Potatura del Pero

Il pero è una pianta da frutto diffusa praticamente su tutto il territorio della penisola. La sua coltivazione è praticata oltre che nei frutteti come monocoltura anche nei piccoli orti dagli amatori che di solito coltivano la pianta per uso familiare.

In questa guida tratteremo della potatura del pero partendo dalle fasi iniziali di impostazione della forma per poi passare agli interventi di potatura di produzione finalizzati a massimizzare la resa del raccolto.

Prima di iniziare ad analizzare i diversi tipi di potatura è necessario fare qualche accenno alla forma naturale della pianta, al portamento della chioma, allo sviluppo e al tipo di ramificazioni.

Portamento e caratteristiche della pianta

Il pero comune(Pirus communis) è una pianta a portamento arboreo con un altezza che varia da 5-6 metri per le piante innestate su franco e circa 3-4 metri per le piante innestate su cotogno.

La fruttificazione nel caso dei peri delle varietà William (ma anche altre) avviene sui brindilli, sulle ramificazioni di un anno di età. Sulle varietà come Abate fètel invece la fioritura avviene sulle lamburde portate dai rami di due anni di età.

Le ramificazioni del pero su cui compaiono i frutti sono diverse elencate di seguito:

  • Brindilli, rami di ridotta lunghezza con un anno di età.  Su di essi sono presenti un numero variabile di gemme a legno e a fiore. Le gemme a legno sono presenti per tutta la lunghezza del brindillo mentre quelle a fiore sono concentrate in particolare nella parte terminale e alla punta.
  • Lamburda, queste ramificazioni sono molto corte, hanno una lunghezza di 1 cm, massimo 2cm. Al loro apice è presente una sola gemma a fiore.
  • Dardi, questo è un tipo di rami a legno con lunghezza molto ridotta.
  • Borsa, questo tipo di formazione legnosa si presenta in seguito alla fioritura di una lamburda nell’anno precedente, la borsa a sua volta presenta una o due lamburde oppure dei dardi.
  • Zampa di gallo, è chiamata in questo modo il tratto di ramificazione che presenta due o più borse, la forma appunto ricorda la zampa di un gallo.

Un pero a seconda del portainnesto (o portinnesto) su cui viene allevato, della varietà e della pezzatura dei frutti può arrivare a produrre una quantità di raccolto che varia da 15 a 60 Kg.

Forme di allevamento

Il pero è una pianta di straordinario interesse, da questa sua diffusione si sono create negli anni diverse forme di allevamento. Ciò però è dovuto probabilmente in maniera principale all’elasticità del suo legno che permette di plasmare la pianta con forme in volume e forme appiattite molto diverse tra loro.

Ci sono vari aspetti che è necessario tenere a mente nel momento della scelta della forma, di seguito elenchiamo alcuni di questi in modo che risulti più facile capire quale forme è meglio applicare alle proprie piante di pero.

I sesti di impianto (le distanze tra le piante e i filari) variano molto a seconda del tipo di portainnesto utilizzato e dal grado di fertilità del terreno.

Ad esempio per i terreni fertili e con l’utilizzo di piante innestate su cotogno sono necessari almeno 3-4 metri quadri per pianta quindi circa 2 metri di distanza tra le piante e 4 metri tra le file. Di seguito una tabella riassuntiva dei più comuni portainnesti con le relative distanze.

Forma di allevamento Portainnesto Distanza tra le piante Distanza tra le file
Palmetta Cotogno A 4,7 m
Cotogno C 4,7 m
Piramide Cotogno A 4,7 m
Cotogno C 4 m
Piramide nana Cotogno A 1,5 m 2 m
Cotogno C 1,2 m 2 m
Spalliera Cotogno A 4,7 m
Cotogno C 3,5 m
Cespuglio Cotogno A 4,7 m  5,5 m
Cotogno C 3,5 m 5,5 m
Cordone Cotogno A, Cotogno C 75 cm oppure 1 m 2 m

Le forme di allevamento del pero sono molte, quelle principali e più diffuse sono le seguenti:

  • A piramide questa forma richiede un po’ più di tempo per essere realizzata. La produzione dei frutti quindi verrà ritardata.
  • A fuso, questa forma molto facile da conferire richiede un impostazione iniziale e tagli contenuti nei successivi 2-3 anni di allevamento.
  • Fusetto, questa è una variante della forma a fuso, è più contenuta, per applicarla si concentrano i tagli nella stagione primaverile (potatura verde), in inverno si effettueranno leggere cimature.
  • Forma naturale,  molto facile da realizzare prevede un tronco non troppo alto da cui dipartiranno le branche principali, in genere 3 o 4. I tagli da effettuare sono pochi e limitati al solo contenimento della chioma e alla rimozione di rami vecchi o malati.
  • Palmetta, viene realizzata in due modi, con un taglio annuale della freccia oppure come per la palmetta anticipata ovvero favorendo lo sviluppo dell’asse centrale e con tagli delle branche mantenere l’equilibrio nelle parti laterali oppure sfoltendo le parti distali delle branche con l’eliminazione dei germogli in soprannumero nel periodo estivo.
  • A vaso, forma che richiama quella naturale.
  • A cespuglio

Altre meno conosciute sono accomunate da una disposizione del tronco eretta, definita obbligata, queste forme richiedono torsioni, inclinazioni e curvature dei rami per permetterne la disposizione, sono necessari a seconda dei casi anche delle legature e delle inclinazioni che possono essere praticate con sostegni esterni o con fili.

  • Siepe belga
  • Cordone semplice
  • Cordone doppio
  • Trilosanga

Ci sono poi quelle a tronco inclinato e sono:

  • A bandiera
  • Lépage
  • Bouché Thomas

Non tutte queste forme possono essere conferite già dai primi stati di crescita poiché il pero non sempre tollera tagli drastici, queste forme infatti richiedono numerose operazioni di potatura.

La scelta quindi deve essere molto oculata, si devono tenere in considerazioni sia le possibilità di spazio, quanta distanza si può lasciare dalle altre piante o dagli altri esemplari, ma questo fattore deve essere valutato ancora prima in fase di scelta del portainnesto. C’è poi da considerare se le piante vengono allevate come esemplari singoli, in questo caso le forme possono essere appiattite o libere ma sempre in relazione alle possibilità di spazio e di collocazione.

Potatura di formazione

Le forme come appena scritto sono davvero molte, si adattano a tutte le necessità ma bisogna valutare bene la scelta. Alcune di queste sono più facili da realizzare, altre invece di più difficile realizzazione vengono applicate soltanto su pochi esemplari collocati perlopiù in giardini come piatne ornamentali.

Di seguito descriveremo quelle più diffuse e adatte a singole piante o a medi-grandi frutteti (pereti) in monocoltura.

Forma libera

Questa è la forma più facile da conferire e che asseconda totalmente lo sviluppo naturale dell’albero di pero.

La prima operazione da fare è a carico dell’astone, questo dovrà essere cimato ad un altezza di 80-100 cm dalla base, si stimolerà in questo modo l’emissione di nuovi germogli, tra questi ci saranno quelli che poi si trasformeranno nelle branche principali dell’impalcatura. L’operazione di cimatura va effettuata non appena si procede alla messa a dimora delle piante di pero.

Forma a cespuglio

La prima operazione da effettuare per allevare il pero a cespuglio è la cimatura dell’astone nel periodo invernale.

Il taglio dovrà essere effettuato a 60-70cm da terra appena al disopra di un germoglio vigoroso. Al disotto del taglio dovranno essere presenti almeno 2-3 germogli abbastanza robusti e disposti già ben distanziati tra loro, queste saranno le branche principali che sosterranno l’intera struttura. Questa operazione però va fatta soltanto se si ha a che fare con un astone dotato di ramificazioni laterali. In caso contrario l’astone dovrà essere ridotto sempre a 60-70cm da terra e si dovranno praticare delle intaccature alla base delle gemme più in alto stimolando in questo modo la formazione di nuove nella parte più bassa. Le altre ramificazioni dovranno essere eliminate, nel periodo estivo così si saranno ottenuti i getti che andranno a formare le future branche.

Sempre nello stesso intervento si dovranno accorciare questi germogli (per le piante che ne sono già dotati) fino a due terzi della loro lunghezza appena dopo una gemma rivolta verso l’alto. Il resto delle ramificazioni dovrà essere eliminato al punto di origine poiché non sarà necessario.

Le ramificazioni che si svilupperanno in modo più accentuato dovranno subire un inclinazione verso l’alto in modo da rallentarne la crescita, con questa tecnica la linfa scorre con più fatica.

Nel secondo anno gli interventi di potatura richiedono l’eliminazione dei getti che crescono verso il basso e verso l’interno della chioma. Tuttavia parte di quelli che si sviluppano verso il basso vanno conservati per ottenere la caratteristica forma a cespuglio, se non presenti è necessario inclinare le ramificazioni al fine di direzionarle verso terra.

