Gelsomino del Cile

Descrizione

La pianta di Mandevillea suaveolens è una rampicante appartenente alla famiglia delle Apocinacee è conosciuta con il nome comune di Gelsomino del Cile anche se non ha nulla a che fare con il Gelsomino, viene chiamata anche Mandevilla anche se questo termine si riferisce al genere.

Le sue origini come si può dedurre dal nome comune sono Sud Americane, in particolare è molto diffusa nel territorio del Cile. La Mandevillea è una pianta dotata di foglie decidue di colore verde chiaro disposte lungo i rami in modo opposto, sono di forma lanceolata, possono essere decidue o sempreverdi.
I fusti sono tipicamente rampicanti, di colore verde, quando la pianta raggiunge il suo massimo sviluppo può avere altezze che variano dai 4 ai 6 metri, il suo sviluppo è molto influenzato dalle condizioni climatiche di temperatura e umidità.

Una caratteristica molto apprezzata di questa pianta è la fioritura.
I fiori sono per lo più di colore bianco ma esistono diverse varietà che si differenziano per la colorazione, hanno una lunghezza di circa 5cm. Il fiore è campanulato dotato di petali con apici appuntiti, se visto difronte si può notare la forma a stella.

La coltivazione avviene in posti con clima adatto (non troppo freddo), viene generalmente coltivata all’aperto ma è possibile anche piantarla in vasi che possono essere spostati in serre o in locali riparati durante il periodo invernale.

Messa a dimora

La coltivazione del Gelsomino del Cile si effettua in primavera. In alternativa è possibile effettuare la piantumazione anche in autunno avendo cura di praticarla soltanto per talea.

La messa a dimora delle piante all’aperto viene fatta nel mese di aprile a seconda della temperatura esterna che deve essere superiore a 20 gradi.

Tipo di Terreno

La messa a dimora del Gelsomino del Cile andrebbe fatta su terreni di medio impasto, a cui va aggiunta una parte di sabbia e due parti di torba. Sono da preferire terreni ricchi di sostanza organica e con un pH neutro. La pianta predilige in particolar modo terreni acidi per cui è bene soprattutto se coltivata in vasi ristabilire il pH e controllarlo periodicamente, all’incirca ogni due anni.

Sono da evitare terreni asciutti o quelli troppo compatti, tuttavia una buona umidità potrà favorire lo sviluppo di una vegetazione folta. Sono da evitare assolutamente ristagni idrici.

Esposizione

Questa pianta non tollera climi freddi, in genere la temperatura invernale non dovrebbe mai scendere sotto i 5 gradi, pena un grave danno alla pianta e all’apparato radicale.

L’esposizione ideale per il Gelsomino del Cile è in pieno sole, sono tollerate anche esposizioni a mezza ombra. Per la messa a dimora scegliere dei posti riparati dai forti venti e dalle intemperie, la delicata vegetazione potrebbe facilmente venir danneggiata durante il periodo autunno-invernale.

Fioritura

La fioritura del Gelsomino del Cile avviene durante l’estate, in genere dal mese di luglio e perdura per diverse settimane. I fiori possono differire di colorazione a seconda della varietà coltivata, in genere sono bianchi o rosa con la parte centrale colorata di giallo o rosso. Se le piante sono state coltivate da seme la fioritura avverrà dopo il terzo anno di età.

Moltiplicazione

La riproduzione del Gelsomino del Cile si può fare tramite seme o talea.

La semina del Gelsomino del Cile può avvenire nel periodo primaverile. Per farla bisognerà procurarsi dei vasi con dimensioni di almeno 10-15cm di diametro, dovranno essere poi riempiti di un miscuglio composto da parti uguali di sabbia e torba, i semi possono essere collocati in misura di 1-2 per vasetto e ricoperti da circa 1cm di terriccio.
Per assicurare una sicura germogliazione i vasi dovranno essere tenuti ad una temperatura costante di almeno 20 gradi la quale dovrà essere tale anche durante la notte.

La riproduzione di nuove piante di Gelsomino del Cile può essere fatta anche per talea. In questo caso le porzioni di pianta si prelevano nel periodo estivo, si scelgono i rami più giovani e di almeno un anno di età, si prelevano porzioni lunghe circa 10-13cm e si coltivano direttamente in un substrato composto al 50% di torba e sabbia. Dopo che le piante avranno mostrato segni di ripresa vegetativa potrà essere cimato l’apice (con un taglio netto), questa tecnica servirà per agevolare l’emissione di ramificazioni laterali.

Accorgimenti colturali

Per quanto riguarda gli interventi colturali, la pianta di Gelsomino del Cile necessita di un rinvaso ogni due anni, sarà necessario reintegrare una certa quantità di torba e aumentare le dimensioni del vaso se le radici saranno arrivate al limite.

Per quanto riguarda le potature saranno necessari i consueti interventi a carico delle ramificazioni secche e malate. Per piante coltivate all’esterno si provvederà nel periodo primaverile la rimozione delle ramificazioni danneggiate. Una volta che la pianta avrà raggiunto un età di circa 2 anni si potranno iniziare le potature per permetterne l’estensione, ci cimano i getti principali fino a 1/3 della loro lunghezza, questa operazione si effettua in primavera. Sempre nel periodo primaverile è possibile eliminare le ramificazioni impigliate e quelle fuori posto, attenzione a non recidere i rami giovani.

Seppure la pianta necessita di diversi interventi di irrigazione nel periodo estivo, in quello invernale le innaffiature dovranno essere ridotte al minimo, effettuare gli adacquamenti soltanto quando la superficie del terreno risulti secca.

Per quanto riguarda la concimazione, il Gelsomino del Cile può riceverne una ogni 25-30 giorni dal periodo primaverile fino all’inizio dell’autunno, in genere si utilizza un fertilizzante liquido da somministrare insieme alle innaffiature. Nel periodo autunnale e in quello invernale si dovranno sospendere le concimazioni poiché la pianta entra in riposo vegetativo.

Malattie, parassiti e avversità

La pianta di Gelsomino del Cile necessita di una temperatura elevata per vegetare al meglio.
Eventuali problemi possono sorgere in caso di sbalzi di temperatura o freddi improvvisi, in questo caso la vegetazione mostrerà subito un avvizzimento, è opportuno quindi ristabilire le temperature adatte prima che la pianta subisca ulteriori danni.

Le piante esposte al gelo possono facilmente giungere alla morte, le temperature non devono scendere sotto i 5-7 gradi nel periodo invernale.

Gli insetti che possono provocare danni al fogliame sono per lo più gli afidi che possono portare danni a carico dei germogli in formazione.

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