Descrizione
Si tratta di una malattia diffusasi in Italia a partire dal anni ’50. È ormai diffusa in tutta Europa e nei primi anni dalla sua introduzione ha causato danni ingenti nelle colture di pero.
Questa malattia è causata da un fitoplasma del gruppo di AP (16SrX-C).
Piante colpite
Le piante colpite dalla moria del pero sono tutte le cultivar di pero e le varietà esistenti conosciute.
Ciclo di vita
Questo fitoplasma può essere diffuso facilmente dalla psilla del pero.
Danni
La moria del pero può manifestarsi in tre modalità diverse:
- Deperimento rapido
- Deperimento lento
- Arricciamento fogliare detto anche leaf curl.
Nel primo caso si ha l’appassimento e in seguito la necrosi dei tessuti fogliari e a volte anche dei frutti, tutto ciò accade in pochi giorni, gli organi avvizziscono e la pianta muore definitivamente.
Il deperimento lento è più difficile da individuare e può insinuarsi senza che ce ne rendiamo conto. In autunno le foglie iniziano a colorarsi di rosso nella primavera successiva queste piante presentano uno sviluppo stentato dei germogli con foglie piccole e poco numerose che presentano un caratteristico piegamento lungo l’asse principale.
Verso la fine dell’estate le foglie assumono una colorazione rossastra a cui segue una cascola precoce. Nei primi stadi della malattia i frutti e i fiori si presentano in scarso numero, i frutti poi sono di piccole dimensioni rispetto a quelle delle cultivar normale. La pianta inizia a presentare i segni della malattia anche sugli organi legnosi in particolare sulle branche. La pianta deperisce lentamente e infine muore.
Il caratteristico arricciamento fogliare si può avere nella fase di arrossamento delle foglie. Dopo questo sintomo la pianta può guarire o andare incontro a deperimento lento.
Le piante che vengono innestate su cotogno manifestano dei sintomi di deperimento lento.
Metodi di difesa
Il primo metodo di difesa contro la moria del pero è la lotta integrata e mirata contro le psille del pero che sono tra i primi vettori della malattia.
Si possono utilizzare anche portinnesti più resistenti alla malattia e scegliere di conseguenza cultivar più tolleranti.