Descrizione
Si tratta di una pianta tipicamente a portamento arbustivo o arboreo appartenente alla famiglia delle Punicaceae. Le sue origini risalgono al continente Asiatico, in particolare nelle zone dell’india settentrionale. Si può trovare allo stato naturale nella zona mediterranea, nel nostro paese è diffusa in quasi tutte le regioni e vegeta in modo ottimale dalla pianura fino a zone montane di mille metri.
La specie Punica granatum conosciuta comunemente con il nome di Melograno, Melagrano o anche Pomo granato, è impiegata per la produzione di frutti, essa raggiunge altezze variabili dai 2 ai 4 metri, con un estensione di circa 1-1,5 metri. La pianta possiede del fogliame coriaceo di colore verde, strette e di forma allungata, nel suo habitat di origine è una pianta sempreverde ma nel nostro clima temperato tende ad essere una pianta caducifoglia. I frutti sono delle grosse bacche dette melagrane a cui viene attribuito il termine botanico di balauste, si tratta di frutti rotondeggianti dotati di una spessa buccia di colore giallo o rosso chiaro con un diametro in media di 10-12 cm. All’interno di essi sono contenuti i semi divisi in più camere separate da membrane non commestibili. La parte edule dei semi è lo strato lucido e di colore rosso che li contiene, composta prevalentemente da acqua, ha un sapore aciudulo molto variabile a seconda della varietà coltivata.
Le cultivar sono selezionate per lo più in base al grado di acidità dei semi. Nel nostro paese sono riconosciute alcune varietà come:
- Selinunte
- Alappia
- Profeta partanna
- Legrellei
- Ragana
- Racalmuto
- Tondo verde
- Melograno dolce (Dolce di Sicilia)
- Neirana
- Dente di Cavallo
Il melograno è coltivato anche in Africa e in medio oriente, tra le varietà più diffuse ci sono:
- Rabob
- Wonderful
- Rahab
- Khazar
Periodo di impianto, mesi dell’anno
L’impianto del melograno può essere fatto nel periodo primaverile oppure in quello autunnale scegliendo delle giornate soleggiate.
Esigenze colturali
La pianta di melograno per uno sviluppo ottimale necessita di temperature media durante il giorno che vanno da circa 20 a 25 gradi. Durante la notte la temperatura dovrebbe essere di minimo 17-18 gradi. Per produrre i frutti i melograni necessitano di temperature diurne che oscillano tra i 30 e i 35 gradi. Tuttavia si tratta di una pianta che tollera anche brevi periodi di gelate e temperature prossime allo zero nel periodo invernale. Temperature inferiori a -7/-10 gradi portano però alla morte della pianta che nonostante ciò riuscirà a produrre nuovi polloni nella stagioni successive; l’apparato radicale del melograno riesce a resistere a temperature basse e a conservare vitalità per dare vita a nuovi polloni.
Per la messa a dimora delle giovani piante si consiglia pertanto un luogo ben esposto, soleggiato ma protetto dai forti venti.
Per il terreno, il melograno si adatta bene a substrati pesanti come i terreni prevalentemente argillosi. Il pH ottimale del terreno per questo tipo di coltura deve avere valori prossimi alla neutralità. Un aspetto importante che non bisogna sottovalutare è il buon drenaggio del terreno, il melograno infatti non tollera ristagni idrici, per questo motivo sarà necessario incorporare nel momento dell’impianto un certo quantitativo di materiale grossolano per facilitare lo sgrondo delle acque.
Tecnica di impianto
La coltivazione di piante destinate alla produzione di frutti di melograno si effettua generalmente in terra. Tuttavia dato il portamento arbustivo e l’altezza contenuta è possibile anche una coltivazione in vaso. Se si sceglie di coltivare il melograno in vaso si utilizzano in genere contenitori con un diametro tra 35 e 50 cm di materiale plastico o di terracotta. Per il substrato si sceglie un terreno pesante, arricchito da compost organico maturo e da una piccola percentuale di sabbia o pietrisco fine.
