La zappatura è una tecnica colturale che viene praticata nell’agricoltura classica sia a mano che meccanicamente. In questa guida voglio illustrarti come zappare un terreno, prima di farlo però voglio introdurre un po’ di concetti chiave utili a capire come effettuare al meglio questa operazione.
Zappare un terreno significa effettuare una lavorazione, in agricoltura questa pratica rientra tra le lavorazioni del terreno insieme alla vangatura, aratura e molte altre pratiche. Da molti viene considerata una lavorazione di fondo anche se in realtà la zappatura può essere considerata una lavorazione superficiale e in questi casi è molto facile sentire parlare di “zappettatura” proprio per intendere una lavorazione poco profonda.
Perché zappare?
Molti si chiedono perché cimentarsi in questa pratica, altri invece troveranno questa domanda banale e superflua. Chi crede nei principi dell’agricoltura sinergica probabilmente non tiene nemmeno in considerazione questa lavorazione proprio perché la considera inutile e addirittura dannosa per il terreno. La pratica della zappatura però in realtà dalla sua introduzione (difficile capire quando è stata introdotta, probabilmente nasce insieme all’agricoltura) è un punto cardine della coltivazione.
Quando ci apprestiamo a coltivare soprattutto nell’ambito dell’orticoltura la prima operazione che svolgiamo sul terreno è proprio la zappatura, soprattutto se consideriamo le lavorazioni manuali.
I motivi principali di questa pratica risiedono in maggioranza nei risultati benefici che essa comporta nei confronti del terreno e delle piante. Se volessimo fare un elenco dei motivi principali del perché si zappa un terreno potremmo includere:
- Una maggiore facilità di germinazione da parte del seme. Pensiamo a cosa serve al seme per germinare: calore, umidità ed aria; questo è l’ambiente ideale che si realizza effettuando una zappatura. il terreno diventa più soffice e permeabile permette di assorbire meglio l’acqua e il calore, cosa che non avviene o avviene molto poco su un terreno battuto.
- Areazione del terreno grazie al rompimento della crosta superficiale.
- Maggiore drenaggio dell’acqua.
- Sviluppo favorito per molte piante, gli ortaggi da tubero e da bulbo riescono a svilupparsi molto bene in terreni soffici e poco compatti (con poco scheletro).
Differenze tra passato e presente
Consideriamo per un attimo come veniva usata questa tecnica in passato. Tutti abbiamo visto almeno una volta un immagine di un bue che traina un aratro, e questo è ci ricorda di come l’agricoltura si è evoluta nel corso del tempo. L’aratura era effettuata esclusivamente grazie alla forza di animali, impensabile era realizzarla manualmente, ecco che l’unica operazione più immediata e pratica per cominciare a dare vita ad un orto anche senza la necessità degli animali era quella di praticare la zappatura.
Unica operazione forse integrata a volte con la vangatura permetteva dunque di creare un letto di semina adatto ad accogliere le piante orticole.
Al giorno d’oggi questa pratica non è stata abbandonata, anzi nell’agricoltura moderna la zappatura è un operazione principale che precede la semina ed è appunto considerata una lavorazione essenziale.
La differenza è che non viene fatta più ne a mano ne con l’impiego di animali ma, esclusivamente con macchine. In verità la zappatura a mano è praticata ancora ma soltanto per piccole porzioni di terreno, in mancanza di macchinari o per piccole operazioni.
Quali attrezzi usare per zappare?
Lo strumento principale per la zappatura manuale è la zappa o se vogliamo anche il bidente. La classica zappa è formata da una lama che può avere diverse forme e dimensioni, si va dalla classica zappa a forma rettangolare, a forma di trapezio con la parte finale leggermente più stretta, a forma a ‘V’ appuntita adatta a terreni più compatti, triangolare con punta smussata e leggermente più larga più indicata per suoli di medio impasto.
Ce ne sono di molti tipi, alcuni modelli hanno una forma simile ad un piccone adatta a svolgere un lavoro di “scasso”, altre invece sono di forma classica e dotate anche di un bidente sul retro, un modello diffusissimo è molto pratico. Il bidente in ultima analisi vien usato per la zappatura ed è molto pratico per dissodare la superficie, le esistono di varie dimensioni, con larghezza di denti più o meno ampia, ce ne sono davvero di tutti i gusti.
