formano altre ramificazioni, di queste vanno eliminate quelle che si presentano molto vigorose (rami a legno), mentre verrà conservata soltanto una delle ramificazioni miste.

Un altra operazione importante riguarda lo sfoltimento della chioma, si dovrà quindi rimuovere la vegetazione in eccesso fornendo una buona illuminazione all’interno. Si dovranno eliminare dapprima i succhioni e poi i rami più deboli, andranno rimossi anche quelli che crescono verticalmente verso il basso. Le operazioni successive vanno fatte con tagli di ritorno sulle ramificazioni più alte.

Sempre sulla parte alta della chioma si dovrà intervenire con potature più generose se questa risulta particolarmente sviluppata contenendola in altezza. Gli interventi consistono in tagli di ritorno da fare al di sopra delle ramificazioni più robuste o subito sopra l’inserzione di una branchetta laterale.

Le branche secondarie dovranno avere sempre un diametro inferiore delle branche da cui hanno origine, per mantenere quindi il loro diametro ridotto dovranno essere sfoltite di conseguenza.

Potatura di rinnovo

Gli interventi di potatura di rinnovo come già accennato nei precedenti paragrafi possono interessare le branchette che hanno già fruttificato, i polloni e i succhioni.

Di solito i polloni vanno eliminati ma nel caso di eventi estremi come forti nevicate e in seguito a danneggiamento del tronco principale possono essere utilizzati per la produzione di un nuovo tronco.

Anche i succhioni nel caso si sviluppino su branche danneggiate o malate possono essere sfruttati per rigenerare queste porzioni di chioma.

Potatura verde

Gli interventi di potatura dell’olivo possono essere effettuati in qualunque periodo dell’anno. Si raccomanda però di non praticarli in periodi di freddo dov’è possibile il pericolo di gelate.

La potatura verde dell’olivo riguarda interventi come l’asportazione di succhioni, la cimatura dei getti e tutte le pratiche di piegatura e curvatura delle ramificazioni.

Altri accorgimenti

Nelle fasi iniziali della crescita dell’olivo si concentrano gli interventi sullo sviluppo del tronco e delle branche principali che formeranno l’impalcatura di base. La prima cosa da fare nel momento della messa a dimora della pianta è la collocazione di un sostegno di altezza adeguata per fornire al tronco una guida per lo sviluppo.

L’altezza di questo sostegno dovrà essere commisurata al punto in cui si vuole allevare le branche, dipende quindi dal tipo di forma di allevamento scelta. Si utilizzano inizialmente delle canne oppure si scelgono direttamente dei pali i legno più spessi di circa 4-5cm di diametro.

Un intervento necessario comune a tutte le forme di allevamento è la rimozione dei succhioni. Se non si ha la necessità di rinnovare alcune branche vecchie e malate che non possono essere più recuperate, è necessario rimuovere alla base queste ramificazioni. La loro eliminazione è da fare non appena si formano, è meglio non aspettare ulteriormente per evitare inutile dispendio di energie da parte della pianta nella loro formazione.

Alcuni accorgimenti riguardano le modalità di esecuzione dei tagli. Devono essere praticati sempre con strumentazione ben affilata e pulita per evitare la diffusione di malattie come la pericolosa rogna dell’ulivo e il batterio Xylella fastidiosa responsabile del disseccamento rapido dell’ulivo, queste malattie si possono trovare facilmente sugli utensili da taglio non correttamente sterilizzati.

Infine un ultimo consiglio sui tagli. La rimozione delle branche più spesse va effettuate intagliando dapprima la parte inferiore di circa mezzo centimetro e successivamente con un taglio sulla parte superiore. Dopodiché si dovranno eliminare le porzioni di legno rimanente per appianare la superficie di taglio. Per i tagli di ritorno è importante che vengano effettuati con una certa pendenza per dare modo all’acqua di scivolare sulla superficie di taglio.

Approfondimenti

Bibliografia

  • Il grande libro della potatura e degli innesti – De vecchi
  • Potatura e forme d’allevamento dell’olivo – Edagricole
  • L’olivo – Giunti

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