Il porro è una pianta orticola abbastanza diffusa negli orti, è un erbacea biennale che viene coltivata come annuale. Si tratta di una pianta abbastanza resistente alle basse temperature, può essere coltivata quindi senza particolari preoccupazioni anche nei posti più freddi.
Grazie alla sua resistenza al freddo la semina può essere distribuita durante l’arco dell’anno in modo da ottenere una produzione continua con pochi accorgimenti colturali. In questa guida descriviamo passo passo la coltivazione del porro senza tralasciare gli aspetti importanti quali gli accorgimenti colturali.
Preparare il terreno
La piantumazione del porro può avvenire in un terreno con determinate caratteristiche, vediamo quali sono descrivendo poi i metodi di lavorazione.
Il terreno più adatto alla coltivazione del porro deve essere di medio impasto, lavorato in profondità e ricco di materia organica. Sono da evitare terreni eccessivamente compatti, con ristagni idrici e con squilibri nella struttura e nei nutrienti. I valori di pH ottimale per lo sviluppo di questa coltura sono di 6,5-7 quindi terreni neutri sono una buona scelta.
Del porro come sappiamo si consumano le foglie in particolari quelle alla base, bianche le quali per svilupparsi al meglio necessitano di profondità e assenza di ostacoli. Dunque la prima lavorazione del terreno che si effettuerà in autunno l’anno prima della semina deve essere profonda, meglio un aratura, in alternativa una fresatura profonda a circa 40cm può andar bene. Se necessario in questo intervento si somministra anche del letame semi-maturo che avrà il tempo di decomporsi durante l’inverno.
Se si sceglie di effettuare a mano le lavorazioni bisogna rivoltare il terreno con una vanga, successivamente distribuire in modo uniforme il letame e lasciare riposare il terreno fino alla semina.
La seconda lavorazione prevista è fatta per l’affinamento della superficie e per l’eliminazione delle erbe infestanti si può realizzare con un motocoltivatore o una motozappa a seconda delle dimensioni del terreno.
Come si semina
La semina del porro può iniziare dal mese di gennaio e continuare per più mesi fino a maggio. È possibile anche effettuarla in settembre in questo caso però le lavorazioni del terreno dovranno essere anticipate di qualche mese.
La piantumazione del porro si fa in questo modo: Sul terreno lavorato si procede alla realizzazione di solchi poco profondi distanziati di circa 30cm, si procede alla collocazione dei semi 2-3 distanziati di circa 10cm. Quando le piantine avranno raggiunto l’altezza di circa 5-6 cm andranno sfoltite lasciando soltanto una pianta per buca.
Piantare il porro nei mesi invernali invece richiede l’impiego di serre, cassoni riscaldati o semina in letto caldo, la temperatura per permettere la germinazione dovrà essere almeno di 15 gradi. La semina in letto caldo consiste nel fornire al terreno uno strato sottostante di letame fresco che decomponendosi rilascerà calore necessario per la germinazione dei semi. In cassoni o contenitori (a meno che non siano di polistirolo dotati di fori piccoli) si dovranno collocare i semi a spaglio in modo non troppo fitto, successivamente sarà necessario effettuare la messa a dimora.
Il trapianto delle piantine di porro precedentemente coltivate in serra o cassoni dovrà essere realizzato dopo circa tre mesi dalla semina a seconda della temperatura esterna che non dovrà scendere sotto lo zero. Il trapianto si esegue realizzando delle buche abbastanza profonde da contenere le piante almeno fino al colletto, dovranno essere distanziate di circa 10-12cm tra loro e almeno 30cm tra le file, si procede poi con l’interrare le piantine ricoprendo gli spazi con del terriccio, innaffiare delicatamente e collocare del terriccio dove serve, l’azione dell’acqua potrebbe far assestare il terreno.
La coltivazione del porro nel periodo autunnale richiede che le piante vengano protette da una pacciamatura o da una copertura, per il resto valgono le stesse indicazioni date sopra.
Dopo la coltivazione sarà necessario tenere d’occhio la crescita delle infestanti ed effettuare un diserbo manuale, o in alternativa con l’utilizzo di una zappa avendo l’accortezza di non smuovere troppo il terreno danneggiando anche la vegetazione.
Le irrigazioni saranno necessarie per quelle colture estive e primaverili e in genere su quei terreni non particolarmente umidi, evitare in ogni caso gli eccessi e i ristagni idrici.
Un altra pratica colturale anche se non sempre praticata è la rincalzatura che viene effettuata 20-30 giorni prima della raccolta in modo da favorire un ulteriore imbianchimento delle piante.
Come si raccoglie
La raccolta del porro inizia dopo circa 5 o 6 mesi dalla semina a seconda del periodo di semina può iniziare da maggio e proseguire per diversi mesi.
La raccolta va effettuata in una giornata di tempo soleggiato a distanza di almeno 5-6 giorni dall’ultima pioggia in modo da avere il terreno con un umidità media che permetta il diradamento delle piante e al contempo non richiederà di ripulirle dalla terra troppo umida.
Le piante vanno afferrate saldamente e tirate senza strattoni, se il terreno dovesse essere troppo compatto è possibile utilizzare una vanga con cui fare leva sul terreno e agevolare il diradamento delle piante.
Come si conserva
I porri vengono conservati in un luogo fresco, al riparo dalla luce solare diretta e con un umidità medio-alta. Prima della loro conservazione la parte aerea, quindi le foglie vengono ridotte di un terzo della loro lunghezza, le piante in questo modo potranno conservarsi per 30-50 giorni.
Le concimazioni
Riguardo la somministrazione di fertilizzanti o di materia organica il porro può giovare di circa 3-4 Kg di letame o composto organico maturo da distribuire in un metro quadro di coltivazione. A seconda dei casi possono essere utili anche somministrazioni separate dei macroelementi.