Il Kiwi chiamato anche Actinidia dal nome del genere a cui appartiene è una pianta originaria del Medio Oriente che si è adattata nel corso degli anni al clima temperato mediterraneo.
Le potature del Kiwi sono necessarie sia per poche piante che per monocolture (actinidieti) destinate alla sola produzione di frutti. Oltre a massimizzare la resa del prodotto finale la potatura dell’actinidia permette il mantenimento in salute delle piante e in minima parte favorisce anche la preventiva diagnosi di malattie a carico delle parti legnose. Prima di analizzare i diversi metodi di potatura vediamo brevemente com’è fatta la pianta di Kiwi e la sua coltivazione nel nostro paese.
La pianta del Kiwi è dioica, per la produzione di frutti è quindi necessario la presenza di piante maschio e femmina. Le piante femminili sono dette anche pistillifere mentre quelle maschili vengono definite staminifere, questi termini derivano rispettivamente da pistillo e stame.
Si tratta di piante molto vigorose dotate di foglie molto ampie capaci di assorbire una buona quantità di luce necessaria alla fotosintesi. La fioritura della pianta avviene indicativamente nel mese di giugno la durata è di 15-30 giorni, i fiori sono molto abbondanti e l’impollinazione è affidata soprattutto agli insetti tra cui le preziose api.
In Italia la produzione si attesta mediamente sulle 316.000 Tonnellate (Fonte ISTAT, 1999) più di recente la produzione è salita a 402.900 tonnellate (previsione CSO 2013-2014). La produzione di Actinidia in Italia si concentra soprattutto nelle regione di Lazio, Emilia Romagna, Piemonte e Veneto, seguono la Campania e la Calabria e in minima parte le altre regioni.
Portamento e caratteristiche della pianta
La pianta di Kiwi ha un portamento rampicante. Le ramificazioni principali sono grosse e molto sviluppate, la pianta quindi necessita di sostegni per la coltivazione. I tralci, così vengono chiamati i rami della pianta, raggiungono lunghezze molto importanti e possono arrivare anche a 9 metri, tuttavia le forme di allevamento ridimensionano considerevolmente queste lunghezze.
Per una buona produzione è necessario rispettare i sesti di impianto evitando anche il sovraffollamento della vegetazione e l’aggrovigliamento delle ramificazioni.
Forme di allevamento
Le forme di allevamento del Kiwi sono diverse, tuttavia soltanto due di queste sono usate nelle ampie colture poiché risultano più semplici da realizzare ma più che altro massimizzano la produzione e favoriscono gli interventi di manutenzione.
Forma a cordone
La prima forma di allevamento è quella a cordone, non molto usata nelle monocolture ma facilmente realizzabile per poche piante. Prevede la formazione di un tronco principale e di due branche laterali opposte. L’altezza delle branche da terra è di circa due metri, permette quindi una facile raccolta e interventi di potatura senza troppi sforzi.
Forma a spalliera
Questa forma di allevamento non è più usata poiché non si adatta bene al naturale portamento della pianta di Actinidia. Questo metodo di allevamento è piatto, rende molto difficoltoso l’allevamento della pianta richiedendo numerose potature.
Forma a pergola
La forma di allevamento a pergola è quella più usata. Per permettere lo sviluppo delle piante allevate in questo modo è necessario predisporre dei pali che sosterranno i filari a cui le ramificazioni potranno aggrapparsi.
Per la realizzazione del pergolato si utilizzano in genere dei paletti di cemento armato che assicurano un ottima stabilità dell’impianto, vengono impiegati gli stessi paletti usati per la coltura della vite. Per risparmiare sul costo di questi sostegni in genere vengono scelti quelli forati che comunque restano molto stabili e robusti grazie all’armatura in ferro di diametro 0,5mm usato come anima interna, sono più leggeri grazie alla quantità minore di cemento usato.
La lunghezza dei pali deve essere minimo di 4 metri, per assicurare una massima stabilità vanno interrati ad 1 metro di profondità; i restanti tre metri permettono di disporre la vegetazione ad un altezza ottimale per la raccolta e un agevole potatura delle ramificazioni. La disposizione dei pali viene fatta ogni 4 metri a seconda della grandezza dell’impianto, questa è la distanza massima che permette una buona stabilità della struttura. All’apice dei pali ci saranno dei tiranti che serviranno per mettere in tensione i fili che sosterranno le ramificazioni.