Durante il secondo anno nel periodo invernale si dovranno scegliere un numero cospicuo di getti che si saranno sviluppati sulle branche primarie, dovranno essere ben distanziati tra loro. Questi germogli dovranno essere accorciati a metà della loro lunghezza non appena dopo una gemma rivolta verso l’esterno. Un altra operazione da compiere è la cimatura dei getti rimanenti, di questi verranno salvaguardate però almeno 4-5 gemme. Le ramificazioni che vanno a svilupparsi verso il centro della pianta dovranno essere eliminate raso al loro punto di origine.

Nell’estate del secondo anno si taglieranno i succhioni che crescono verticalmente, questo intervento è da considerare di potatura verde.

Nel terzo anno si sarà raggiunta la forma stabilita con una buona chioma equilibrata, le branche risulteranno con 8-9 ramificazioni secondarie.

Negli anni successivi si effettuerà la potatura di produzione nel periodo invernale. Per le piante che producono speroni è necessario praticare un alleggerimento particolarmente accentuato, le ramificazioni vanno eliminate in gran parte e quelle rimanenti devono essere cimate.

Piramide nana

La forma di allevamento a piramide nana riduce la dimensione della pianta in questo modo gli interventi di raccolta e potatura diventano più agevoli, i sesti di impianto inoltre possono essere più ridotti.

La prima operazione da compiere per ottenere questa forma è il taglio dell’astone principale ad un altezza di 50-70cm. Se l’astone presenta delle ramificazioni laterali è necessario cimarle a 15 cm e rimuovere poi quelle che crescono verso il basso.

Successivamente in estate i rami laterali dovranno essere accorciati fino ad una gemma rivolta verso il basso, le ramificazioni dovranno risultare con al massimo 5-6 foglie. Questa operazione è necessaria per anticipare la fruttificazione e cosa più importante per stimolare lo sviluppo di nuova vegetazione orizzontale.

Nel periodo invernale dello stesso anno si dovrà operare nuovamente a carico dell’astone principale. Il prolungamento, ovvero il germoglio principale della chioma dovrà essere ridotto alla lunghezza di 25 cm appena al disopra di una gemma opposta al suo punto di inserzione.

Quest’ultima operazione dovrà essere ripetuta annualmente alternando le gemme in direzione opposta formando così un fusto centrale quanto più equilibrato possibile. Il getto principale verrà fatto sviluppare fino all’altezza desiderata dopodiché alla fine del periodo primaverile verrà accorciato lasciando una nuova gemma.

Gli altri interventi di potatura negli anni successivi  vanno effettuati nel periodo estivo. I rami guida dovranno essere accorciati lasciando circa 6 foglie, i getti sub-laterali vanno ridotti in lunghezza lasciando soltanto una foglia laterale. I nuovi getti che si sono formati sui rami principali vanno accorciati lasciando tre foglie soltanto.

In genere dopo gli interventi estivi (ma non sempre) si sviluppano dei nuovi rami secondari, di questi ne verranno scelti tre da lasciare integri, gli altri andranno rimossi.

La potatura invernale richiede il taglio degli speroni quando questi risultano eccessivamente lunghi e l’accorciamento del getto principale come descritto prima.

Forma a palmetta “palspindel”

Questa forma denominata anche “pal-spindel” è una variante della classica forma a palmetta, permette di avere piante con una sola impalcatura.

Il primo passo da fare dopo la messa a dimora della pianta è la cimatura dell’astone principale a 60cm da terra, allo stesso tempo se sono presenti ulteriori ramificazioni lungo il tronco dovranno essere eliminate a moncone lungo 1cm.

Nel periodo estivo si dovranno selezionare i germogli laterali che andranno formare le branche e il prolungamento dell’asse centrale. In questo periodo i germogli dovranno avere già una lunghezza di 15-20 cm, se così non fosse bisognerà rimandare l’operazione più tardi (1-2 mesi). Se invece i rami sono già sviluppati si selezionano quelli più sani e vigorosi di uguale diametro e si eliminano i getti verticali lasciando solo uno in prossimità del taglio effettuato precedentemente.

Nel corso della stagione estiva si osserverà lo sviluppo dei germogli, quelli più vigorosi e dovranno essere cimati, l’obiettivo è quello di formare delle branche uguali evitando squilibri.

Nel periodo autunnale del primo anno si dovranno effettuare le legature dei germogli che avranno già raggiunto una lunghezza di circa 40-50 cm. La legatura viene realizzata a 80 cm da terra, i giovani rami dovranno essere legati con una leggera inclinazione.

