È una pratica molto diffusa di cui sicuramente avrai sentito parlare. In questa guida voglio mostrarti come realizzare la pacciamatura e prima di farlo ti spiegherò anche di cosa si tratta realmente, con quali materiali realizzarla e del perché è bene utilizzarla.
Il termine pacciamatura deriva dal termine pacciame che sta ad indicare uno strato generalmente composto da foglie secche o rami di varie dimensioni depositato nel tempo sul terreno. In effetti la pacciamatura non è nient’altro che la tecnica che riproduce questo evento naturale: depositare del materiale organico attorno alla base delle piante.
È una tecnica usata sia in orticoltura che nel giardinaggio, veniva usata molto in passato ed oggi sembra essere tornata di moda. Vediamo dunque di cosa si tratta e a cosa serve realmente per poi passare a come praticare la pacciamatura sia su piante orticole che su piante ornamentali.
Cos’è in dettaglio la pacciamatura?
Abbiamo accennato l’origine del termine e in effetti la pacciamatura non è nient’altro che una avvenimento che si verifica anche in natura riportato e adattato alle esigenze dell’agricoltura e più in generale a quelle del giardinaggio.
Questa pratica consiste nel fornire alla base delle piante una copertura principalmente utilizzando del materiale organico, in genere si ricopre un area pari all’estensione dell’apparato radicale. Proprio come succede in natura alla base delle piante arbustive e arboree a foglia caduca (ma anche per le sempreverdi) si ritrova spesso un letto di foglie che da diversi vantaggi alle piante.
Può essere considerato anche uno strato semipermeabile tra l’atmosfera e il sottosuolo di coltivazione, ciò significa che svolge anche una sorta di protezione con diversi aspetti a favore per le colture.
A cosa serve la pacciamatura
L’utilizzo di questa tecnica fornisce numerosi vantaggi ed è utile per la maggior parte delle specie coltivate. Ad esempio per gran parte delle piante orticole la pacciamatura può migliorare la produzione e ridurre gli interventi colturali facendo rispariare tempo e risorse.
La tecnica della pacciamatura viene utilizzata per diversi scopi, tra quelli più importanti e di reale utilità ci sono:
- Mantenimento dell’umidità del terreno al fine di evitare un eccessiva traspirazione.
- La creazione di uno strato protettivo nei confronti di agenti atmosferici come pioggia, vento e sole.
- Fornitura di una leggera concimazione a seconda del materiale utilizzato.
- Protezione dalla formazione di erbe infestanti, limita il loro sviluppo e blocca alcuni processi che permettono la germinazione di quelle specie che si diffondono per seme.
- Protezione dal freddo invernale, la pacciamatura può aumentare la temperatura del terreno.
- Preserva la struttura del terreno rallentando la scomposizione del materiale che lo compone.
Non male vero? Sembra essere una buon alleata per le diverse colture di cui disponiamo ed è in effetti proprio così. Questi sono i diversi vantaggi che ne hanno proclamato il successo nel corso di moltissimi anni, quali sono però gli svantaggi? Beh, quello più evidente e forse l’unico è il dover effettuare la procedura di pacciamatura per ogni singola pianta, questo diventa in colture estese molto laborioso e a volte non ne vale la pena. Tuttavia questa pratica è sicuramente vantaggiosa nei giardini e nei piccoli orti dove può come già accennato prima far risparmiare tempo e dare maggiori probabilità di riuscita della coltura. Con l’utilizzo dei teli pacciamanti la situazione si semplifica un po’ poiché la loro sistemazione avviene prima della semina ed è molto più veloce.
Quali materiali usare per la pacciamatura
Ce ne sono parecchi, ne esistono sia di biodegradabili (biocompatibili) dei quali la maggior parte si tratta di derivati di piante, che di materiali plastici non biodegradabili questi ultimi però possono essere riutilizzati senza grosse difficoltà in quanto capaci di mantenere la loro struttura e resistenza nel tempo.
Vediamo tra i materiali degradabili quali sono i più utilizzati:
- Paglia
- Erba falciata
- Corteccia di alberi in pezzi
- Segatura
- Foglie secche (foglie prive di oli o resine, da evitare aghi di pino, foglie di eucalipto ecc…)
- Rami e piante secche
Una nota particolare per gli aghi di pino: si tratta di materiale con un pH sub-acido o acido, per questo motivo non è possibile utilizzarlo su tutte le colture, in questi casi bisogna valutare attentamente le esigenze delle piante che si vuole pacciamare.
Da tenere in mente che l’utilizzo di ceppaglie, rami secchi o in genere piante è da fare con cautela, seppure decomposte e secche le piante a seconda della loro origine possono contenere insetti (uova e esemplari svernanti o in attesa di piante ospiti) e anche virus. L’utilizzo di una pacciamatura “infetta” può portare a diversi problemi a seconda della coltura di destinazione, quindi stare molto attenti all’origine del materiale utilizzato.
Altri materiali usati possono essere la ghiaia in diverse dimensioni, il lapillo lavico e l’argilla espansa.
Tra i materiali non biodegradabili ci sono:
- Teli in plastica
- Teli in film
- Teli di tessuto resistente
- Tessuto non tessuto
Esistono tuttavia anche teli biodegradabili di vari materiali che potranno essere lasciati sul terreno dopo la coltura.
Sul mercato esistono diverse tipologie di teli per paccimatura a seconda delle esigenze e dell’uso che se ne vuole fare.
Come si realizza
Nei casi in cui si ritiene opportuno effettuare una pacciamatura bisogna ricordare che prima di applicarla le piante e il terreno devono trovarsi in condizioni ottimali. Se già presenti eliminare le erbe infestanti, livellare il terreno e applicare la pacciamatura.
Prima di procedere occorre ricordare che nella maggioranza dei casi la pacciamatura si effettua dopo la semina e la germinazione delle piante altrimenti si ostacolerà il loro sviluppo.
A seconda della dimensione dell’impianto potrebbe essere necessario l’utilizzo di una carriola una pala e un rastrello. La pacciamatura si realizza seguendo questi passi:
- Effettuare una leggera sarchiatura in modo da rompere la superficie del terreno.
- Irrigare in modo superficiale il terreno.
- Distribuire con una forca in modo uniforme il materiale scelto, nel caso fosse di piccole dimensioni come segatura, ghiaia o trucioli di legno si può utilizzare una pala.
- Usare il rastrello per distribuire la pacciamatura e livellarla.
Per quanto riguarda i teli il loro utilizzo varia molto a seconda del tipo scelto, vengono impiegati quasi esclusivamente per colture orticole. In genere bisogna praticare dei fori oppure dei tagli a ‘X’ alcuni teli sono già predisposti e hanno una sagoma già parzialmente segnata dove praticare i buchi. Prima di posizionarli andranno effettuate le dovute lavorazioni al terreno cercando anche di appianare la superficie evitando dislivelli.
Preparato il terreno si effettueranno i buchi al telo prendendo le dovute misurazioni se il telo non ha già i tagli predisposti, dopodiché si dovrà fissare a terra, per questa operazione è possibile interrare il perimetro esterno con il terreno e posizionare a intervalli regolari delle pietre che potranno tenerlo fermo durante i temporali e impedire al vento di alzarlo.
Finita questa operazione si procederà alla semina o al trapianto delle piantine, i futuri interventi colturali saranno ridotti alle sole innaffiature.