Per far sviluppare le piante di kiwi a pergolato si alleva il tronco alla produzione di due branche principali, dette anche cordoni. Non appena si effettua la messa a dimora della pianta si cima il fusto principale ad un altezza di circa 1,8 metri, si formeranno successivamente delle gemme che porteranno nuove ramificazioni, di queste verranno allevate soltanto due facendole sviluppare in modo opposto ad angolo retto.
Un altro metodo per ottenere la produzione di ramificazioni a pergola è quello di far crescere il fusto principale piegandolo a 90 gradi. Il primo cordone quindi sarà formato dal fusto principale, il secondo dovrà essere selezionato nel momento della potatura invernale scegliendo quello più robusto ed eliminando gli altri.
Per favorire lo sviluppo di nuovi rami si mette in atto una tecnica che consiste nel piegare verso il basso le ramificazioni principali, questo permette la produzione di branche che verranno sfruttate per il rinnovo quando sarà necessario (dopo il secondo anno in genere).
Forma a tendone
L’allevamento del Kiwi secondo la forma a tendone prevede all’incirca le stesse tecniche descritte per la realizzazione della forma a pergola. Per quanto riguarda la sistemazione dei pali e dell’impianto si seguiranno le stesse indicazioni, si provvederà però ad abbassare l’altezza dell’impianto a 2-2,4 metri, impiegando magari dei pali più corti.
Questa forma però prevede la produzione di quattro branche principali per pianta disposte a croce, in alternativa si possono coltivare due piante ognuna dotata di due branche.
Le ramificazioni che si formeranno annualmente sulle quattro branche principali andranno eliminate ad ogni stagione estive oppure od ogni due o tre anni.
Potatura di formazione
La potatura di formazione o di allevamento dell’Actinidia viene effettuata nei primi due anni dalla messa a dimora delle piante. In questo tempo la pianta dovrà formare un buon fusto il più possibile dritto, a tal fine si dovranno effettuare delle legature continuative e una guida costante del tronco.
L’obiettivo primario della potatura di formazione è quello di realizzare la biforcazione delle branche principali che devono essere due per la forma a pergola, quattro per quella a cordone (o due piante dotate di due branche). Si elimineranno quindi tutti i getti che dipartono dal tronco perché non serviranno alla produzione della vegetazione, non sono in linea con la forma da impostare e inoltre sono sterili.
Per quanto riguarda la potatura delle piante maschili di Kiwi essa dovrà avvenire dopo la fioritura e prevede unicamente il mantenimento dei germogli da cui cresceranno parte dei fiori. Questi germogli si sviluppano nella parte inferiore dei tralci. L’altro intervento interessa la metà o poco meno dei tralci che portano i germogli fioriferi. Questi dovranno essere ridotti in lunghezza fino a 3-4 gemme.
Altri interventi di potatura dovranno essere evitati, la potatura verde dovrà essere limitata alla rimozione delle gemme sul fusto principale. Ciò serve per favorire la produzione delle branche, lo sviluppo del tronco e di un sano e vigoroso apparato radicale.
Potatura di produzione
La potatura di produzione del kiwi si effettua nel periodo invernale o in due interventi uno in inverno e una in primavera-estate.
Nel Kiwi le gemme che nascono dai rami di un anno si svilupperanno in germogli fruttiferi, le gemme invece che si sviluppano nei primissimi nodi invece non portano frutti.
Tutte le ramificazioni che hanno già prodotto dei frutti nella maggioranza dei casi ne resteranno prive nell’anno successivo. Le branche destinate a portare frutti andranno quindi rinnovate periodicamente.
Dopo il periodo di dormienza le gemme delle due branche principali produrranno delle nuove branche secondarie da cui si avrà la produzione di frutti. I primi germogli fruttiferi dovranno ricevere una potatura verde per permettere ai nutrienti di concentrarsi sullo sviluppo dei fiori e dei frutti. I fiori si svilupperanno nella prima parte della branca vicino all’attaccatura. La potatura verde inoltre prevede la rimozione delle ramificazioni effettuando un taglio dopo almeno dieci gemme dall’ultimo frutto.
