La salvia è una pianta officinale e aromatica impiegata per svariati scopi. È possibile utilizzarla come siepe, in quanto può creare un bell’effetto grazie alla sua folta vegetazione e alla bellissima fioritura.
Si tratta di una pianta perenne con fusti erbacei che lignificano alla base, possiede delle foglie di colore verde, ricoperte da una sottile peluria, molto profumate e ricche di oli essenziali.
Per maggiori dettagli sull’utilizzo della salvia puoi consultare l’articolo della salvia come pianta aromatica.
La salvia è abbastanza esigente in termini di acqua specialmente se è coltivata in vasi. La coltivazione di una pianta in vaso non può essere paragonata a quella in piena terra poiché in un terreno all’aperto la profondità è molto più elevata e l’accumulo di acqua è molto maggiore.
La salvia coltivata all’aperto e in una posizione non troppo esposta al sole riesce a svilupparsi in modo ottimale anche se non riceve delle innaffiature costanti.
Tuttavia nei periodo di maggiore caldo la pianta potrebbe soffrire molto e arrestare la produzione di nuova vegetazione. Questo è un espediente comune a molte piante ed è uno dei molti mezzi messi in atto per sopravvivere in condizioni di forte siccità. Dopotutto che si tratti di una coltivazione di salvia a scopo ornamentale o a scopo orticolo è preferibile avere sempre un abbondante vegetazione sana e rigogliosa e per questo nei periodi di maggiore caldo un innaffiatura di supporto è sempre ben gradita.
Se si sceglie di aiutare le piante coltivate all’aperto con le innaffiature queste dovranno essere costanti fino alla ripresa delle piogge autunnali. Una sospensione brusca infatti porterebbe la pianta al già citato stato di “blocco vegetativo”.
Le innaffiature della salvia in pieno campo nel periodo estivo vanno effettuate la sera al tramontare del sole impiegando esclusivamente acqua a temperatura ambiente. Non è consigliabile l’utilizzo di acqua fredda poiché potrebbe stressare troppo la vegetazione. Se si possiede una fonte di approvvigionamento naturale come un pozzo o un canale è possibile raccogliere l’acqua nel primo pomeriggio e lasciarla esposta al sole in modo che si riscaldi e sia pronta per le annaffiature serali.
Bagnare esclusivamente la zona alla base dei fusti senza colpire il fogliame. Per agevolarsi in questa operazione si può utilizzare un innaffiatoio dotato di innesto a pioggia in modo da distribuire in modo uniforme l’acqua. Un altra tecnica che potrebbe massimizzare l’assorbimento d’acqua è quella di scansare leggermente la base della vegetazione e con l’utilizzo del becco dell’innaffiatoio (questa volta senza innesto ad imbuto) versare dell’acqua nei punti più difficili, dove si concentra la maggiore quantità di radici.
Una pacciamatura con materiale come scaglie di legname, segatura o altro materiale oltre che a fornire un ottimo impatto estetico soprattutto in aiuole può limitare la traspirazione di acqua e mantenere la giusta umidità del terreno. Puoi approfondire questo argomento consultando l’articolo su come realizzare una pacciamatura e leggere gli altri articoli sull’argomento nella sezione guide del sito.
Per le piante in vaso o contenitori dove la quantità del terreno è limitata valgono pressapoco le stesse regole descritte sopra. In questi casi però le innaffiature nei periodi di caldo dovranno essere maggiori poiché il terreno in vaso trattiene una minore quantità di acqua e asciuga molto più facilmente. Se possibile, spostare le piante in vaso in un luogo più ombreggiato riducendo così l’esposizione eccessiva al sole. Anche in questo caso una pacciamatura può aiutare molto a limitare la traspirazione di acqua.
Per quanto riguarda le innaffiature nel periodo invernale e autunnale è bene limitarle a interventi ogni 2-3 giorni e in pieno inverno limitarsi a 1-2 innaffiature settimanali. Per le piante coltivate all’esterno non bisogna preoccuparsi granché, le piante regoleranno da se le proprie esigenze idriche limitando l’assorbimento di acqua al minimo indispensabile.