Falena invernale o brumale

Descrizione

La falena invernale, conosciuta anche come falena brumale o cheimatobia, nome scientifico Operophtera brumata è un lepidottero appartenente alla famiglia dei Geometridi. La sua presenza è stata registrata in Europa centrosettentrionale e nell’Asia centrale.

Tra la femmina e il maschio ci sono alcune differenze significative nell’aspetto. La femmina è attera, ciò significa che le sue ali sono talmente piccole da non permetterle di volare, è di colore scuro ed è ricoperta totalmente da una sottile peluria di colore grigio.
Il maschio di colore marrone chiaro è dotato di ali di colore giallo scuro e macchie sottili di colore marrone, le ali posteriori sono leggermente più chiare, la sua apertura alare è compresa tra 22 e 30mm.

Entrambi gli individui hanno pressappoco la stessa lunghezza che è di 6-8 millimetri.

Le larve hanno una lunghezza di 25mm circa e sono di colore verde con linee longitudinali di colore giallo, hanno il capo di colore verde scuro.

Le uova sono di piccole dimensioni e di un tipico colore arancio scuro.

Le pupe sono di colore marrone chiaro e hanno una lunghezza di circa 7-8 millimetri.

Piante colpite

Le piante colpite dalla falena invernale sono molte. Ci sono specie ornamentali come latifoglie, olmo, quercia, tiglio, frassino, platano, ontani, diverse piante da frutto come pomacee e drupacee.

Le piante da frutto più colpite dalla falena invernale sono: ciliegio, nocciolo, susino, pesco, albicocco.

Ciclo di vita

Le femmine nel periodo autunnale camminano lungo i tronchi scegliendo un posto adatto dove deporre le loro uova, in genere tra la corteccia di alberi o arbusti oppure vicino alle gemme. L’uovo passa tutto il periodo invernale protetto dal freddo; nella primavera successiva più o meno nel periodo di fine marzo a seconda della temperatura le uova schiudono. Una femmina adulta può deporre fino a 300 uova, in piccoli gruppi o anche singolarmente.

Le larve iniziano a nutrirsi delle parti verdi delle piante in modo particolare delle foglie. Fino al periodo di maggio-giugno continuano la loro crescita. Poco dopo questo periodo scendono nel terreno calandosi da sottili fili e iniziano ad incrisaldirsi ad una profondità media di 15-20cm. Nel periodo autunnale avviene lo sfarfallamento degli adulti. L’Operophtera brumata compie quindi soltanto una generazione all’anno

Danni

I danni sono provocati principalmente dalle larve che si nutrono in particolare delle foglie rodendo la lamina e lasciando soltanto le nervature più dure. Altri danni sono a carico delle gemme e dei fiori, anche i giovani frutti (frutticini) possono essere danneggiati.

Metodi di difesa

Esistono diversi modi per combattere la falena invernale, misure preventive, mezzi chimici, utilizzo di prodotti tollerati in agricoltura biologica, rimozione manuale e impiego di nemici naturali.

A seconda del grado di infestazione si può decidere se utilizzare o meno prodotti chimici per la lotta al parassita. Se l’infestazione non è grave è possibile impiegare degli oli minerali insetticidi, in particolare oli bianchi in grado di neutralizzare l’azione delle larve.
Possono essere attuati anche degli interventi di prevenzione come la rimozione manuale delle uova durante il periodo invernale e l’eliminazione delle larve appena nate.

Dato che le femmine sono attere e quindi non sono in grado di volare è possibile anche l’uso di trappole adesive per la loro cattura, nel momento della loro risalita verso la chioma per l’accoppiamento rimangono intrappolate e incollate.

Per quanto riguarda la lotta chimica nei vivai e nei garden center la soglia minima dopo il quale è necessario intervenire prevede che almeno il 5% delle parti verdi della pianta siano infestate.

Vengono usati prodotti piretroidi o prodotti specifici a base di Fenitrotion, Carbaril ed Etofenprox.

Nemici naturali

Per la lotta biologica viene impiegato il batterio Bacillus thuringiensis ssp kurstaki. Tale batterio rilascia nel terreno alcune sostanze che venendo assorbite dalle piante rimangono disponibili nelle parti verdi come foglie, gemme e fiori. Non appena le larve iniziano a nutrirsi del fogliame cominciano ad assorbire le sostanze che sono molto tossiche per il loro apparato digerente portandole così alla morte.

Per limitare la presenza del parassita viene impiegato anche il nematode Heterorhabditis megidis
che parassitizza le larve di O. brumata.

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