Giungono spesso in redazione casi di problematiche legate alla falena invernale, erosioni fogliari molto accentuate e conseguenti problemi alle piante.
I lettori ci chiedono quindi come combattere la falena invernale e quali sono i rimedi più diffusi e le cure attuabili. I danni della falena invernale chiamata anche falena Brumale sono di carattere ornamentale per le specie appunto coltivate a fini estetici ma soprattutto danni provocati a piante da frutto.
In questi casi è necessaria una preventiva lotta per arginare i successivi problemi e poter godere di un raccolto sano e commestibile. I danni maggiori per le piante da frutto si hanno alle gemme e ai calici fiorali, le larve erodono in maniera significativa le parti verdi della pianta e a volte anche i frutticini. Gli adulti invece non provocano problemi e quindi non sono un pericolo.
La lotta alla falena invernali si può effettuare in diversi modi. Se si considera la femmina dell’insetto, priva di ali, è facile catturarla. Le femmina una volta svernate risalgono lungo i tronchi delle piante ospiti per cominciare l’accoppiamento e la successiva ovodeposizione. Essendo prive di ali l’unico modo che hanno per raggiungere i rami e le parti alte della pianta è quello di camminare lungo i tronchi. Si utilizzano quindi delle trappole adesive per catturare gli esemplari femmina e limitare in modo forte la deposizione di uova.
Si possono utilizzare anche oli bianchi e oli minerali attivi contro le larve. Se si vuole arginare la presenza di individui adulti, di larve e limitare la dischiusura delle uova si possono utilizzare prodotti come Fenitrotion ed Etofenprox studiati appositamente per la lotta a questo tipo di insetti.
Per combattere in modo biologico la falena invernale o brumale è possibile utilizzare il batterio Bacillus thuringiensis ssp kurstaki parassitoide delle larve. Questo batterio viene venduto sotto forma di polvere da reidratare e utilizzare sulle piante. L’utilizzo di questo metodo di lotta non comporta danni collaterali a insetti utili e altre forme di vite, non risulta quindi tossico per l’uomo.