Cotogno, Cydonia oblonga

Descrizione

Il cotogno, Cydonia oblonga è un fruttifero conosciuto principalmente per essere un buon portainnesto impiegato in particolare per il pero. È parte della famiglia delle rosacee ed è l’unica specie del genere Cydonia. La pianta ha origini medio orientali diffusa in territori come Iran e Türkistan. Nel nostro paese la pianta è diffusa in tutte le regioni, le colture più estese risultano essere quelle della Sicilia, Campania e Puglia.

Non una pianta da frutto molto diffusa infatti la produzione nel mondo è tra le più basse con circa 489.000 tonnellate di prodotto annuo e una superficie di 63.106 ha coltivata di cui 45.000 tonnellate in Europa (fonte FAO 2006). In Italia la produzione è di circa 73 ha e circa 639 tonnellate (fonte ISTAT 2007).

Date le sue ridotte dimensioni può essere coltivata senza problemi anche come esemplare singolo in giardini di piccole dimensioni, invece nei frutteti di monocoltura i sesti di impianti si riducono fortemente. Le piante di Cydonia oblonga hanno in genere un altezza massima di 6 metri, tramite gli interventi di potatura e le forme di allevamento vengono mantenute ad altezze di circa 4-5 metri al massimo. Le forme a cespuglio invece sono più basse al massimo 3,5-4 m.

L’apparato radicale della pianta è particolarmente esteso, le radici sono robuste e si espandono sia in larghezza che in profondità.

Il cotogno risulta essere anche una pianta di buon grado ornamentale per via del suo portamento naturale, coltivato in giardino risalta nel periodo autunnale per la bellezza dei suoi frutti che permangono sulla pianta anche dopo la caduta delle foglie. Il fogliame è di forma ovata di colore verde intenso e di consistenza coriacea.

La fioritura avviene in genere da maggio alla prima decade di giugno. I fiori simili ad altre pomacee dotati di una corolla di colore bianco-rosa hanno origine dai brindilli e non sui rami misti. Il cotogno è autofecondo o autofertile (non tutte le varietà lo sono) ciò significa che riesce a produrre frutti anche se viene coltivato un esemplare singolo e c’è assenza di piante nei dintorni. Tuttavia per avere una buona produzione è consigliabile coltivare più varietà.

I frutti maturano nel periodo autunnale hanno una forma simile al melo, ci sono però alcune varietà che sono più simili a una pera, nel primo caso i frutti vengono chiamati anche melo-cotogno, nel secondo caso invece pero-cotogno questa distinzione è tuttavia errata, i cotogni quindi vanno raggruppati più propriamente a seconda della forma dei frutti quindi: piriformi e maliformi. La polpa del frutto è abbastanza dura e astringente, prima di essere consumata viene cotta, all’interno sono presenti dei semi di colore nero in numero variabile.

Nel momento dell’invaiatura il frutto passa dal colore tipicamente verde ad un giallino chiaro, la maturazione può continuare ad avvenire sull’albero come per i meli o i peri oppure si può effettuare un raccolto anticipato (sempre aspettando una buona maturazione evitando di raccogliere i frutti troppo acerbi) e lasciare maturare i frutti lentamente in un locale protetto.

Una volta raccolti i frutti possono essere conservati a lungo nei locali i quali devono avere una temperatura quanto più possibile costante e fresca.

Il consumo dei frutti non avviene fresco poiché la polpa è molto compatta, si preferisce quindi consumare i cotogni cotti o meglio ancora realizzando una particolare confettura chiamata cotognata composta anche da altra frutta.

Cultivar e varietà di Cotogno

Esistono diverse varietà di cotogno, la pianta diffusa soprattutto a livello regionale presenta diversi incroci ricercati dagli appassionati. Di seguito quelli più conosciuti:

  • Champion, frutto di grosse dimensioni può raggiungere fino a 500 g di peso, ha una maturazione piuttosto tardiva. Ha una forma piriforme, la buccia del frutto è tomentosa.
  • Portogallo, Frutto piriforme e tozzo di taglia media.
  • Gigante di Leskovatz, frutto generalmente maliforme a volte piriforme di taglia molto grossa, il peso di un singolo frutto può arrivare anche a 1 kg. La buccia è chiara ricoperta da una sottile peluria.
  • Gigante di Urania, frutto a maturazione medio-tardiva piriforme e piuttosto allungato è una delle varietà più grandi, un singolo frutto può arrivare a pesare fino a 1,5 kg.
  • Gigante di Vranja
  • Di Angers
  • di Provenza
  • Meech’s Prolific
  • Vranja
  • Cotogno A, cultivar utilizzata come portinnesto

Cotogno frutto

Periodo di impianto

La messa a dimora delle piante si può effettuare in qualsiasi momento dell’anno, sono però indicati i mesi autunnali e quelli primaverili. L’impianto dei cotogni a radice nuda viene effettuato invece nel periodo invernale oppure anche a fine autunno.

