Questa guida tratta della potatura del Kaki (Diospyros kaki), cachi chiamato anche loto o diòspiro, pianta da frutto originaria della Cina diffusa in tutto il territorio Italiano.
Verranno illustrate le fasi di allevamento iniziale, la potatura di produzione e alcuni accorgimenti importanti volti alla massimizzazione della produzione e al mantenimento in salute della pianta. Prima di analizzare a fondo questi aspetti è bene fare qualche cenno a quella che è la struttura di base della pianta, il suo portamento e le sue caratteristiche principali per capire meglio come potare il kaki e non commettere errori grossolani che possono compromettere la produzione.
Portamento e caratteristiche della pianta
Il kaki è una specie a portamento arboreo a foglie decidue. La pianta a crescita particolarmente lenta raggiunge altezze che possono arrivare anche a 10-15 metri. La chioma è globosa con un espansione massima di 10 metri.
Nel corso degli anni sono state selezionate varie cultivar, molte di esse sono rustiche altre più delicate ma la maggior parte di esse resiste bene a temperature invernali rigide. Il loro portamento, l’aspetto più importante, è molto variabile, si distinguono principalmente in cultivar nane e cultivar vigorose.
Per quanto riguarda il tipo di vegetazione caratteristica del cachi si hanno due tipologie: gemme a legno e gemme miste queste portano i fiori all’ascella delle foglie diversamente le ramificazioni vigorose presentano fiori soltanto all’ascella delle prime foglie alla base. I brindilli invece sono ricchi di fiori per tutta la loro lunghezza e possiedono una gemma finale a legno.
Forme di allevamento
Le forme di allevamento del kaki sono varie e rispondono sia alle esigenze delle monocolture che a quelle degli amatori i quali coltivano in genere poche piante.
Le forme con cui è possibile allevare il cachi sono:
- Forma libera
- A vaso libero
- Palmetta
- Piramide
La forma più comune di allevamento è quella a vaso libero, caratterizzata da un tronco principale con un altezza di un metro dopo il quale dipartono tre branche principali inclinate di 30-45 gradi. Le piante allevate in questo modo raggiungono dimensioni più ridotte rispetto alle controparti lasciate sviluppare liberamente, la forma prevede infatti una larghezza della chioma di 6 o al massimo 8 metri e un altezza di 4-5 metri. I sesti di impianto di conseguenza terranno conto di queste misure favorendo inoltre le operazioni di raccolta e di potatura, saranno quindi di 4-6 metri tra le piante e 7-8 metri tra i filari.
In questa impostazione le impalcature principali sono composte da numerose sottobranche le quali sono più lunghe alla base e man mano si accorciano arrivando nella parte alta della chioma.
Un altra forma di allevamento molto diffusa nelle coltivazioni industriali di kaki è quella a palmetta che risulta compatibile con la raccolta meccanizzata e favorisce un più facile intervento di manutenzione. Questa forma prevede l’impostazione di tre oppure quattro palchi con branche inclinate a 60 gradi. I sesti di impianto richiedono una distanza tra le piante di 5-5,5 m e 6 m tra i filari.
La forma a piramide prevede un fusto allevato fino ad un altezza di 120cm. La pianta è composta da tre o quattro branche equamente distanziate che formeranno l’impalcatura iniziale, le altre impalcature vanno allevate negli anni successivi con modalità simili a quelle utilizzate per la palmetta. La forma a piramide presenta circa 3-4 palchi di branche.
Potatura di formazione
Qualsiasi sia la forma scelta per l’allevamento del cachi bisogna tenere in mente che la pianta ha un grado di accrescimento particolarmente lento, di conseguenza gli interventi di potatura prima di arrivare alla forma finale dureranno per alcuni anni. In media le piante giovani devono ricevere dal momento della messa a dimora interventi per la durata di 5-7 anni prima di raggiungere una forma completa.
Forma a vaso
Gli interventi di potatura della forma a vaso vanno praticati su piante giovani appena messe a dimora, soltanto in questo modo si possono avere buoni risultati guidando lo sviluppo quando le ramificazioni sono tenere e facilmente direzionabili.
La messa a dimora viene fatta nel periodo autunnale in quelle zone dove l’inverno è particolarmente mite, altrimenti è opportuno attendere la fine delle gelate e provvedere all’impianto a fine inverno inizio primavera.