Zappa e bidente sono dotate di manici quasi esclusivamente realizzati in legno di vario materiale, possono essere più o meno lunghi a seconda dell’altezza dell’utilizzatore. A tal proposito è bene scegliere separatamente il manico che deve essere comunque dritto. Per lo spessore bisogna tenere presente che manici più larghi possono essere utili per imprimere maggiore forza all’attrezzo.
Molti diversi invece sono gli strumenti meccanici, elencarli tutti sarebbe molto oneroso ed è meglio approfondire l’argomento separatamente, si tratta però di mezzi meccanici, autonomi o dipendenti dall’uso di un trattore. Tra quelli più diffusi ci sono:
- Fresatrice o fresatrice agricola, chiamata anche fresa o meno comunemente zappatrice rotativa. Dotata appunto di organi rotanti che hanno il compito di sminuzzare le zolle. Necessita di un trattore per essere usata.
- Motocoltivatore, stesso principio di funzionamento della fresatrice ma in questo caso è un attrezzo che può essere utilizzato da un operatore, è dotato di ruote anteriori e di un modulo a organi moventi collocato nella parte posteriore in corrispondenza dei manici superiori che servono per direzionarlo. Può essere alimentato a diesel oppure a benzina in modelli più leggeri adatti per medie lavorazioni.
- Motozappa, anche questo mezzo meccanico è dotato di frese poste attorno ad un asse più o meno lungo a seconda della potenza e del modello. Molto simile al motocoltivatore ma sprovvista di ruote viene quindi impiegata unicamente per la zappatura a differenza del motocoltivatore che tramite accessori può svolgere altre funzioni.
Come zappare un terreno manualmente
Veniamo dunque al sodo, dopo aver appreso l’utilità della zappatura e il tipo di attrezzo necessario per praticarla vediamo come zappare un terreno tramite l’utilizzo di una comune zappa.
Questa lavorazione prevede a differenza della vangatura che, il terreno lavorato venga calpestato, è possibile però anche zappare senza calpestare la parte lavorata anche se ciò richiede maggiore esperienza e pratica e talvolta può risultare alquanto scomodo.
Per zappare un terreno si procede come segue:
- Il terreno da lavorare deve essere sgombero da arbusti o altre erbe eccessivamente alte che non permettono una buona lavorazione, a tale scopo è possibile ripulire il terreno falciando l’erba con un decespugliatore ed eliminando le radici di eventuali arbusti con l’ausilio di una vanga e un piccone.
- Posizionarsi al limite del campo e procedere in avanti.
- Sollevare la zappa a circa 120 gradi rispetto alle gambe quindi poco più in alto di quando si tengono le bracciatese in avanti, il busto deve essere leggermente flesso in avanti, gambe leggermente più ampie della larghezza delle spalle. Le gambe devono essere flesse di poco in modo da non sovraccaricare la schiena. La presa può essere differente a seconda di cosa si deve fare: se bisogna frantumare le zolle si utilizzerà una mano posta in posizione quasi centrale e latra posta più indietro, diversamente se si dovrà scassare la superficie si utilizzerà una presa più arretrata in modo da sfruttare il peso della zappa che in modelli grandi può essere molto utile.
- Dopodiché con un colpo leggero si colpirà la superficie, a seconda della durezza del terreno potrà essere necessario usare il bidente o la zappa a lama, in ogni caso un modello che comprende tutte e due le varianti è più pesante ma anche più comodo.
- Con la lama affondata nel terreno (non troppo circa la metà della lunghezza della lama) si procede a tirare verso di se la zolla di terra, si può procedere a cavallo della zona lavorata oppure di fianco anche se all’inizio risulterà un po più difficile.
- Cercare di non calpestare troppo il terreno e di procedere tranquillamente senza affaticarsi troppo.
L’operazione della zappatura manuale può essere molto faticosa, tuttavia piccole operazioni di diserbo e areazione del terreno dopo la semina possono essere svolte senza troppi problemi utilizzando questo strumento. Per operazione più grandi è sempre meglio utilizzare una motozappa, ne esistono di piccole dimensioni adatte per orti non troppo grandi.