Questa guida tratta della potatura del castagno in tutte le sue fasi, dall’allevamento iniziale scegliendo la forma più opportuna a seconda dello spazio a disposizione, alle fasi di mantenimento e di produzione.
Prima di vedere in dettaglio i vari tipi di potatura è bene conoscere alcuni aspetti principali della pianta di castagno i quali serviranno a comprendere meglio il suo allevamento e le operazioni di taglio.
L’albero di castagno è originario della Cina, nel nostro paese è coltivato a quote collinari fino ai 1000-1200 metri, molto diffusi sono i campi destinati alla produzione delle castagne.
Portamento e caratteristiche della pianta
La pianta di castagno può raggiungere dimensioni considerevoli, in natura la sua altezza massima è di 30 metri con un estensione della chioma di circa 15 metri. L’albero di castagno ha un portamento colonnare e una chioma globosa molto espansa, quindi le distanze di impianto minime richieste sono abbastanza ampie.
La singola pianta di castagno presenta sia fiori femminili, facilmente riconoscibili con il loro aspetto a riccio e sia fiori maschili i cosiddetti amenti. Le piante però sono autosterili e per l’impollinazione è richiesta la presenza di varietà diverse.
Come per altre piante da frutto anche il castagno è soggetto al fenomeno dell’alternanza della produzione, si avranno quindi annate con una produzione abbondante seguite da altre con produzione scarsa o talvolta quasi nulla. Non c’è quindi da allarmarsi se nel proprio castagneto si verifichino questi fenomeni. Non tutte le piante manifestano l’alternanza della produzione lo stesso anno, si possono avere piante molto produttive e altre meno produttive nella stessa stagione. Tramite interventi mirati di potatura dopo gli 8-9 anni di età si potrà limitare questo fenomeno.
Ultima nota riguarda la produzione dei frutti di castagno. Essi vengono prodotti principalmente all’esterno della chioma, questo è un altro importante motivo per cui lo sviluppo della pianta deve essere lasciato libero.
Forme di allevamento
Le forme di allevamento del castagno assecondano principalmente il portamento naturale della chioma, si può dire quindi che non c’è una vera e propria forma di allevamento ma una serie di interventi che assicurano un buon stato di sviluppo delle ramificazioni.
La pianta di castagno (Castanea sativa) è una specie eliofila, ciò significa che necessita di un ambiente aperto e un esposizione in pieno sole per poter vegetare al meglio. La chioma dovrà essere allevata attentamente, deve svilupparsi in modo uniforme ed equilibrato. Di conseguenza le distanze di impianto dovranno tenere conto anche di questo aspetto, pena il facile deperimento delle ramificazioni laterali colte da seccume (malattia comune su questa specie).
I sesti di impianto cambiano però anche a seconda della varietà coltivata. I marroni ad esempio (le varietà a frutto grosso) richiedono una distanza di 8 metri tra le piante e 9 metri tra le file. Gli ibridi euro-giapponesi invece necessitano di circa 6 metri tra le piante e 7 metri tra le file.
Potatura di formazione
La fase di allevamento del castagno in genere perdura per 4-5 anni negli ibridi giapponesi e 6-7 per quelli europei, durante questo periodo è necessario quindi intervenire con le dovute potature per assicurare una forma di base.
Il primo intervento da effettuare possibilmente nella fase di messa a dimora è la dotazione di un palo di sostegno. Questo palo può essere di vario materiale ma in genere si preferisce uno di legno con una lunghezza di 3 metri circa di cui un metro andrà interrato. Il palo servirà da guida per lo sviluppo eretto del tronco del castagno.
In concomitanza con la dotazione del sostegno si effettuerà un primo accorciamento dell’astone principale ad un altezza di 120-130cm.
La fase successiva dopo il primo anno dalla messa a dimora richiede la rimozione dei polloni che si svilupperanno dal ceppo della pianta. Il taglio dovrà essere effettuato all’attaccatura del pollone e talvolta può essere necessaria la rimozione del terreno per facilitare questa operazione. In questo periodo l’astone principale avrà emesso alcune gemme, per continuare lo sviluppo dell’asse principale quindi se ne sceglierà una in posizione verticale.
Quando il fusto principale ha raggiunto un altezza considerevole le ramificazioni fino ad un altezza di 3-3,5 metri andranno rimosse completamente, si lascerà quindi questa parte completamente priva di vegetazione. L’allevamento delle branche avverrà a 3-3,5 metri, la tendenza dei rami ad abbassarsi infatti richiede un altezza maggiore per facilitare le varie lavorazioni. I tagli andranno tutti sterilizzati con un prodotto rameico tipo ossicloruro di rame per evitare il diffondersi di pericolose malattie.