Dopo la produzione dei frutti e quindi quando la pianta entrerà in riposo vegetativo nel periodo invernale si dovrà intervenire per ridurre il numero di branche, si accorceranno le restanti 3 o 4 gemme dall’ultima branca che ha fruttificato. Alla ripresa vegetativa della pianta si formeranno nuove branche che dovranno essere eliminate tramite un taglio.
In concomitanza con la produzione di fiori si avrà la crescita di nuove gemme alla base delle branche secondarie, di queste ne andrà conservata una che sarà destinata a diventare una robusta ramificazione che andrà a sostituire l’intera branca quando questa avrà smesso di essere produttiva. Le branche da sostituire vanno eliminate nel periodo di dormienza (periodo invernale).
Potatura di rinnovo
La potatura di rinnovo del Kiwi va effettuata eliminando i rami produttivi ogni due o tre anni. Queste ramificazioni seppure hanno portato una buona fruttificazione gli anni precedenti dopo il terzo anno produrranno si frutti ma in modo molto limitato e con un pezzatura molto ridotta. In verità ciò non sempre avviene con una cadenza regolare, è molto probabile che già dal secondo anno non si avrà più produzione di nuovi frutti su questi tralci.
La potatura di rinnovo prevede inoltre sia nelle piante maschili che in quelle femminili la rimozione nel periodo invernale dei tralci deboli, danneggiati e improduttivi.
Potatura verde
La potatura verde del Kiwi è fatta con lo scopo di favorire la penetrazione della luce nella chioma al fine di permettere un illuminazione totale del fogliame. Inoltre tale pratica prevede l’accorciamento dei capi molto vigorosi al di sopra dei frutti per impedire rotture per via del carico provocato dagli stessi. Si dovranno quindi rimuovere le foglie in eccesso in prossimità dei frutti.
La potatura verde dell’Actinidia prevede la rimozione dei succhioni come descritto in precedenza, si eliminano quelli che dipartono dal tronco e che non sono destinati alla produzione per via della loro sterilità.
Andranno eliminati anche i polloni basali, praticando quindi la spollonatura, le forme di allevamento del kiwi infatti prevedono il mantenimento di un solo fusto principale.
Negli esemplari maschi di kiwi la potatura verde prevede la rimozione del fogliame in eccesso per favorire una migliore illuminazione e stimolare la vegetazione alla differenziazione dei fiori per la stagione successiva.
Infine la pratica della potatura verde del Kiwi favorisce la prevenzione di attacchi da parte di malattie fungine, queste infatti si sviluppano in condizioni di eccessiva umidità della pianta (la poca luce favorisce i ristagni di goccioline d’acqua nelle parti poco esposte).
Altri accorgimenti
Per mantenere un corretto sviluppo delle piante è necessario evitare potature eccessive ovvero tagli troppo lunghi. Questi interventi infatti stimolano la produzione di rami fruttiferi, ma ciò non significa una buona produzione, questi rami infatti avranno una crescita piuttosto indeterminata andando a formare dei nodi dannosi alla pianta. La chioma quindi si svilupperà in modo intricato formando anche un ombreggiamento che ostacolerà in modo significativo la produzione di frutti.
Inoltre la potatura eccessiva spingerà la pianta a fruttificare sull’ultima parte delle ramificazioni, la lontananza dal tronco dai frutti ne determinerà ridotte dimensioni, l’afflusso di nutrienti risulterà più difficile. Le potature successive risulteranno anche molto più difficili da realizzare ostacolando soprattutto i tagli di rinnovo.
È importante ricordare che i germogli produttivi da preservare alla loro formazione producono 5-7 gemme nella zona iniziale del tralcio su di essi si svilupperanno almeno una foglia e uno o tre fiori.
Infine per quanto riguarda la rimozione dei succhioni in piante deboli è necessario valutare attentamente se uno di questi potrà servire per la sostituzione delle branche principali in caso risultino improduttive. Dopo il periodo della fioritura quindi si possono raccorciare di poco favorendo la produzione di nuovi germogli.