Le concimazioni sono importanti, lo sappiamo e non possiamo negarlo. A volte un ulteriore apporto di sostanza organica, letame, humus o qualsiasi altro termine si voglia usare in aggiunta al normale terreno può apportare grossi vantaggi in qualsiasi tipo di coltivazione, sia ornamentale che orticola.
Cerchiamo di fornire in questa guida una soluzione a come fare dell’humus di lombrico impiegando poche risorse e ottenendo degli ottimi risultati.
Spesso ci si ritrova a dover coltivare un piccolo spazio verde su balcone o terrazza quindi in contenitori e vasi di varia natura che per seppur riempiti di terriccio vero e proprio non possono giovare dei vantaggi che un terreno all’aperto possiede.
Inoltre la coltivazione in vaso e in piccoli contenitori non permette una concimazione ideale con l’uso di prodotti biologici e spesso si ricorre per praticità a fertilizzanti di sintesi chimica, in forma liquida da aggiungere con le innaffiature. Questa pratica però a lungo andare porta a un lento e inesorabile impoverimento del terreno.
Un terreno all’aperto invece può godere di diversi eventi: deposito di materia organica come foglie e rami, decomposizione di piante e passaggio di animali tanto per fare un esempio. Questi eventi sono tutti a favore di un rinnovo continuo del substrato che essendo popolato di batteri e microrganismi si arricchisce grazie alla loro azione. Questi piccoli esseri chiamati in modo generico microrganismi “mangiano” la materia e la trasformano in sostanze molto semplici che le piante possono assorbire.
Senza esserci addentrati nei particolari anche perché bisognerebbe avere alcuni titoli di studio per fare un quadro dettagliato della situazione abbiamo illustrato in modo generico quello che succede nei primi strati del terreno, quello che avviene anche somministrando del letame nel giardino o nei vasi che usiamo per coltivare le nostre piante.
L’Humus
Il fatto che tu stia leggendo questa guida non significa necessariamente che tu sappia cos’è l’humus, in ogni caso è bene dare una piccola definizione. Che cos’è quindi l’humus? L’humus è citando l’enciclopedia wikipedia: “È un eteropolimero con peso molecolare che va da poche centinaia a migliaia di Dalton”.
Ecco una frase indecifrabile che non spiega ai più assolutamente nulla (neanche a me per dire la verità).
Per farla semplice si può dire che l’humus è un componente che fa parte della sostanza organica del terreno. Quando pensiamo all’humus quindi possiamo dire che è un composto (molto variabile) di elementi i quali si presentano in forma assimilabile dalle piante. Difficile? un po’ meno direi.
Data la sua natura molto variabile l’humus porta diversi benefici alle piante, tra quelli più importanti:
- Aggiunto alle colture permette una crescita migliore e un apporto di sostanze nutritizie.
- Fornisce un ambiente ottimale per la crescita delle piante e la germinazione dei semi.
- Predispone un ambiente ottimale per i microrganismi e favorisce lo scambio di sostanze tra l’atmosfera e gli strati sottostanti del terreno.
I lombrichi
Qual’è il ruolo di questi piccoli animaletti nella produzione di humus? Bene come scritto nei precedenti paragrafi i materiali organici vengono scomposti in sostanze più semplici via via da vari processi. Questi animaletti non fanno altro che mangiare, digerire ed espellere materiale che data la particolare caratteristica dei lombrichi porta alla formazione di un composto fertile e adatto alla coltivazione di tantissimi tipi di piante.
Come produrre dell’Humus di lombrico
Data la sua natura e il modo in cui viene prodotto l’humus di lombrico può risultare abbastanza costo. La produzione a livello commerciale avviene in ambienti predisposti e in grandi aree dove i lombrichi vengono allevati e nutriti.
Ogni lombrico produce al giorno una quantità di humus pari al proprio peso. I dubbi principali di chi si avvicina per la prima volta a questa attività sono quelli più comuni:
- Dove prendo i lombrichi?
- Di cosa si nutrono?
- Dove vanno posizionati?
- Come deve essere l’ambiente in cui vivranno?
- Come raccolgo l’humus?
Tutte domande legittime, vediamo quindi di rispondere in ordine ai quesiti.
1. I lombrichi non si auto-generano o meglio devono essere integrati almeno all’inizio dell’allevamento. In verità non tutte le specie di lombrichi sono adatte (ne esistono moltissime) in genere quelle più usate sono due specie. Molti allevatori hanno creato negli anni specie che si nutrono di materia particolare e magari più indicate per certe tipologie di allevamento.
2. Il nutrimento più facile da fornire è del compost organico almeno per quanto riguarda un piccolo allevamento casalingo, scarti di cucina che andranno selezionati accuratamente, però non si può dare tutto ai lombrichi, ci sono alcuni alimenti come quelli acidi che è meglio non dare. Possono essere nutriti anche con del letame proveniente da allevamenti animali.
3. Per permettere ai lombrichi di nutrirsi e riprodursi e di produrre quindi dell’humus da utilizzare per le proprie piante è necessario predisporre un ambiente adatto alla loro crescita. Una piccola produzione casalinga può essere fatta realizzando un contenitore con assi di legno lungo un metro e alto circa 60cm. Per iniziare si può utilizzare anche un contenitore più piccolo. La base deve essere forata per permettere il passaggio e lo sgrondo dell’acqua.
4. I lombrichi andranno inseriti inizialmente in un composto chiamato vermiculite che servirà da base per i loro “pasti”. Andranno poi aggiunti periodicamente scarti vegetali e/o letame animale. Il composto in cui cresceranno dovrà essere tenuto umido quindi meglio tenerlo all’aperto.
5. Quando i lombrichi inizieranno a moltiplicarsi la quantità di humus prodotto aumenterà in proporzione, in genere dopo circa 6 mesi di allevamento si potrà raccogliere il primo humus subito utilizzabile. Lo strato pronto per l’utilizzo è quello sottostante in genere i lombrichi tendono a spostarsi verso l’alto in quanto trovano sempre nuovo cibo.
Realizzando un allevamento casalingo non si dovrà più dipendere né dall’acquisto di lombrichi né dall’humus già pronto che in molti casi può costare molto, lo si potrà in questo modo avere sempre disponibile.
In ultima analisi c’è da sapere a quali piante può essere dato questo tipo di fertilizzante. Quasi tutte le piante che giovano di una concimazione aggiuntiva ne traggono vantaggio, viene usato sempre in piccole percentuali ed è meglio non abusarne anche perché potrebbe portare dei gravi squilibri. Non va somministrato a quelle piante che in natura crescono in terreni poveri anzi, queste piante non necessitano affatto di terreni organici, tra queste tipologie di piante ci sono molte specie tropicali tra cui le cosiddette “piante carnivore”. Giovano tantissimo le colture orticole e le piante aromatiche che da questo tipo di composto organico possono trarre molti vantaggi.