Le ramificazioni dovranno essere allevate liberamente, non si effettuerà nessun taglio su di esse e verranno fatte crescere senza alcun intervento.
Potatura di produzione
Le piante in pieno sviluppo e che portano già dei frutti dovranno ricevere annualmente delle operazioni di potatura. Si elimineranno prima di tutto i polloni che si formano alla base del ceppo, da eliminare anche i succhioni che si sviluppano sulle branche e sul tronco, quest’ultimo dovrà rimanere pulito (privo di ramificazioni) fino ad un altezza di 3-3,5 metri.
In questa fase è opportuno anche eliminare eventuali branche scosciate dal peso della neve o da intemperie.
Altre operazioni riguardano essenzialmente la chioma, questa dovrà risultare uniforme e la luce dovrà penetrare in modo uguale sia nella parte bassa che in quella centrale, si elimineranno quindi le ramificazioni intricate e quelle danneggiate.
Quando le piante di castagno hanno superato il nono e il decimo anno di età per favorire la produzione si interviene con potature a carico della chioma, questa pratica viene effettuata su tutte le cultivar ma quelle euro-giapponesi ne hanno più bisogno. Questo intervento è finalizzato all’aumento della produzione e si effettua ogni due o tre anni. L’obiettivo principale è quello di sfoltire parte dei rami e delle sottobranche inducendo la pianta a produrre nuova vegetazione fertile. La fruttificazione avviene in maggioranza sui rami di un anno di età.
La potatura volta all’aumento della fruttificazione viene realizzata mediante tagli di ritorno a carico delle ramificazioni delle sottobranche e delle branche principali. Gli interventi devono essere più accentuati sulle piante che hanno meno vigore e presentano una produzione più scarsa, diversamente su quelle più vigorose il numero di tagli dovrà essere ridotto.
Per le piante che hanno una produzione stentata è necessario intervenire riducendo la chioma di circa il 30%, si interviene principalmente sulla vegetazione lunga 20-30cm.
Potatura di rinnovo
La potatura di rinnovo del castagno è riconducibile in prevalenza agli interventi di potatura di produzione. Questi tagli interessano principalmente le ramificazioni corte al massimo di 30cm poste sulle branche e sulle sottobranche. Esse risultano poco produttive, con un taglio però la pianta viene messa in condizioni di produrre nuova vegetazione.
Altri interventi di potatura di rinnovo riguardano le ramificazioni colpite dal cancro della corteccia. Questi rami devono essere eliminati per evitare la diffusione dei funghi, i tagli andranno poi sterilizzati con prodotti rameici. Anche le ramificazioni danneggiate o spezzate necessitano di essere tagliate al loro punto di origine.
Le piante molto sviluppate e che hanno molti anni di vita hanno bisogno però di un intervento molto più drastico al fine di indurre una nuova produzione di vegetazione. Su queste piante si agirà a livello delle branche e delle sottobranche praticato un intervento di capitozzatura ovvero un taglio netto di queste ramificazioni. Questi tagli interessano una superficie molto ampia di legno e quindi saranno necessarie delle motoseghe per essere praticati. I tagli infine andranno cosparsi di prodotti rameici per evitare l’infezione da parte di funghi.
Potatura verde
La potatura verde del castagno interessa principalmente i polloni che si formano alla base del ceppo. Questi tagli vanno effettuati annualmente durante il mese di aprile.
Come già scritto nei paragrafi precedenti sarà necessario eliminarli al loro punto di origine e a volte è necessario smuovere parte del terreno per arrivare alla loro inserzione. Queste ramificazioni non sono necessarie e in maggior misura nelle piante giovani sottraggono preziosi nutrimenti concorrendo alla formazione del tronco principale.
Altri accorgimenti
Le operazioni più comuni da praticare sul castagno riguardano il momento prima della raccolta. Prima della cascola naturale dei frutti è necessario ripulire il terreno alla base delle piante per permettere una più agevole raccolta.
Se sono rimaste delle ramaglie in seguito alla potatura è opportuno eliminarle e lasciare quanto più pulito il prato. Se l’erba è alta va eliminata con un tosaerba o decespugliatori.
Il castagno è molto soggetto al cancro della corteccia provocato dal fungo Endothia parasitica per questo motivo ogni taglio deve essere subito cosparso di poltiglia bordolese oppure ossicloruro di rame. Anche gli utensili è bene che siano ben ripuliti prima e dopo ogni utilizzo disinfettandoli in modo da evitare l’infezione di funghi.
In ultimo tutti i rami, i germogli e le parti tagliate della pianta vanno subito rimosse dal castagneto. Il pericolo di inoculo di agenti patogeni passa anche per i residui colturali, è bene quindi bruciarle rispettando sempre le normative regionali in materia oppure allontanarle definitivamente dalla coltura.