Il mandorlo è una pianta appartenente alla famiglia delle rosacee. È considerato un fruttifero minore in quando la sua coltivazione non è intensiva, la sua diffusione è comunque ampia su tutto il territorio italiano con la presenza di molte varietà ricercate.
Come per altre piante da frutto anche il mandorlo necessita di potature sia in fase iniziale di allevamento che durante il suo sviluppo. Le operazioni da effettuare non sono molto complesse e con i dovuti accorgimenti si riusciranno ad avere ottimi risultati in termini di resa. La seguente guida illustrerà come potare il mandorlo partendo dall’astone da vivaio e la potatura delle piante già formate e produttive.
Prima di addentrarci nelle tecniche vere e proprie facciamo il punto sulla pianta di mandorlo cercando di capire com’è fatta e quali sono le sue caratteristiche principali al fine di comprendere meglio le sue esigenze e non commettere errori in fase di potatura.
Portamento e caratteristiche della pianta
Il mandorlo è una pianta arborea che si sviluppa ad altezze massime di circa 7-8 metri, le dimensioni finali comunque dipendono molto dal tipo di portainnesto utilizzato e in minima parte dalla forma di allevamento. Per approfondire puoi consultare la scheda del mandorlo e i suoi portainnesti. Le ramificazioni del mandorlo sono assurgenti, lo sviluppo della chioma è espanso.
Molte varietà sono autosterili necessitano quindi della presenza di varietà impollinatrici nelle vicinanze, questo è un aspetto molto importante da non sottovalutare.
I fiori del mandorlo si sviluppano sulle ramificazioni di un anno di età, sono molto precoci e appaiono sui rami già dal mese di febbraio. I rami fruttiferi sono però sia i rami misti che i mazzetti di maggio. Alcune cultivar hanno la tendenza a produrre la maggior parte dei fiori sui rami misti, per questo motivo in queste la potatura di produzione dovrà concentrarsi su questo tipo di ramificazioni.
Forme di allevamento
Le forme di allevamento più diffuse per il mandorlo sono quelle a cespuglio, a vaso e a fuso libero.
La forma a vaso consiste nell’allevare un tronco ad un altezza di circa 80-90 cm da terra dopo il quale dipartono 3 o 4 branche principali. Questa forma è la preferita in quanto permette di avere il miglior rapporto tra produttività e comodità nelle diverse operazioni: raccolta, taglio e trattamenti antiparassitari.
I sesti di impianto variano in funzione della fertilità del terreno ma anche a seconda della scelta del portainnesto. Le piante più vigorose necessitano di una distanza di circa 6 metri tra le piante e i filari. Quelle meno vigorose e più compatte possono essere coltivate a distanze di 5 metri.
Potatura di formazione
La potatura di formazione inizia dal momento dell’impianto, la prima operazione da fare è la cimatura dell’astone principale ad un altezza di 80 o al massimo 100 cm da terra. Successivamente si procederà alla scelta di quelle che saranno le 3 oppure 4 branche principali che andranno a costituire l’impalcatura base della pianta.
Si sceglieranno quindi i germogli e si provvederà subito alla loro inclinazione di circa 35 gradi rispetto al tronco, durante la scelta bisognerà prestare attenzione anche alla distanza che le branche avranno tra di loro, si dovranno scegliere i germogli che si presentano in distanze di 90 o 120 gradi tra loro rispettivamente se si desidera ottenere 4 o 3 branche. Ciò è indispensabile per mantenere l’equilibrio della chioma ed evitare pericolosi carichi squilibrati che possono in futuro danneggiare la pianta.
Per la legatura e la guida dei giovani germogli si utilizzano o delle canne comuni ancorate a terra con la giusta inclinazione oppure dei paletti in legno a cui andranno legati degli spaghi che metteranno in tensione i rami.
Alla fine del primo anno di sviluppo dell’albero si dovrà intervenire a carico dei germogli scelti per la realizzazione delle branche, questi dovranno subire un taglio di accorciamento di un terzo della loro lunghezza appena sopra una gemma rivolta verso l’esterno.
Durante il secondo anno di allevamento le branche avranno raggiunto già un certo sviluppo e avranno emesso dei germogli secondari che saranno ormai ben sviluppati, a questi verrà applicato lo stesso principio riservato alle branche principali nell’anno precedente: si accorceranno di circa un terzo della loro lunghezza preservano una gemma rivolta all’esterno con l’obiettivo di espandere la chioma.
Un altra operazione da fare nel secondo anno è la rimozione dei polloni e sei succhioni specialmente quelli più vigorosi che concorrono nello sviluppo delle branche e/o delle sottobranche.
Negli anni successivi dal terzo in poi si continueranno le operazioni di rimozione dei succhioni e si continuerà ad allevare la chioma cercando di favorire la distribuzione dei rami e l’equilibrio generale.
Potatura di produzione
La potatura di produzione inizierà in genere dal quarto anno di età. Lo scopo di questo intervento è quello di mantenere l’equilibrio tra la vegetazione della pianta e la quantità di frutti ma non solo, i tagli di produzione consentono anche di limitare il fenomeno dell’alternanza di produzione dei frutti. Questo intervento si effettua durante il periodo di riposo vegetativo della pianta ovvero durante l’inverno.
I tagli consistono nel contenimento della vegetazione troppo lunga cercando sempre di livellare le varie parti della chioma nel loro insieme in modo da dare l’equilibrio migliore. Si elimineranno i polloni che crescono in prossimità delle branche, alcuni di questi però andranno lasciati se si ha bisogno di rinnovare una parte della chioma malata o danneggiata.
Potatura di rinnovo
La potatura di rinnovo anche detta di ringiovanimento consente di mantenere le piante in salute e di dare nuova vita a quelle vecchie e trascurate ottenendo così anche una buona produzione di frutti, si effettua nel periodo invernale.
In modo simile a quando si sostituisce una branca o una porzione di chioma malata la potatura di rinnovo mantiene gli stessi principi di base. Si andranno quindi a sostituire le branche improduttive scegliendo le ramificazioni più vicine e sane che possono dare continuità alla chioma senza squilibri.
Allo stesso modo si elimineranno le ramificazioni affestellate all’interno della chioma cercando di dare accesso alla luce. Si partirà prima dalle ramificazioni malate o danneggiate dalle intemperie, queste dovranno essere le prime eliminate poiché possono portare danni alla pianta.
Potatura verde
La potatura verde del mandorlo si effettua nel periodo estivo. L’operazione si pratica nelle piante ben sviluppate e consiste nella rimozione di un quarto di rami più vecchi che hanno prodotto frutti. Questo taglio servirà a stimolare la pianta a produrre nuova vegetazione.
Altri accorgimenti
Un errore da non commettere sulle piante di mandorlo è l’eccessiva potatura, i tagli frequenti infatti stimolano la pianta all’emissione di numerosi succhioni oltre che ad una copiosa produzione di gomma.
Anche per questo motivo le forme di allevamento più diffuse sono quelle in volume che prevedono un libero sviluppo della chioma senza la necessità di effettuare numerosi tagli.