Descrizione
Il noce è una pianta da frutto molto diffusa sul territorio Italiano, la pianta oltre che a produrre noci che vengono consumate come frutta secca è conosciuta e apprezzata anche per il ricercato e prezioso legno. È una pianta arborea originaria dell’Europa sud orientale presente nella zona dell’Himalaya e diffusa largamente in Cina sudoccidentale e in Russia centrale.
La sua presenza si riscontra in gran parte come pianta spontanea in zone montane e collinari dai 500 m fino ai 1200 metri di altitudine. La sua concentrazione è in particolare nelle zone appenniniche dal nord fino al sud Italia dove trova un clima piuttosto mite con inverni da mediamente rigidi a miti. In Europa il nostro paese è il secondo produttore dopo la Francia.
La pianta di noce (Juglans regia) è molto vigorosa, allo stato naturale riesce a raggiungere e superare i 20-25 metri di altezza. L’espansione della chioma è invece più contenuta con larghezze che arrivano al massimo a 15 metri. È anche una pianta molto longeva riesce a produrre a lungo e se ben tenuta può superare il secolo di vita.
La pianta di noce viene coltivata anche per fini ornamentali in giardini abbastanza ampi. Il fogliame della pianta è aromatico, le foglie sono pennate, lunghe mediamente sui 30cm e composte da foglioline in numero variabile da 5 a 9. Le foglioline sono di forma ellittica od ovata di colore verde e nelle piante giovani hanno una colorazione bronzo-porpora.
È una specie monoica con impollinazione anemocora ovvero affidata al vento. Tuttavia per ottenere una buona fruttificazione è necessario valutare bene la scelta delle varietà e la loro sistemazione al momento dell’impianto molte cultivar infatti pur essendo autofertili hanno tempi differenti nella formazione dei fiori.
Il noce incomincia a produrre mediamente dopo l’ottavo-decimo anno di età. La produzione è incrementale e si stabilizza dopo il trentesimo anno di età dove la produzione rimane costante per 15-20 anni per poi calare progressivamente. Il quantitativo di frutti prodotti per le giovani piante si attesta mediamente sui 10 kg, le piante mature e più vigorose possono produrre in media 60 kg, bisogna comunque considerare eventuali malattie e problematiche agronomiche.
Varietà e cultivar
Data la sua importanza come fruttifero e come pianta per la produzione di pregiato legname il noce ha un ampio numero di varietà e cultivar diffuse principalmente a livello locale. Tra quelle più importanti ci sono:
- Gigante di volpara, varietà a frutti grossi
- Bleggiana, varietà a frutti piccoli
- Sorrento, frutti di piccole dimensioni
- di Benevento, frutti grossi
- di San Giovanni, frutti di medie dimensioni
Le cultivar straniere sono:
- Granjean
- Marbot
- Payne
- Serr
- Parisienne
- Eureka
- Hartley
- Broadview
- Buccaneer
- Franquette
- Lara
Portainnesti
È luogo comune credere che la coltivazione del noce avvenga in prevalenza da seme. Questa considerazione seppure non del tutto priva di fondamento è in parte errata. Chi coltiva più piante e possiede un noceto lo sa bene e il motivo è semplice. Per la maggior parte delle piante la coltivazione da seme implica la perdita di parte del corredo genetico della pianta madre, ciò comporta che i frutti generati non corrispondono del tutto alle caratteristiche dei frutti da cui derivano.
Si preferisce quindi utilizzare alcuni portainnesti e diffondere le varietà attraverso la pratica dell’innesto.
I portinnesti utilizzati per il noce sono prevalentemente il noce franco ovvero quello nato da seme e il noce nero (Juglans nigra). Queste due tipologie hanno caratteristiche differenti ma non comportano particolari vantaggi se non altro per la resistenza maggiore in particolari condizioni della specie nigra.
Le pratiche di innesto più diffuse sul noce sono l’innesto a doppio spacco inglese e l’innesto a occhio.
