Come creare un bonsai

In questo articolo illustreremo i vari aspetti che stanno alla base della creazione di un bonsai. Analizzeremo quali possono essere le origini della pianta, gli aspetti di cui tenere conto per scegliere la varietà di albero più adatta, ma anche come coltivare e replicare un bonsai.

L’acquisto di un bonsai

Per l’acquisto di un bonsai ci sono dei punti fondamentali da tenere in considerazione:

  • la specie
  • la forma
  • lo stato del bonsai
  • il prezzo

Per chi non ha la possibilità di tenere il bonsai all’aperto la scelta ricadrà su quelle specie che possono essere tenute in appartamento. Chi invece ha un balcone o un terrazzo può tranquillamente coltivare il bonsai all’aperto scegliendo quindi una varietà adatta ad essere tenuta all’esterno per tutto l’anno.
Un principiante può scegliere come primo acquisto un Ficus il quale può essere tenuto in appartamento, è semplice da modellare per le caratteristiche naturali che il legno presenta ed è particolarmente facile da curare.
Scegliendo una varietà locale di albero questa risulterà molto resistente sia alle malattie che agli eventuali errori di coltivazione.

Le condizioni di luce per un bonsai sono altrettanto importanti. Quindi a seconda che disponiamo di un giardino o balcone/terrazza si dovrà scegliere il punto dove verrà collocato il bonsai, se la posizione sarà molto soleggiata è bene che la scelta ricada su un pino od un olmo in altri casi sarà bene scegliere la pianta che meglio si adatti alle condizioni di destinazione.
Nell’acquisto di un bonsai è bene saper scegliere le piante migliori e quelle più in salute, questo più che altro per concentrarsi al massimo sulla forma e l’aspetto da conferire al bonsai. E’ quindi importante evitare di acquistare alberi non in perfetta salute, alberi che presentano chiari errori di pratica colturale come segni di fili incarnati, difetti nella forma ecc…

In ultimo il prezzo del bonsai che dipende principalmente dalla quantità di lavoro richiesta per realizzarlo, nonché dall’età stessa della pianta.
È proprio l’età un aspetto che ad un neofita potrebbe essere difficile da stimare, molto spesso un bonsai che presenta un tronco spesso e con grossi tagli in via di rimarginazione può essere più giovane di un albero con metà spessore ma senza tagli.
Altri aspetti che potrebbero trarre in inganno: il grado di ramificazione, i bonsai che hanno una ramificazione fine sono di età maggiore.
Più il bonsai è anziano è maggiore sarà il suo prezzo.

In definitiva la scelta iniziale ricadrà su un albero non troppo vecchio, meglio se giovane, in salute e che possa essere modellato a piacere.

Bonsai da talea

Come per molte altre piante è possibile riprodurre un esemplare di bonsai utilizzando il metodo della talea. Questa pratica oltre ad essere vantaggiosa in termini di tempo rispetto alla coltura da seme assicura anche al futuro bonsai le stesse caratteristiche della pianta madre.
Le talee vengono effettuate prelevando rami dotati di foglie, per i bonsai da interno è possibile prelevarle e coltivarle per tutto l’arco dell’anno, per effettuare talee che verranno poi messe a dimora all’esterno è consigliabile effettuarle nel periodo di giugno.
In quasi tutte le specie le porzioni di ramo che radicano più facilmente sono i giovani germogli che hanno appena iniziato a lignificare, vengono spesso impiegati per la realizzazione delle talee porzioni di germogli apicali i quali sono più favorevoli alla radicazione rispetto a quelli laterali.

Come effettuare la talea

Il terreno adatto per la produzione di talee è quello povero di sostanze nutritive, un misto di torba e sabbia conosciuto col nome di terra trapuntata. Il terreno verrà disposto in un vaso comune non troppo grande, indicativamente di 12 cm di diametro, riempito il vaso si praticano uno o due fori sulla superficie del substrato con una profondità di circa 5 cm. Scelto il ramo da cui prelevare la talea si effettua un incisione a 10 cm circa dall’apice, le foglie e i piccoli getti alla base si eliminano lasciandoli soltanto sulla cima. Il taglio può essere trattato con polvere contenente ormoni radicali, in seguito andrà inserito nel buco effettuato in precedenza.

