Descrizione
Il mirtillo gigante Americano specie Vaccinium corymbosym è una pianta a portamento cespuglioso appartenente alla famiglia delle Ericacee. Questa pianta ha origine dal più comune mirtillo selvatico Americano.
Viene coltivato principalmente in zone di pianura e collinari, in luoghi riparati dai forti venti. Nel nostro paese la coltivazione di questa specie è incentrata soprattutto nella regione Piemonte.
La pianta è a portamento cespuglioso-arbustivo in particolare questa specie può avere altezze che vanno dal metro ai 2,3 metri, l’estensione è variabile da 1 a 1,8 metri.
Il mirtillo gigante è autofecondo ciò significa che la pianta porterà frutti anche coltivando un singolo individuo. Tuttavia una coltivazione di più esemplari assicura una miglior impollinazione e sicuramente una maggior produzione di frutti.
L’apparato radicale è molto superficiale, dotato di corti fittoni principali e di molte radici secondarie di piccole dimensioni che si estendono prevalentemente in larghezza. Data questa sua caratteristica il mirtillo può trovare giovamento da una buona pacciamatura che tra l’altro limita la traspirazione di acqua dal terreno.
La fioritura del mirtillo avviene in primavera, i fiori di colore bianco appaiono sulle ramificazioni raccolti in corimbi. I frutti sono delle bacche di colore viola scuro o blu ricoperte da una patina cerosa di colore biancastro, a seconda della varietà possono avere delle grandezze differenti, in media hanno un diametro di 1cm.
Ne esistono diverse cultivar, tra quelle più coltivate ci sono:
- Darrow, cultivar molto produttiva che riesce a dare un buon raccolto in seguito ad un’abbondante fioritura a cavallo tra l’estate e la primavera. I frutti sono di grandi dimensioni, molto aromatici e di colore chiaro.
- Bluetta, questa cultivar precoce produce frutti che giungono a maturazione già dalla prima metà del mese di giugno, i frutti sono generalmente grossi e aromatici.
- Earlyblue, come si può intuire dal nome anche questa cultivar è precoce, la produttività però è inferiore rispetto alle altre varietà a maturazione anticipata.
- Goldtraube ’71, cultivar a precocità media, le piante sono molto vigorose e i frutti prodotti in gran numero sono di grandi dimensioni.
- Berkley, varietà che possiede una maturazione medio-tardiva.
- Goldtraube ’53
- Concord, cultivar a maturazione media-precoce.
- Blueray, cultivar molto produttiva e pianta molto vigorosa a precocità medio-bassa.
Tra le varietà più diffuse di mirtillo gigante tardive:
- Emblue
- Elisabeth
- Jersey
- Brigitta
- Coville
- Elliot
- Burlingstone
Tra le varietà precoci oltre quelle già citate ci sono:
- Spartan
- O’Neal
- Duke
- Atlantic
- Blue heaven
- Patriot
Varietà intermedie
- Chandler
- Brigitta blue
- Berkley
- Bluecrop
Dopo l’impianto il mirtillo inizierà ad essere produttivo intorno al terzo o quarto anno di età, nei primi anni infatti si assisterà per lo più ad una crescita della vegetazione che potrà essere guidata tramite potature.
La coltivazione del mirtillo può essere effettuata direttamente a dimora o se si preferisce in vasi di almeno 30cm di diametro, anche se questa opzione è poco considerata grazie principalmente al fatto che questa specie resiste bene a temperature invernali molto rigide e quindi coltivarla direttamente all’esterno non è un problema.
Periodo di impianto, mesi dell’anno
La messa a dimora delle piante di mirtillo avviene durante il periodo autunnale, prima dell’inizio dei freddi intensi.
Esigenze colturali
Le necessità del mirtillo in merito al terreno sono particolari. Il mirtillo ha bisogno di un terreno a reazione acida, valori medi di 4,5-5 il substrato ideale è sciolto e con una buona dotazione di materiale grossolano (terreno con scheletro) e sostanza organica.
