Il Sovescio nell’orto

Una tecnica molto diffusa in agricoltura, svolta da moltissimo tempo e comune a molti altri metodi di agricoltura alternativa.

Il sovescio si pratica principalmente negli orti, nei giardini è preferibile invece usare altri metodi, molti dei quali con basso impatto ambientale e praticamente validi quanto il sovescio.
Prima di descrivere come praticarlo, cerchiamo di capire che cos’è il sovescio e perché si usa.

In cosa consiste il sovescio?

Probabilmente se stai leggendo questa guida ti interessa sapere come praticare il sovescio, vediamo però in cosa consiste illustrandone i vantaggi e le possibili alternative per chi non può praticarlo.

Si tratta di una tecnica agronomica che consiste essenzialmente nel coltivare alcune specie di piante selezionate, le quali sono capaci di fornire al terreno alcuni nutrienti essenziali e che possono dare inoltre una concimazione organica alla fine del loro ciclo vitale.

In particolare la concimazione verde, che è anche un altro modo di indicare la pratica del sovescio, si effettua falciando le piante prima della completa maturazione dei semi. È possibile però anche lasciare un terreno a riposo per più anni, in questo caso le piante non vengono falciate ma sono lasciate libere di svolgere il loro ciclo riproduttivo o in alternativa riseminate.

Per chi non può permettersi di praticare il sovescio, ci sono valide alternative come l’utilizzo di composto organico e di concime animale, in particolare per il compost organico puoi dare un occhiata alla guida su come auto-produrlo, altre alternative sono il compost di lombrico di cui abbiamo parlato in questa guida.

Perché praticarlo?

Un altra domanda lecita che molti si staranno ponendo è perché praticare il sovescio. In realtà le alternative sono molte, esistono moltissimi concimi di origine animale, alternative come compost organico o compost di lombrico, perché scegliere proprio il sovescio?

La risposta è semplice. Questa pratica permette un risparmio molto rilevante se non si ha a disposizione un allevamento animale da cui ricavare il letame, il compost organico poi necessita di molti mesi per essere pronto e spesso i soli scarti vegetali dell’orto o del giardino non sono sufficienti a produrre una quantità di concime adeguata per effettuare le concimazioni.

L’uso di questa “concimazione verde” richiede semplicemente la semina di alcune tipologie di piante che vedremo a breve, dopodiché sarà necessario falciarle e interrarle poco prima delle lavorazioni precedenti alla semina. Tutto il grosso del lavoro verrà fatto da queste preziose piante, molte delle quali posseggono la capacità di fissare l’azoto atmosferico, contribuendo all’apporto di questo prezioso elemento al terreno.

Non sarà poi necessario distribuire alcun letame, quindi niente carriola e pala, basterà soltanto effettuare un aratura o una vangatura e procedere con i successivi lavori di affinamento e poi con la semina.

Il sovescio nell’orto

Anche in un orto di piccole dimensioni si può praticare questa tecnica, non importa se non sarà possibile effettuare un’aratura, con l’ausilio di una vanga è possibile rivoltare le zolle e incorporare nel terreno le piante coltivate, la loro decomposizione rilascerà poi ulteriore nutrimento al terreno.

Una tecnica non molto diffusa ma che può avere grandi vantaggi se praticata è quella della coltivazione di piante da sovescio in consociazione con le altre piante orticole. Negli spazi vuoti è possibile coltivare le varie specie di piante adatte al sovescio, mentre crescono possono rilasciare il prezioso azoto, questo è possibile grazie alla presenza di batteri azoto-fissatori presenti nelle radici di queste specie.

Il fenomeno della lisciviazione

Prendiamo in considerazione di lasciare il nostro orto incolto per un periodi di un anno o più, cosa andremo a fare? Le soluzioni sono due: lasciamo il terreno incolto e quindi a seconda del luogo in cui ci troviamo e alle caratteristiche del terreno nasceranno varie specie spontanee, oppure coltiviamo delle piante da sovescio.

Nel primo caso finito di raccogliere gli ortaggi nel periodo autunno-invernale ci apprestiamo ad effettuare un aratura o una fresatura per lasciare che durante l’inverno il terreno possa essere lavorato dagli agenti atmosferici, eliminiamo le radici delle piante coltivate e appianiamo la superficie. In questo modo però entra in gioco un fenomeno detto lisciviazione che consiste essenzialmente in un dilavamento delle sostanze nutritive (in maggioranza azoto) per causa dell’infiltrazione dell’acqua. Questo avvenimento è inevitabile se si lascia il terreno incolto, farlo per un periodo di tempo limitato non comporta una perdita rilevante ma se non si interviene con la reintroduzione dei nutrimenti persi non si può sperare in un raccolto abbondante nelle successive colture.

Ancora una volta l’alternativa è quella di seminare piante destinate a essere poi interrate, la loro presenza limita di molto il fenomeno della lisciviazione, assorbono l’acqua che altrimenti defluirebbe nel terreno dilavando i nutrienti, inoltre riducono la traspirazione grazie alla vegetazione che non permette al sole di colpire direttamente il terreno, diventando quasi una pacciamatura naturale.

Quali piante scegliere

Abbiamo già scritto che si tratta di piante particolari, solo alcune specie sono adatte ad essere coltivate per il sovescio, tra quelle più importanti:

  • Segale
  • Avena
  • Colza
  • Senape
  • Trifoglio
  • Lupino (Lupinus albus)
  • Lupinella o Lupinella comune (Onobrychis viciifolia)
  • Borragine
  • Loglio (Lolium perenne)
  • Consolida o Consolida maggiore (Symphytum officinale)
  • Ravizzone (Brassica rapa subsp. campestris)

Quando e come coltivare le piante da sovescio

In ultima analisi c’è il momento della coltivazione. Abbiamo scritto che si tratta di piante che vengono coltivate quando si è ormai giunti al termine della produzione orticola, quindi vengono seminate a fine periodo estivo e a seconda della specie per tutto l’inverno e anche per gli inizi della primavera. Per avere un quadro generale di come coltivare una specie particolare di pianta da sovescio puoi consultare la relativa scheda nel sito, sono indicati in dettaglio tutti gli accorgimenti colturali e i periodi di semina.

La tecnica di semina varia a seconda della specie, ma si può dire che per la maggior parte di esse si attua la semina a spaglio, cioè la disseminazione del seme in modo uniforme sulla superficie del terreno che può essere fatta sia manualmente che con l’impiego di seminatrici meccaniche.

Gli interventi colturali prima della semina delle piante da sovescio prevedono l’aratura del terreno o a seconda del substrato anche una fresatura può bastare, dopodiché si esegue un erpicatura prima della semina definitiva. Se si possiede soltanto un motocoltivatore o una motozappa è possibile usarli per effettuare una sola lavorazione, si provvede poi ad un appianatura del terreno e poi alla semina a spaglio.

La falciatura delle piante da sovescio viene fatta in genere prima della fioritura o durante la fioritura stessa. Per effettuarla si può usare un motocoltivatore dotato di falciatrice oppure se si è su un piccolo appezzamento di terreno si può utilizzare un decespugliatore dotato di lama piuttosto che di filo di nylon, in questo caso la lama risulta molto più performante e non necessita di essere sotituita, inoltre visto che si tratta di piante erbacee abbastanza robuste il filo di nylon potrebbe non essere abbastanza resistente.

Successivamente alla falciatura segue un periodo di essiccatura, si lasciano le piante falciate sul terreno per almeno 2-3 giorni in modo che possano seccare. Si procede poi con l’interramento tramite vangatura manuale, un aratura superficiale o come si usa di solito tramite un erpicatura.

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