Sia che si scelga la messa a dimora autunnale che quella a fine inverno è necessario appena giunta la primavera in marzo-aprile effettuare la prima operazione di taglio a carico dell’astone principale. Il tronco principale dovrà essere cimato ad un altezza di 120cm dalla superficie del suolo, il resto della vegetazione rimarrà intatto si elimineranno soltanto i rami al disotto delle ramificazioni lasciate, quelle che sono sul tronco in basso che non serviranno per la formazione della chioma.
Più tardi nel mese di maggio sarà necessario cominciare a selezionare i tre germogli ovvero le tre branche che andranno a formare l’impalcatura della chioma. Questi dovranno avere già una distanza tra loro di circa 120 gradi, se ne selezioneranno quindi 3 eliminando tutti gli altri. Se i germogli non dovessero presentare una curvatura perfetta è possibile praticare alcune legature con spago e paletti ancorati al terreno ma questo soltanto nel momento del loro sviluppo almeno a 10-20cm sarà quindi fatto più tardi a ottobre. Inoltre su questi germogli dovrà essere praticata anche un inclinazione di circa 60 gradi evitando così ogni rischio di scosciatura.
Nel secondo anno prima della germogliazione delle gemme si dovrà effettuare un ulteriore cimatura dell’astone principale portandolo alla stessa altezza dell’attaccatura dell’ultima branca.
Negli anni successivi si dovrà dare libera cresciuta alle ramificazioni, dovranno essere eliminate soltanto quelle che crescono intricate, favorendo la distribuzione del carico dei rami equamente sulle branche.
Forma a palmetta
Anche questa forma è abbastanza diffusa, viene applicata prevalentemente in colture industriali ma può essere data anche a un numero ridotto di piante in fila singola con ottimi risultati.
Come consigliato per la forma a vaso è necessario che la pianta venga messa a dimora nel periodo autunnale per ricevere successivamente gli interventi iniziali di formazione.
La prima operazione da fare è la capitozzatura dell’astone. Questa pratica consiste nel taglio dell’astone principale ad una certa altezza, in genere 120-130cm. L’operazione va effettuata prima dell’apertura delle gemme a fine inverno.
Successivamente si procede alla scelta dei tre germogli principali, il primo di questi è quello destinato al prolungamento del tronco e sarà quindi quello che crescerà in verticale. Gli altri due dovranno essere opposti (uno a destra e uno a sinistra) e sfasati di almeno 10 cm. Questi germogli una volta formati dovranno ricevere anche un inclinazione di almeno 60 gradi e guidati sempre in modo opposto. Per questa operazione come sempre si useranno degli spaghi con filo o meglio ancora delle canne abbastanza lunghe 3-3,5 metri ancorate al terreno.
Successivamente nel secondo anno sempre prima della ripresa delle gemme si dovrà effettuare un ulteriore riduzione del fusto principale accorciandolo ad un altezza di un metro dalla prima impalcatura, i germogli che si svilupperanno al disotto del punto di taglio serviranno per formare la seconda impalcatura. Le ramificazioni laterali con una lunghezza inferiore ad un metro andranno ridotte di qualche decimetro per permettere lo sviluppo di ulteriore vegetazione.
Nei due anni successivi di dovranno ripetere le stesse procedure per permettere la formazione della terza e della quarta impalcatura, si procederà con tagli sulle ramificazioni meno sviluppate (meno di un metro di lunghezza) per favorire la produzione di ulteriore vegetazione principalmente sulle ultime impalcature. Le ramificazioni più vigorose invece dovranno essere lasciate intatte.
Potatura di produzione
La potatura di produzione del kaki si potrà iniziare dopo aver assicurato alla pianta una forma ben definita. Questi interventi quindi inizieranno a secondo del grado di crescita della pianta in genere dopo il 5-6 anno.
Le potature di mantenimento richiedono l’eliminazione delle ramificazioni che hanno prodotto frutti tramite alcuni tagli di ritorno. L’altro punto importante è l’eliminazione delle ramificazioni intricate e lo sfoltimento della chioma quando essa si presenterà con troppe ramificazioni.