Esigenze colturali

La pianta di cotogno necessita di un esposizione in pieno sole per vegetare al meglio.

Riesce a tollerare molti tipi di clima, sia quelli freddi che quelli più caldi, anche nei climi umidi la pianta riesce a vegetare senza problemi. È una specie particolarmente rustica se paragonata alle altre rosacee in particolare al melo, diversamente da questo infatti non trova nessun problema nei ritorni di freddo primaverili. Riesce bene a resistere anche a intensi freddi invernali senza riportare danni, alcune varietà tollerano temperature minime di oltre -30 gradi.

Le esigenze di temperatura però non sono da sottovalutare, le piante necessitano infatti di un intervallo di temperatura minimo definito intervallo di vernalizzazione che corrisponde a minimo 100 ore di freddo al disotto dei 7 gradi durante l’inverno; per una fioritura puntuale sono richieste dalle 250 alle 350 ore.

Terreno

Per quanto riguarda la necessità in fatto di terreno il cotogno vegeta bene in substrati di medio impasto e ricchi di sostanza organica. Diversamente da quello che si può pensare i risultati migliori si ottengono in terreni fertili.

Non tollera però i terreni con alte percentuali di calcare attivo, in queste condizioni la pianta manifesta subito delle clorosi a carico del fogliame con colorazioni tendenti al giallo, ciò che è più visibile è la scarsa fruttificazione, i pomi risultano inoltre di piccole dimensioni.

Il pH ideale del terreno deve avere valori acidi o sub-acidi 5-6,5 non sono tollerati suoli con pH superiore.

Tecnica di impianto

Di solito nei vivai è possibile trovare gli astoni di cotogno già pronti per la messa a dimora, si tratta di piante aventi dai 2 ai 4 anni di età. Queste piante sono pronte per essere allevate secondo la forma voluta.

Accorgimenti colturali

Il cotogno risulta essere una pianta molto rustica e con poche esigenze colturali. Per una buona produzione però si possono effettuare irrigazioni e concimazioni specialmente se si possiede un frutteto il cui raccolto è destinato alla vendita.

Irrigazione

Le piante in genere non ne hanno bisogno ma durante il periodo estivo può essere utile intervenire almeno nei giorni più caldi. Si effettua un irrigazione prolungata a seconda della compattezza del terreno quel tanto che basta per bagnare i primi 20-30 cm di terreno anche perché l’apparato radicale del cotogno scende abbastanza in profondità. Gli intervalli di irrigazione sono di circa 7-10 giorni.

Concimazione

La concimazione del cotogno è molto simile a quella del melo. Dopo la messa a dimora delle giovani piante si può subito intervenire con la somministrazione di 10-15 kg di letame per pianta cercando di spandere il letame in un raggio di 60-70 cm dal fusto e non oltre.

Dopo il primo anno di coltivazione si iniziano le concimazioni chimiche impiegando un fertilizzante ad alto titolo di azoto tipo 15-9-15 utilizzando circa 200-300 g per pianta.

Per approfondire l’argomento della concimazione del cotogno fare riferimento all’articolo in link.

Potatura

I primi interventi di potatura sulle giovani piante servono per impostare la forma della chioma. In genere le piante vengono allevate a vaso, si lasciano quindi 3 o quattro branche principali che si impalcano a circa un metro da terra.

Altre forme di allevamento diffuse per questa pianta sono a fuso o a cespuglio.

I tagli che si dovranno effettuare periodicamente sono a carico dei polloni basali che si formano principalmente su piante nate da franco o da seme.

Per approfondire l’argomento è disponibile la guida dettagliata alla potatura del cotogno che illustra le fasi di allevamento iniziale e gli interventi da fare durante la produzione.

Raccolta

La raccolta del cotogno per tutte le varietà avviene nel periodo autunnale. Ci possono essere alcune differenze ma la maggior parte dei frutti matura a fine autunno nei mesi di ottobre e novembre.

La raccolta come già accennato può avvenire in leggero anticipo ma per una maturazione ottimale bisogna attendere che la buccia dei frutti risulti leggermente dorata.

La successiva conservazione deve avvenire in un locale a temperatura costante da +1 a +3 gradi, come per le mele anche i cotogni emettono etilene che può stimolare la maturazione di altre specie di frutti vicini.

Malattie, parassiti e avversità

Seppure risulta essere una pianta abbastanza resistente il cotogno è attaccato da diverse malattie, parassiti comuni a molte rosacee e in particolare alle piante affini del gruppo delle pomacee.

Le malattie crittogamiche più diffuse sono:

Tra gli insetti:

  • Cocciniglie
  • Afidi
  • Curculio (Conotrachelus crataegi)

Una patologia molto grave che affligge anche altre pomacee è il colpo di fuoco batterico (Erwinia amylovora).

Approfondimenti

Bibliografia

  • Il grande libro orto frutteto, giardino – Giunti
  • RHS A-Z Encyclopedia of Garden Plants, Christopher Brickell

Siti sull’argomento

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