Periodo di impianto
L’impianto del noce può essere fatto sia tramite seme che utilizzando piante di alcuni anni di età prelevate in vivaio. Entrambi i metodi richiedono lo svolgimento dell’operazione nel periodo autunnale indicativamente nei mesi di settembre e ottobre.
Esigenze colturali
Non sono molte le esigenze della pianta di noce grazie anche alla sua particolare resistenza ai freddi invernali. Come per altre colture dovrà essere prestata particolare attenzione alle caratteristiche del terreno e alle esigenze in fatto di nutrienti essenziali durante la fase successiva alla messa a dimora.
Tipo di terreno
Il noce per vegetare al meglio necessita di un terreno sciolto, possibilmente ricco di sostanza organica e con un pH compreso tra 6 e 7,5 quindi sono ideali i terreni sub-acidi e neutri.
Sono da evitare i terreni troppo compatti come quelli argillosi dove risiede il pericolo di ristagni idrici che possono essere molto pericolosi per questo fruttifero.
La scelta del terreno destinato all’allevamento delle piante da seme deve essere fatta con più attenzione, si devono scegliere substrati di coltivazione abbastanza fertili e ben drenati per evitare lo sviluppo di malattie fungine all’apparato radicale.
Esposizione
L’esposizione della pianta di noce deve essere necessariamente in pieno sole dato soprattutto le grandi dimensioni che la pianta è capace di raggiungere. Nelle colture del nord Italia l’esposizione ideale è un orientamento a sud o sud-est, evitare esposizioni a nord per non compromettere la fase della fioritura. È necessario valutare attentamente lo spazio a disposizione anche se si intende coltivare la pianta per fini ornamentali.
Il noce è una pianta molto rustica e resiste a freddi invernali, a temperature raggiungono anche i -15 gradi può essere quindi coltivata anche in zone fredde ma bisogna prestare attenzione ai ritorni di gelo durante il periodo della fioritura e della formazione dei frutti.
Le esigenze climatiche non richiedono particolari requisiti eccetto che per le ore minime di freddo, la vernalizzazione richiede che la pianta riceva dalle 500 alle 900 ore di temperatura al disotto dei 7 gradi.
Tecnica di impianto
Per l’impianto di un nuovo noceto si utilizzano sempre piante di alcuni anni di età prelevate in vivaio. La scelta varietale dipende dall’uso che se ne vuole fare e quindi importante distinguere il noce da frutto da quella da legno. Le varietà indicate all’inizio di questo articolo sono tutte adatte al consumo alimentare.
La coltivazione del noce può essere fatta impiantando le noci in un vivaio ovvero in un appezzamento di terreno destinato a far sviluppare i franchi, le piante cresciute da seme, che verranno destinate come portainnesti per le varietà che più si preferisce. L’alternativa è quella di prelevare direttamente le varietà desiderate in un vivaio magari prenotando in anticipo il quantitativo di esemplari di cui si necessita. Questo se non altro è importante per ottenere piante di eguale età e avere una produzione omogenea nel noceto.
La semina delle noci viene effettuata nel periodo autunnale interrano i frutti non necessariamente privi di mallo in uno strato pari al doppio dello spessore della noce. Le piantine potranno essere messe a dimora quando avranno raggiunto l’altezza di circa 20 cm.
Per l’impianto degli astoni da vivaio si procede in modo differente, analizzato il terreno si procederà ad una lavorazione di fondo con un aratura o una fresatura a seconda delle caratteristiche del terreno, al riguardo può venire utile la lettura della guida su come preparare il terreno prima della semina, in modo da farsi un idea di come procedere. Subito dopo la lavorazione di fondo si incorpora nel terreno del letame maturo in ragione di 350 quintali ogni ettaro di terreno. Se fosse necessario integrare altri elementi per particolari carenze del terreno, da prevedere tramite un analisi, sarà necessario apportarli in concomitanza con questa concimazione.