Effettuare una annaffiatura a pioggia non troppo abbondante, munirsi poi di una campanatura in vetro o plastica oppure se sprovvisti, di un normale sacchetto di plastica che andrà avvolto attorno al vaso, questo servirà ad aumentare la temperatura del substrato e dell’aria attorno alla talea favorendone così la radicazione e lo sviluppo.

Le cure successive

Il vaso con la talea dovrà essere posizionato in un luogo luminoso e con una temperatura calda. Se tutto andrà a buon fine la crescita di nuovi germoglia ci indicherà che le radici si sono formate correttamente e che la pianta è pronta a formare un nuovo bonsai. Il sacchetto potrà essere forato per consentire un graduale adattamento alla temperatura esterna, successivamente sarà possibile toglierlo completamente. Se invece si è usato una campanatura in vetro o plastica è possibile rimuoverla nelle ore più calde della giornata dopo una settimana può essere tolta per tutta la giornata e rimessa nelle ore notturne, quando la pianta avrà generato altri germogli è possibile rimuovere definitivamente la campanatura.
Le piantine cresceranno anche in altezza, quando avranno raggiunto un aumento di 3-4 cm è possibile cominciare a somministrare del concime minerale che favorirà lo sviluppo generale, successivamente quando saranno cresciute abbastanza potranno essere rinvasate in un vaso più grande.
La coltivazione da talea non permette alla pianta di sviluppare una radice fittonante, per questo motivo le radici si svilupperanno principalmente in senso orizzontale e resteranno abbastanza alte, è possibile dopo il primo rinvaso accorciare le radici più lunghe in modo da permetterne la crescita omogenea.

La forma

Per le piante giovani ottenute da talea la forma potrà essere conferita con estrema facilità. Per ottenere un tronco vigoroso con un assottigliamento uniforme fino alla punta ispirandosi così alla forma eretta bisogna accorciare il tronco più volte in modo che un ramo laterale determini la lunghezza del tronco e di conseguenza la punta.
Per ottenere una forma a scopa invece il tronco va potato dove si vuole formare la chioma, i rami adiacenti ai tagli vengono utilizzati per lo sviluppo della chioma, mentre quelli che crescono nella zona sottostante del tronco e che non sono necessari per la costruzione della chioma vengono lasciati integri, sono necessari all’ispessimento del tronco per questo verranno eliminati in futuro quando la dimensione del tronco avrà raggiunto la dimensione voluta.
Questo è un punto molto importante poiché il taglio dovrà essere tanto maggiore quanto più lungo sarà il tempo di attesa della rimozione di questi rami.

I bonsai da vivaio

I bonsai possono essere coltivati partendo da piante che provengono da vivaio, giovani piantine che in genere vengono destinate alla coltivazione da frutto, usate come portainnesti oppure vendute al dettaglio o in gruppi.
Coltivare un bonsai partendo da una piantina già pronta è senz’altro un risparmio in termini di tempo. Questo genere di piante possono essere modellate fin da subito e diversamente dalle talee è possibile effettuare la prima modellatura senza attendere lunghi periodi.

Modellare le giovani piante

La prima cosa necessaria da fare per modellare un bonsai è scegliere quale sarà la parte anteriore, ovvero la parte frontale che sarà esposta all’osservatore. Questa decisione è influenzata dalla qualità dello strato radicale, della forma del tronco e della posizione dei rami.
Le radici più forti vengono spesso fatte crescere al lato e mai verso l’osservatore.
Il tronco e i rami principali devono assolutamente essere ben visibili e riconoscibili, in particolare non devono essere mai presenti due rami principali che provengono dello stesso punto del tronco.