Sono assolutamente da evitare i terreni troppo compatti come quelli prevalentemente argillosi, quelli troppo calcarei e con pH tendente al neutro o al basico. Un terreno non adatto a questa coltura può essere la causa di diversi sintomi che possono portare a problemi come scarsa produzione di frutti fino a morte delle piante.
Per l’esposizione il mirtillo necessita di un posto molto illuminato, sono tollerate posizioni soleggiate a mezza ombra purché con una luminosità elevata. Le piante di mirtillo necessitano di una vernalizzazione di durata variabile dalle 4 alle 7 settimane ad una temperatura in media di 3-4 gradi. Date le sue necessità di temperatura le zone più indicate per un impianto sono quelle tipiche montane con un umidità dell’aria medio-alta. La pianta è molto rustica e sopporta bene temperature anche di -15 gradi.
Tecnica di impianto
Il sesto di impianto ovvero la distanza tra le piante dovrà essere di circa 2,5 metri tra i filari e 1,5m tra le singole piante. Il mirtillo gigante non necessita di sostegni e può essere lasciato crescere liberamente date le sue non eccessive dimensioni in altezza e soprattutto grazie alla robustezza delle sue ramificazioni.
Sia che le piante vengano riprodotte per talea o che vengano acquistate in vivaio e poi trapiantate, è opportuno realizzare per ogni esemplare una buca larga all’incirca 70cm e profonda almeno 40cm questo permetterà di effettuare una concimazione di fondo che dovrà essere prevalentemente di tipo acido (humus). Se il terreno non dovesse essere abbastanza acido si dovrà provvedere all’apporto di torba in modo da creare l’ambiente ideale per l’apparato radicale del mirtillo.
Per quanto riguarda la riproduzione del mirtillo le nuove piante vengono generate principalmente per talea. La moltiplicazione per seme dà scarsi risultati ed è poco diffusa.
Le talee di mirtillo si prelevano in luglio-agosto scegliendo le ramificazioni più giovani. Le talee apicali dovranno avere una lunghezza di circa 15-16cm, verranno eliminate le prime coppie di foglie e successivamente interrate in un substrato composto da torba acida e da sabbia in parti uguali. È possibile trattare i tagli con polvere di ormoni radicanti in modo da assicurare una maggiore riuscita. Le piante così riprodotte andranno tenute in ambiente protetto e messe a dimora dopo un anno, in questo periodo le nuove piantine avranno tutto il tempo di potersi sviluppare ed essere pronte per la messa a dimora in autunno.
Accorgimenti colturali
Di primaria importanza è l‘umidità del terreno che non deve risultare mai secco soprattutto per lunghi periodi. Per non incorrere danni in seguito a eventi di forte evaporazione dell’acqua si può ricorrere ad una pacciamatura vegetale con foglie, aghi di pino (aumentando anche l’acidità del substrato) o materiale simile.
Irrigazione
Il mirtillo come già accennato necessita di irrigazioni soprattutto nei periodi di prolungata assenza di precipitazioni. Molto importanti infatti è lasciare il terreno sempre con un certo grado di umidità, un terreno arido a lungo potrebbe portare seri danni alle piante. Per le innaffiature si può utilizzare dell’acqua piovana o in alternativa acqua di rubinetto purché non troppo calcarea.
Concimazione
Le concimazioni che andranno effettuate nel corso degli anni dovranno sempre rispettare l’equilibrio del pH del terreno senza alterarlo verranno quindi esclusi tutti i concimi a reazione alcalina. A questo scopo si preferisce usare principalmente dell’humus di origine vegetale.
Dopo l’impianto a seconda delle caratteristiche del terreno e della sua fertilità si potrà apportare del concime a base di zolfo che fornirà microelementi essenziali, verrà distribuito sul terreno sull’area delle radici.
Se ci si appresta a coltivare il mirtillo su un terreno non dotato delle caratteristiche ottimali è opportuno assicurare ogni anno nel periodo invernale una concimazione superficiale con un concime acido, rinnovando in questo modo anche il terreno. Per i terreni già ricchi di humus e con un pH ottimale è opportuno effettuare una concimazione annuale per i primi due, tre anni con solfato ammonico utilizzando circa 100 grammi per pianta.