Le piante saranno pronte per la messa a dimora dopo il secondo anno di coltivazione dal momento della semina. Potranno essere messe a dimora in autunno e subire l’innesto della varietà prescelta nel periodo invernale. I sesti di impiantano variano da 10 metri tra le file e le piante nei terreni più piccoli mentre in quelli più estesi si aumentano a 15 metri.
Accorgimenti colturali
Nei primi anni di coltivazione per le piante coltivate da seme e per almeno un anno per gli astoni da vivaio sarà necessario effettuare una sarchiatura del terreno per eliminare le erbe infestanti e una pacciamatura al fine di controllare sia lo sviluppo delle infestanti che limitare la traspirazione di acqua dal terreno in quanto l’umidità è molto importante per lo sviluppo dell’apparato radicale.
Un altro vantaggio della pacciamatura è quello di fornire un ulteriore apporto di sostanza organica in particolare di azoto se si utilizzano specie erbacee coltivate per il sovescio. Si possono realizzare anche delle semine con piante da sovescio utilizzando delle specie erbacee adatte allo scopo. La successiva falciatura apporterà un ulteriore fonte di azoto per le radici del noce.
Irrigazione
L’irrigazione del noce è necessaria non appena incominciano a verificarsi i primi caldi intensi dell’anno. Gli interventi irrigui nei periodi che vanno da giugno a settembre devono essere intervallati di 10 o 15 giorni e sospesi per circa 10 giorni non appena si verificano episodi di pioggia.
Concimazione
Durante i primi anni di crescita se non sono presenti particolari carenze dovute alla tipologia del terreno si potrà limitare l’apporto si sostanza organica allo sfalcio dell’erba fatta crescere nell’interfilare.
Dal quinto anno in poi si può intervenire con l’apporto di fosforo.
Potatura
Il noce necessita di un trattamento di potatura dopo i primi anni di crescita e a seconda della forma con cui si preferisce allevare gli esemplari. I tagli frequenti non sono molto tollerati dalla pianta e data la sua natura non sono nemmeno necessari in quanto sarebbe dispendioso e insensato cercare di contenere le sue dimensioni. La forma libera con tagli oculati durante il suo sviluppo è il migliore metodo di allevamento che si può riservare a questo fruttifero. Anche la forma a vaso con l’impalcatura di tre branche principali è un metodo di allevamento molto diffuso.
Per approfondire la potatura del noce consigliamo la lettura dell’apposita guida.
Raccolta
La raccolta del noce viene effettuata a partire dal mese di settembre e dura a seconda delle varietà coltivate fino alla fine del mese di novembre. La raccolta avviene non appena il mallo (l’involucro che racchiude la noce) si spacca, si utilizza il metodo dell’abbacchiatura tramite strumenti meccanizzati.
Le noci raccolte vengono fatte essiccare per un periodo più o meno lungo.
Malattie, parassiti e avversità
Sul noce non mancano gli attacchi da parte di parassiti e varie avversità che se non trattate con attenzione possono portare ad un danno non indifferente alle piante.
Gli insetti più pericolosi per la pianta di noce sono:
- Carpocapsa (Cydia pomonella)
- Cantaride (Lytta cesicatoria)
- Morimo scabroso
- Piralide (Apomyelois ceratoniae)
- Euzophera bigella
- Rodilegno rosso
- Eriofidi
- Rodilegno giallo
- Afidi
- Ephestia parassitella
Altre malattie pericolose del noce sono
- Antrancosi (Gnomonia leptostyla)
- Xantomonas juglandis
- Maculatura batterica delle foglie
- Marciume del colletto
- Marciume radicale
- Cancro del legno
- Disseccamento dei rami
Approfondimenti
Bibliografia
- RHS Encyclopedia of Gardening, Christopher Brickell
- Il noce, Vincenzo Forte – Edagricole
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