La prima operazione da fare è travasare la piantina in un vaso più grande, per ora non verrà effettuata nessuna operazione alle radici della pianta, verranno accorciate in seguito in occasione del rinvaso nella ciotola.
Effettuata questa procedura si deve decidere quali rami rimuovere e modellare le parti restanti. Per queste operazioni si seguiranno questi semplici passi:

  • Il ramo più spesso va sotto e quello più sottile sulla punta ciò significa che nei punti in cui vi sono più rami è necessario rimuovere quelli più sottili nella zona sottostante la chioma e i più spessi in quella superiore. E’ possibile partire ovviamente come base da uno degli stili Giapponesi proposti.
  • Dopo la rimozione dei rami in eccesso quelli che resteranno dovranno essere orientati nella posizione voluta utilizzando l’apposito filo o in casi particolari dei tiranti. I neofiti alle prime armi potranno optare per i tiranti i quali sono più facili da applicare rispetto al filo, vengono ancorati a seconda del contenitore, in quello di plastica attraverso dei fori praticati sulla superficie, nelle ciotole attraverso i fori di drenaggio.
  • La tensionatura viene effettuata utilizzando un filo sottile. Si avvolge l’estremità con un tubicino di plastica allo scopo di proteggere la corteccia, viene poi fissato alla ramificazione e testo nella posizione desiderata, l’altra estremità verrà fissata alla ciotola o al vaso.
  • Dopo aver effettuata l’orientamento di tutti i rami si può stabilire la lunghezza effettuando una prima potatura.
  • La pianta è pronta, va posizionata in un luogo luminoso ma senza luce solare diretta.

Le operazioni successive vengono svolte a seconda della stagione. Nei mesi più freddi il bonsai da esterno viene protetto dal gelo, questo per il primo periodo. Nel periodo primaverile successivo a queste operazioni è possibile nel caso il bonsai presenti nuovi germogli effettuare una prima concimazione.
I rami più sottili potranno essere tensionati o volendo usando un filo non troppo duro potranno essere avvolti e guidati nella forma desiderata.

Nel corso del primo anno i rami nella zona superiore della chioma verranno potati in modo più marcato rispetto alla zona sottostante. I rami che continuano ad ispessirsi verranno ridotti soltanto quando raggiungono uno stadio in cui siano sufficientemente forti.
Infine, una volta che l’albero ha raggiunto il primo stadio del suo sviluppo può essere piantato nella sua prima ciotola, questa operazione viene fatta nel periodo primaverile.

Bonsai Yamadori

Yamadori è una pratica antica, consiste essenzialmente nella scelta della pianta in natura. In Giappone la stragrande maggioranza dei bonsai, soprattutto quelli più longevi hanno origine da questa pratica. Il prelievo di piante in natura in Italia è vietato dalla legge, sconsigliamo vivamente di attuare questa pratica a meno che non si tratti di piante nate in un terreno di nostra proprietà.

È abbastanza facile trovare piante in natura utilizzabili per la realizzazione di bonsai. Queste piante particolarmente adatte sia per l’età avanzata che per la conformazione del tronco e dei rami, possono essere la scelta ideale da cui partire.

L’espianto

L’anno prima di dissotterrare la pianta nel periodo primaverile è necessario effettuare un taglio di circa un terzo delle radici utilizzando una vanga o un altro strumento simile, lasciando una distanza di circa 20-30 cm dal tronco. In seguito le radici restanti devono essere ricoperte di terra, i rami poi verranno accorciati di circa un terzo della loro lunghezza originale.
Ad inizio autunno si esegue una potatura di un terzo delle radici per permettere la formazione di nuove ramificazioni laterali. Questo taglio favorisce la crescita dell’albero e faciliterà il lavoro quando l’albero dovrà essere completamente dissotterrato, operazione che avrà luogo nella primavera successiva.
Questa operazione viene effettuata poco prima o durante la crescita dei boccioli, prima della germogliazione delle foglie.