In genere per chi vuole coltivare questa specie ottenendo anche una buona produzione di frutti ma si trova in zone non proprio calde è possibile anche una coltivazione in serra. La temperatura ad inizio primavera deve essere compresa tra 18 e 25 gradi di giorno, la notte è bene che non scenda sotto i 14-15 gradi. L’umidità relativa della serra deve essere mediamente del 60-70%, sarà buona norma quindi dotarsi di strumenti di misurazione per tenere sotto controllo questi valori.
Per la moltiplicazione del melograno in genere si scelgono due tecniche principali: la talea e la divisione per pollone. La riproduzione del melograno tramite pollone si effettua prelevando le porzioni di pianta con alcune radici, le piante prelevate possono essere trapiantate direttamente a dimora, in questo caso si pratica un buco abbastanza grosso in cui verrà messo un impasto di terriccio generico per la semina, sabbia e una piccola percentuale di compost organico ben maturo. I polloni possono essere anche collocati in vaso in attesa della messa a dimora nella primavera successiva. In entrambi i casi le piante dovranno riceve innaffiature costanti.
Per la moltiplicazione del melograno tramite talea si possono scegliere parti di pianta legnose o semi-legnose, in genere si prelevano da porzioni di ramo con 1-2 anni di età. Le talee vanno prelevate nel periodo autunnale e collocate in contenitori riempiti da un substrato composto da: una parte di terriccio generico per la semina, una parte di torba e una parte di sabbia. Le piante dovranno ricevere irrigazioni costanti, potranno essere messe a dimora dopo circa 1 anno.
Un altro metodo di riproduzione del melograno è tramite seme. I semi possono essere interrati in piccoli vasi contenete del terriccio generico per la semina o un composto formato da metà sabbia e torba. Tenuti costantemente umidi e ad una temperatura costante di 20-22 gradi i semi di melograno potranno germogliare. Tuttavia questa tecnica non assicura le stesse caratteristiche della cultivar di appartenenza.
Per le distanze tra le piante generalmente si lasciano 3,5m tra le piante e 4m tra i filari.
Accorgimenti colturali
Dopo la messa a dimora si dovrà provvedere a tenere il terreno intorno alle piante il più possibile sgombero da piante infestanti. È possibile, se non si desidera utilizzare diserbanti chimici, eliminare manualmente le piante con sarchiature e operazioni di lavorazione meccanica della superficie del terreno. Dopo la piantumazione del melograno la pianta produrrà i suoi primi frutti a distanza di 2-3 anni. Una pianta di melograno se ben tenuta può portare frutti fino ad un età di circa 30 anni.
Per chi sceglie la coltivazione in vaso è bene ricordare che le esigenze della pianta sono accentuate e da fare con più frequenza.
Irrigazione
Nei primi anni dalla messa a dimora dei melograni sarà necessario assistere le piantine nelle fasi dell’anno in cui le temperature sono molto alte. Si dovrà provvedere ad effettuare delle innaffiature di emergenza se le temperature saranno elevate per 4-5 giorni consecutivi. Generalmente si effettuano delle innaffiature con 2-3 litri di acqua da somministrare in modo uniforme sull’apparato radicale, evitando di bagnare il tronco. Le innaffiature vanno fatte di sera al tramontare del sole, si utilizza acqua piovana possibilmente lasciata riscaldare al sole durante il pomeriggio. Queste innaffiature vanno praticare a giorni alterni fino a che le temperature non scenderanno e fino a che non cominceranno nuove piogge.
Le irrigazioni del melograno coltivato in vaso dovranno essere fatte manualmente almeno finché la pianta si trova al coperto, lasciando il terreno appena umido sotto la superficie, le quantità di acqua variano a seconda della dimensione del contenitore. Tuttavia se le temperature sono troppo elevate bisognerà controllare spesso l’umidità del substrato.