Per mantenere l’altezza della chioma secondo le dimensioni prestabilite è necessario evitare gli interventi di potatura a carico degli speroni. È giusto invece cimarli in modo tale da indurli alla produzione di gemme fiorali ottenendo così frutti che con il loro peso favoriranno la piegatura naturale di queste ramificazioni.
Per stimolare la produzione dei frutti sulla parte bassa della chioma si dovrà comunque evitare di cimare troppo intensivamente questa zona. Al contrario si effettueranno cimature più numerose sulla parte alta senza però eliminare del tutto le ramificazioni come spiegato prima.
Ulteriori interventi di potatura di mantenimento richiedono l’eliminazione dei rami vigorosi in soprannumero ma solo quelli che hanno fruttificato. Diversamente le ramificazioni robuste rimaste dovranno essere ridotte ad una lunghezza di pochi centimetri conservando alcune gemme in modo da favorire un ulteriore emissione di ricacci. Evitare di attuare questo tipo di taglio sulle ramificazioni più esterne delle branche per non incorrere ad una produzione che allargherebbe troppo la chioma.
Da evitare inoltre la formazione dei frutti sui rami troppo lunghi, questi infatti potrebbero col peso scosciare le ramificazioni, per evitare questo inconveniente è meglio accorciarli ad una lunghezza di 40cm.
Potatura di rinnovo
Nel caso si debba intervenire su piante che non hanno ricevuto un buon allevamento o che semplicemente sono state abbandonate per un certo periodo è possibile recuperarle praticando alcuni tagli di rinnovo.
La potatura di rinnovo però non si limita alle pratiche di recupero. Sono infatti considerati tagli di rinnovo tutti quelli a carico della vegetazione che ha già fruttificato e che deve essere sostituita, per maggiori dettagli vedere i precedenti paragrafi.
Per le branche che sono sviluppate eccessivamente in lunghezza posizionate nella parte alta della chioma si può procedere come segue:
- Si riduce la parte in alto fino al suo punto di sviluppo.
- Vengono potati i rami troppo lunghi nella parte più bassa della branca, quelli che tendono a svilupparsi in direzione della parte appena eliminata. Questi rami vanno tagliati a sperone.
- Si cimano le sottobranche che tendono a svilupparsi troppo all’esterno.
- Vengono eliminate le ramificazioni più deboli che tendono verso il basso, quasi a sperone.
La potatura a carico delle branche troppo piene di rami è una pratica comune sulle piante trascurate. La prima operazione è il taglio della parte finale che tende verso l’alto e più carica di rametti secondari. Successivamente si tagliano del tutto i rametti più lunghi lasciando solo quelli singoli. Tra quelli singoli rimasti si cimeranno quasi a sperone quelli più lunghi vanno poi eliminate le ramificazioni più deboli.
Potatura verde
Gli interventi di potatura verde del kaki riguardano principalmente la cimatura dei getti formati sulle branche principali al fine di aumentare la produzione di vegetazione.
Tutte le pratiche di potatura verde sono strettamente correlate alla formazione della chioma che avviene fino al 6-7 anno.
Altri accorgimenti
È importante prestare attenzione ai lavori di potatura e in particolare alla vegetazione delle cultivar più delicate ovvero quelle nanizzanti. Queste sono caratterizzate da una vegetazione tenera che potrebbe facilmente danneggiarsi se non si prestano le dovute attenzioni.
Inoltre queste ramificazioni piuttosto deboli sono facilmente soggette alla piegatura dovuta al carico dei frutti, in questi casi si dovrà procedere con legature e sostegni esterni con paletti in legno o canne.
Oltre a questo aspetto bisogna tenere in considerazione il periodo di intervento della potatura secca nei mesi invernali. È necessario che i tagli vengano effettuati prima della germogliazione delle gemme poiché eventuali gelate tardive possono compromettere seriamente la pianta.
Altre pratiche sono quelle dell’arieggiamento della chioma tramite tagli di rimozione del fogliame troppo fitto e il diradamento delle gemme fiorali al fine di limitare la cascola eccessiva che può verificarsi in alcune annate. In particolare per l’eliminazione dei fiori si deve far attenzione a togliere soltanto quelli che si sviluppano esternamente al ramo lasciando quelli che si sviluppano verso il basso e quelli laterali, meno soggetti alla cascola.