Pistacchio, Pistacia vera

Descrizione

La pianta di pistacchio appartiene alla famiglia delle Anacardiaceae la stessa del mango e dell’albero del pepe. Si tratta di un albero molto longevo che può superare anche i due secoli di vita, raggiunge un altezza massima di 10 metri, ha una chioma globosa larga al massimo 11 m.

La pianta è originaria del medioriente molto diffusa nei territori di Turkestan, Siria e Iran il quale risulta il maggiore produttore a livello mondiale. In Europa i produttori maggiori sono Italia (mediamente 3000 tonnellate annue), Spagna e Grecia. La regione più attiva in Italia per la coltivazione del pistacchio è la Sicilia.

La pianta di pistacchio è una specie dioica, per la produzione di frutti sono necessari almeno un esemplare maschio ogni 8 esemplari femmina. Come accennato è una pianta arborea molto longeva, le piante destinate alla produzione vengono mantenute ad altezze di circa 5 metri al fine di poter svolgere comodamente le operazioni colturali. Ci sono alcune differenze tra le piante maschili e quelle femminili soprattutto per quanto riguarda la conformazione della chioma, al riguardo ne abbiamo già scritto nella guida alla potatura.

Oltre la coltivazione come fruttifero è possibile piantare il pistacchio anche per fini ornamentali in quanto i frutti hanno un bellissimo aspetto nel periodo di accrescimento e maturazione, non sono rare le piante che vengono coltivate nei primi anni di vita in vaso.

Per quanto riguarda l’aspetto generale della pianta non ci sono particolari rilevanti, il fogliame è composto da foglioline di colore verde in numero da 3 a 5 tipicamente di forma ovale sulla loro superficie è presente una sottile peluria che scompare una volta che si sono sviluppate completamente. I fiori sono riuniti in pannocchie con una lunghezza che va dai 5 ai 10 cm compaiono sulla pianta dal mese di aprile e proseguono progressivamente per tutto il mese di maggio. L’impollinazione è anemocora.

Le gemme fiorali compaiono prevalentemente sui rami di due anni di età ciò è importante per i fini della potatura.

I frutti del pistacchio chiamati appunto pistacchi sono delle drupe ricoperte da un mallo di colore verde-rossiccio che una volta raggiuntala maturazione si apre rilasciando il frutto.

La pianta di pistacchio entra in produzione a partire dal quinto o sesto anno di età, la produzione aumenta progressivamente fino a stabilizzarsi intorno al quindicesimo anno di età, la produttività della pianta è di circa 35 anni. Un singolo esemplare di pistacchio può produrre dai 10 ai 25 kg di frutti, peso comprensivo dei gusci.

I pistacchi oltre che essere consumati come frutta secca trovano impiego in molti tipi di preparazione come insaccati, preparati dolciari come il torrone, salse e per antipasti.

Varietà e cultivar di Pistacchio

La sua coltivazione localizzata soprattutto nel sud e in particolare in Sicilia ha permesso la diffusione di varietà locali molto importanti e ricercate anche nel resto d’Europa. Quelle più importanti sono:

  • Pistacchio di Bronte
  • Napoletana, pistacchio bianco nostrale
  • Cerasola
  • Insolia
  • Silvana
  • Ragalna
  • Radano
  • Natalora
  • Biancavilla
  • Femminella
  • Cappuccia

Varietà straniere

Esistono anche diverse varietà straniere che possono essere coltivate senza problemi sul nostro territorio, bisogna però valutarne la precocità alcune risultano particolarmente tardive, tra le più rinomate ci sono:

  • Kerman
  • Kern
  • Larnaka
  • Red Aleppo

Portainnesti

Oltre al pistacchio vero e proprio specie Pistacia vera come portainnesto possono essere usati anche il Pistacia terebinthus chiamato Terebinto e il Pistacia lentiscus anche se non è molto diffuso.

Queste due specie sono utilizzate anche come piante ornamentali. L’utilizzo del portainnesto ha effetti sia sul portamento della pianta, è possibile quindi ridurne le dimensioni, sia sulla produttività che sull’adattabilità a diverse tipologie di terreno.

Un portainnesto straniero molto diffuso è l’UCB#1 derivante dall’incrocio delle specie Pistacia atlantica e Pistacia integerrima

Periodo di impianto

Il periodo di impianto ottimale per il pistacchio è quello autunnale. L’ideale è scegliere un periodo asciutto e di bel tempo in modo da poter effettuare le lavorazioni senza troppi problemi. La messa a dimora delle piante può essere fatta anche nel mese di marzo.

Esigenze colturali

La pianta di pistacchio necessita di particolari condizioni di temperatura per crescere, per quanto riguarda il terreno e la disponibilità di nutrienti è più tollerante ma è comunque necessario rientrare entro certi limiti per ottenere una buona produzione.

Tipo di terreno

Il tipo di terreno ideale per il Pistacchio è composto da una buona percentuale di sostanza organica, un umidità medio-bassa e una tessitura mediamente compatta.