Concimazione
Durante i primi mesi dalla messa a dimora delle giovani piante si assisterà ad una fase di acclimatazione, le piante si adatteranno lentamente alla nuova posizione e al clima. Per agevolare al meglio questa fase è importante somministrare un concime con valori di NPK in misura di 1-1-1 cioé un concime equilibrato, le dosi consigliate sono di circa 20 grammi per pianta da somministrare ogni due mesi. In alternativa è possibile somministrare del composto organico o letame ben maturo il più equilibrato possibile negli elementi, circa 1Kg ogni 4 mesi.
I melograni coltivati in vaso necessitano di una concimazione liquida mensile con un prodotto equilibrato nei nutrienti da somministrare in concomitanza con le innaffiature.
Potatura
Le piante di melograno potranno produrre diversi ricacci alla base, queste ramificazioni vengono chiamati polloni. Per massimizzare lo sviluppo della chioma e dei rami portanti è bene eliminare annualmente questi polloni basali recidendoli quanto più possibile vicino alla loro attaccatura o alla base del terreno. Per questa operazione si usano in genere cesoie da potatura o un seghetto nel caso si tratti di polloni di età avanzata.
Per quanto riguarda l’impostazione della forma è bene tenere a mente che il melograno può essere allevato in genere in due forme principali: alberello o cespuglio.
Nel caso si sceglie di impostare la forma ad alberello l’impalcatura dovrà iniziare a 80cm o al massimo un metro da terra. Le successive potature potranno essere libere cercando di mantenere la parte centrale come parte principale, si elimineranno ogni anno le ramificazioni malate, vecchie e danneggiate. La forma ad alberello prevede che la pianta abbia un altezza massima compresa tra 2,5-3,5 metri.
La forma a cespuglio è quella che più si avvicina all’aspetto naturale della pianta. Se si sceglie questa impostazione è bene quindi non eliminare tutti i polloni basali come indicato prima ma ne vanno lasciati circa 8-10 per pianta. Annualmente vengono rinnovati i getti, si eliminano quelli vecchi, malati o danneggiati in favore di quelli nuovi e più produttivi.
In entrambe le forme va sfoltita la ramificazione interna, vengono eliminati le ramificazioni troppo fitte o contorte cercando di dare un impostazione tale da far penetrare abbastanza luce nella parte interna della chioma. Per l’aumento della fruttificazione si possono recidere le ramificazioni che hanno prodotto frutti l’anno precedente in modo da favorire un ricaccio di nuove gemme potenzialmente fruttifere.
Per maggiori dettagli puoi consultare la potatura del melograno, guida dettagliata alle tecniche principali.
Raccolta
La raccolta delle melagrane va effettuata quando il colore esterno della buccia è rosso intenso o giallo. Indicativamente può iniziare dal mese di ottobre e durare per tutto il mese di novembre. Per la raccolta è bene dotarsi di cesoie con cui tagliare i gambi poiché essendo lignificati si rischierebbe di danneggiare la pianta e il frutto stesso.
I frutti raccolti possono essere conservati per 4-8 settimane tenuti in un luogo asciutto a temperature di circa 5 gradi.
Malattie, parassiti e avversità
Gli insetti che possono colpire le piante di melograno attaccano in genere i giovani germogli, gli steli fiorali e le parti più tenere della pianta. Tra questi troviamo:
Il melograno può essere colpito anche da malattie crittogamiche come:
Un altro fenomeno molto conosciuto da chi possiede un esemplare di melograno è lo spaccamento dei frutti che può a volte verificarsi. Questo fenomeno è dovuto in larga parte a stagioni piovose e sbalzi termici che portano i frutti a manifestare vistose e profonde spaccature. Il deprezzamento dei frutti per via di questo fenomeno è molto notevole, tuttavia il raccolto non è granché compromesso e i frutti possono essere consumati senza problemi anche perché quelli interessati sono quasi sempre quelli maturi.