L’acclimatamento

Dopo l’operazione di dissotterramento nelle varietà di latifoglie e in particolare nei larici i rami vengono accorciati in modo marcato eliminando completamente le ramificazioni che non servono per la modellatura. L’albero viene poi piantato in giardino o in un vaso abbastanza ampio per un anno.
L’albero svilupperà in questo periodo un tessuto radicale forte soprattutto nei primi anni successivi all’espianto. In questo periodo la concimazione sarà inizialmente ridotta successivamente verrà aumentata gradualmente. Allo stesso tempo è possibile provvedere alla potatura dei rami per dare alla chioma una forma più compatta.

Le ramificazioni vicine al tronco offrono maggiore possibilità di modellatura. Se l’albero mostra attraverso la crescita che l’apparato radicale si è rigenerato con successo significa che ha sopportato bene il travaso, quindi è possibile intraprendere un ulteriore modellatura.
A questo punto si può trattare la pianta come se fosse un albero da vivaio.

Dopo aver deciso quale sarà la parte anteriore del bonsai è possibile piantarlo in primavera in un vaso più piccolo oppure in una ciotola. E’ possibile allo stesso tempo rimuovere i rami non necessari e avvolgere gli altri rami con del filo oppure modellarli usando dei tensionatori, sarà necessario poi accorciarli alla lunghezza prestabilita.

Il bonsai dovrà essere posizionato in un luogo luminoso e protetto dal vento, dovrà restare in questa posizione per due settimane, dopodiché in base all’esigenza della specie coltivata dovrà essere messo nella sua posizione definitiva.
Le legature e gli interventi di potatura continueranno per due anni, i rami dopo questo tempo si saranno sviluppati a sufficienza e avranno mantenuto la posizione impostata, l’alberò sarà a questo punto abbastanza maturo da essere trasferito nella sua ciotola definitiva.

Bonsai da seme

Questo metodo è senza dubbio uno dei più difficili da cui ottenere un bonsai. I semi hanno bisogno di particolari trattamenti per poter germogliare, e ciò nonostante non sempre avviene. La crescita di un bonsai da seme è molto lenta, tuttavia in particolari casi quando non è possibile trovare la pianta madre l’unica alternativa rimane coltivarla da seme.

Il trattamento delle sementi

I frutti raccolti devono essere protetti dall’umidità per evitare che marciscano, per questo bisogna evitare di conservarli in contenitori chiusi la maggior parte dei semi vanno conservati in un luogo asciutto e ben areato.
Sementi come ghiande, noci, faggiole, castagne e nocciole vanno conservate sotto della sabbia umida fino al momento della semina, diversamente se si lascia che secchino perderanno la loro capacità germinativa.

La semina

Procurarsi un vaso non troppo grande, versare della sabbia mista a torba all’interno, in alternativa va bene anche della terra trapuntata. Posizionare a questo punto i semi all’interno del vaso lasciando circa 2 cm di distanza l’uno dall’altro, ricoprire poi con dell’altro substrato, innaffiare poi con un innesto a pioggia e coprire il vaso con una campanatura o un sacchetto di plastica forato. Per tutta la fase germinativa il terreno va tenuto costantemente umido e mai lasciato seccare, successivamente appena i semi avranno germogliato la copertura andrà rimossa gradualmente.
Quando le piantine saranno formate e avranno un altezza di qualche centimetro dovranno essere annaffiate evitando però gli eccessi idrici, un metodo molto usato per l’annaffiatura è quello che consiste nell’immersione del vaso o della ciotola in un contenitore pieno d’acqua, in questo modo il liquido penetra dai fori di drenaggio arrivando alle radici. Tuttavia il terreno in superficie deve comunque conservare un certo grado di umidità, per questo vengono impiegati del muschio o delle piante tappezzanti alternative che impediscono un eccessiva traspirazione.

Le piante potranno essere coltivate singolarmente quando avranno raggiunto un altezza variabile tra 10 e 15 cm. Quando si effettuerà questa operazione in concomitanza verranno anche potate le radici in modo da favorire la crescita laterale. Le piantine riceveranno la prima potatura dopo il secondo anno di vita, i successivi accorgimenti sono del tutto uguali alla coltivazione di bonsai da talea.

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