Il pistacchio possiede comunque un ottimo grado di adattabilità, resiste bene infatti a terreni calcarei, compatti, aridi e ricchi di calcio. Nonostante ciò è necessario evitare assolutamente i ristagni idrici, vanno quindi scartati tutti i terreni eccessivamente argillosi e irrigui soprattutto se in prossimità ci sono dei canali o ruscelli.

Esposizione

L’esposizione della pianta deve essere in pieno sole. Per ottenere una produzione soddisfacente è necessario che la coltivazione avvenga esclusivamente in zone a inverno mite dove le temperature scendono raramente sotto i -5 gradi anche se la pianta nel periodo di dormienza tollera temperature ben più rigide oltre i -15, durante il periodo di vegetazione la pianta non deve essere esposta a temperature inferiori ai 7-10 gradi. I ritorni di gelo nella fase di fioritura o fruttificazione possono bloccare lo sviluppo della pianta.

Il tempo minimo di vernalizzazione è di 700 ore a temperature inferiori a 7 gradi.

La zona ideale di coltivazione è al sud in territori collinari dai 300 fino agli 800 metri o nelle zone di pianura particolarmente calde, la pianta comunque può essere coltivata anche in territori più freddi ma soltanto come esemplare ornamentale poiché difficilmente riuscirà a portare frutti. L’orientamento ideale del pistacchieto è a sud.

Tecnica di impianto

La prima operazione da fare una volta scelto il terreno è una lavorazione di fondo e la distribuzione di letame anche se non è strettamente necessario specialmente se il terreno è già mediamente ricco di sostanza organica.

I sesti di impianto per la coltivazione del pistacchio sono di minimo 5 metri a massimo 6 metri sia tra le piante che tra i filari. Per l’impianto si utilizzano di solito piante già innestate vendute in vivaio.

Accorgimenti colturali

Durante il periodo primaverile nei frutteti di pistacchio si dovrà cominciare ad effettuare la prima lavorazione di sarchiatura del terreno al fine di eliminare le erbe infestanti. Questa operazione va ripetuta altre due volte fino all’inizio dell’autunno e servirà oltre che ad eliminare ulteriori erbe infestanti cresciute anche a rompere la crosta superficiale del terreno e a diminuire la traspirazione di acqua.

Irrigazione

L’irrigazione del pistacchio è limitata al periodo di torrido caldo estivo. Durante il resto dell’anno difficilmente si avrà necessità di irrigare la coltura.

Discorso diverso deve essere fatto per le giovani piante, queste hanno bisogno di un irrigazione già a partire dalla primavera quando iniziano i primi caldi, ciò favorirà uno sviluppo maggiore della pianta. Le piante fino agli 8 anni di età hanno un esigenza idrica compresa tra i 1200-1800 litri di acqua per anno.

Nei pistacchieti specializzati l’irrigazione viene effettuata con sistemi a microjet o a goccia, in fase di messa a dimora è bene prevedere anche la collocazione di un impianto predisposto.

Concimazione

Il primo apporto di sostanza organica viene effettuato al momento della lavorazione di fondo del terreno. Si utilizzano dai 300 ai 400 quintali di letame ogni ettaro di terreno a cui andranno aggiunti perfosfato-19 in quantità di 12 quintali e 5 quintali di solfato di potassio. Le quantità comunque dovranno essere attentamente valutate e variate a seconda delle condizioni del terreno, a tal fine è necessaria una prima attenta analisi con campionature da analizzare in laboratorio.

Per i frutteti di estensione limitata la sola letamazione con stallatico animale il più delle volte è sufficiente.

Gli interventi di concimazione annuale prevedono una somministrazione nella fase di ripresa vegetativa ad aprile con l’apporto di azoto, successivamente nel mese di maggio si può somministrare un concime ternario completo.

Potatura

La potatura del pistacchio è un’operazione necessaria per mantenere le piante produttive e in salute. La forma di allevamento più diffusa è quella a vaso libero che asseconda la conformazione naturale della chioma.

La prima operazione di potatura si effettua al momento dell’impianto con la cimatura dell’astone, dopodiché si alleveranno le branche principali tre o quattro equamente distanziate.

Per le piante in produzione si effettuerà un intervento di diradamento dei rami nel periodo invernale al fine di dare maggiore areazione alla chioma. Per i dettagli sulla potatura del pistacchio consultare la guida dedicata.

Raccolta

La raccolta del pistacchio si effettua a partire dal mese di agosto. Si tratta di una maturazione scalare per questo motivo si dovranno prevedere più passate al fine di raccogliere al giusto grado di maturazione tutti i frutti.

Il mallo esterno che ricopre i frutti deve essere eliminato per permettere la successiva essiccatura della durata di circa 3-4 giorni. A tal fine si utilizzano degli appositi macchinari. Successivamente all’essiccatura, ma questo varia a seconda della destinazione del prodotto, i pistacchi vengono sgusciati e privati dalla pellicola violacea che li ricopre.

Malattie, parassiti e avversità

Anche se si tratta di una pianta resistente al caldo e anche ai freddi invernali nel periodo di dormienza il pistacchio non è esente da malattie e parassiti.

Tra le problematiche principali ci sono:

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