Nel secondo anno di coltivazione si dovrà effettuare la legatura dei rami, il nuovo filo di sostegno dovrà essere sistemato ad un altezza di 2 metri. In primavera si pratica il taglio delle nuove ramificazioni che si sono formate sull’asse principale della pianta di pero. Sempre in primavera si effettua l’inclinazione delle branche a 45 gradi rispetto al fusto verticale, questo soltanto se i rami hanno una lunghezza superiore a 70cm, altrimenti si dovrà lasciarle sviluppare ancora un po’ nella loro posizione verticale.

Più tardi di 3-4 settimane si dovrà effettuare lo sfoltimento dei germogli che si formeranno all’apice del fusto principale e nella parte apicale delle branche principali.

Successivamente nel periodo estivo si praticano le curvature dei nuovi germogli cresciuti sull’asse centrale e sulle due branche laterali, in autunno dovrebbero aver raggiunto già la lunghezza di 50cm a questo punto andranno curvati di 60 gradi rispetto al fusto principale.

Nel terzo anno di coltivazione la chioma dovrebbe aver raggiunto un buon grado di sviluppo e a seconda della varietà coltivata si potrebbe già avere la prima fruttificazione. Non appena la pianta raggiungerà i 3 metri di altezza sarà necessario predisporre il nuovo filo di sostegno a cui verranno ancorate le ramificazioni.

Per tutti gli interventi di legatura è necessario ricordare di utilizzare uno spago abbastanza resistente ma di evitare di stringerlo eccessivamente per non incorrere in segni sul legno o incarnimenti.

Potatura di produzione

La potatura di produzione del pero si diversifica a seconda del tipo di varietà scelta. È importante capire bene quale varietà si ha a disposizione e conoscere quali tipi di ramificazioni prevalgono sulla pianta. In questo modo si riuscirà a scegliere i rami giusti da tagliare senza commettere errori.

Le varietà che fruttificano sui brindilli hanno bisogno nel periodo estivo di un taglio abbastanza marcato sulle ramificazioni lunghe. Diversamente le varietà che fruttificano sulle lamburde dovranno essere accorciate annualmente con tagli di un terzo della loro lunghezza. Ci sono poi le varietà che fruttificano su lamburde e sugli apici vegetativi, in questi casi si pratica una potatura corta sugli apici  per la metà delle lamburde.

L’obiettivo principale della potatura di produzione è quello di rinnovare le ramificazioni a frutto. Il periodo più indicato per la potatura di produzione è quello della ripresa vegetativa quando le gemme a legno non si sono ancora aperte.

Negli alberi già sviluppati la potatura consiste nell’accorciamento della punta dell’asse centrale e delle branche qualche decimetro per far rientrare la pianta nella lunghezza stabilita dalla forma. Il taglio andrà fatto appena sopra una ramificazione laterale di uno o due anni di età. In seguito si elimineranno i rami che fanno concorrenza a queste ramificazioni accorciate, poi si sfoltiranno leggermente le nuove cime selezionate.

L’altro intervento richiede l’eliminazione di tutti i succhioni presenti nella chioma per le piante che hanno già assunto la forma stabilita.

Potatura di rinnovo

Le piante ben tenute di pero che hanno già prodotto hanno raggiunto anche un buon grado di vigoria. Se si è provveduto ad effettuare gli interventi periodici di potatura verde non sono necessari grossi interventi di potatura di rinnovo.

Le piante già sviluppate non necessitano di forti tagli, anzi, un forte diradamento delle ramificazioni può indurre la pianta a produrre un grosso ammontare di vegetazione.

Diversamente nelle piante con scarsa vigoria sarà necessaria una potatura più forte per consentire una maggiore produzione di ramificazioni fruttifere. In questi casi si eliminano tramite taglio circa il 30-40% delle gemme a fiore. Negli esemplari molto deboli si ricorre a un taglio della metà delle gemme fiorali.

Potatura verde

La potatura verde del pero si effettua in base al tipo di forma da applicare, non tutte la richiedono ma ci sono comunque alcuni  interventi comuni che è doveroso fare.

I tagli di potatura verde sono descritti per le diverse forme di allevamento elencate nei paragrafi precedenti.

Altri accorgimenti

Per la potatura annuale nel periodo invernale i rami a legno con età di un anno non dovranno essere accorciati. Questi infatti dovranno ricevere un diradamento in base al carico della chioma, si dovrà quindi operare solo sulle ramificazioni che ne hanno bisogno, quelle poco sviluppate dovranno rimanere intatte.

Il pero non è particolarmente soggetto al fenomeno dell’alternanza dei frutti anche se alcune varietà possono manifestarlo più di altre. Non sono quindi necessari interventi di diradamento in fase di allegagione almeno non per tutte le varietà.

Adv.

Related Posts