All’inizio della produzione dei frutti, in genere dal 3° anno in poi, si dovrà raddoppiare la quantità di solfato ammonico in ragione di circa 200 grammi per pianta in aggiunta a solfato di potassio e perfosfato (50-100g), i concimi dovranno essere interrati nel substrato.
Potatura
Nella sua forma naturale il mirtillo si sviluppa come già accennato con la forma tipica di un cespuglio. Può essere dotato di sostegni, ma in genere non è necessario in quanto riesce a mantenere una buona forma da sé. La pianta di mirtillo però può essere anche allevata secondo la forma ad alberello, in questo caso si lascia soltanto una ramificazione principale che verrà impalcata a 40cm circa da terra, a questa altezza dipartiranno le ramificazioni.
Nei primi anni di sviluppo dopo la piantumazione delle piante si dovranno effettuare annualmente soltanto la rimozione di eventuali rami malati o secchi. In aggiunta a queste potature si eliminano i rami laterali che crescono troppo bassi, si lasceranno le ramificazioni che dipartono ad almeno 25cm da terra.
Dopo il secondo anno dall’impianto si dà inizio alla potatura delle ramificazioni più deboli lasciando quelle più vigorose che daranno forma all’impalcatura di base, si eliminano inoltre le branche e i rametti che cresceranno in modo confuso e troppo fitto. Gli altri interventi di potatura prevedono dei tagli di ritorno sul resto delle ramificazioni cercando di contenere l’espansione della chioma prediligendo lo sviluppo delle ramificazioni principali.
Questi interventi vanno effettuati nel periodo invernale.
Per approfondire l’argomento è disponibile la guida alla potatura del mirtillo.
Raccolta
La raccolta del mirtillo si effettua dal periodo di giugno fino ad agosto. Questo lasso di tempo così ampio è dovuto sia dalla cultivar scelta per la coltivazione e quindi dalla sua precocità, sia dalla maturazione delle bacche che in genere avviene in modo scalare. I mirtilli vanno raccolti delicatamente dalla pianta, evitare di fare pressione su di essi e maneggiarli il meno possibile.
Esemplari ben tenuti di mirtillo riescono a produrre mediamente 1,5-2,5Kg di mirtilli per pianta.
Dopo la raccolta i mirtilli possono essere conservati a basse temperature (circa 2-3 gradi) per qualche settimana. È importante eliminare preventivamente prima della conservazione tutti quei frutti danneggiati o troppo maturi evitando così la formazione di pericolose muffe. In alternativa è possibile conservare i frutti in congelatore dopo averli racchiusi in sacchetti di plastica.
Malattie, parassiti e avversità
Il mirtillo può essere soggetto a diverse problematiche non legate direttamente a infestazioni parassitarie da parte di insetti, funghi ecc.
Nel periodo invernale infatti possono verificarsi abbondanti nevicate che possono portare problemi ai giovani rami spezzandoli per via del peso. In questi casi si possono usare delle reti di protezione utili anche in caso di grandinate.
Terreni con un pH troppo basico o anche terreni molto calcarei possono portare a sintomi di clorosi ferrica da parte del fogliame, per risolvere questo problema è opportuno effettuare delle correzioni annuali del terreno.
Animali come diverse specie di uccelli possono nutrirsi delle bacche mature, in questi casi si consiglia l’uso di reti protettive o di disturbatori acustici.
Insetti:
- Afidi (Ericaphis scammelli, Neomyzus circumflexum, Illinoia azaleae)
- Cocciniglie
- Cecidomidi
- Drosophila suzukii
Tra le malattie crittogamiche più diffuse del mirtillo ci sono
- Muffa grigia
- Marciume del colletto
- Marciume radicale
- Cancri ramerali
Malattie batteriche che possono colpire la pianta:
- Cancro batterico del mirtillo gigante