Il pomodoro è uno degli ortaggi più diffusi negli orti. Cresce bene in gran parte del territorio Italiano, le varietà più coltivate crescono meglio al centro e al sud per via del caldo, dove si concentra la maggior parte della produzione, esistono tuttavia anche varietà più resistenti ma in genere la pianta non sopporta temperature inferiori ai 4 gradi, in queste condizioni si verificano blocchi della crescita e deperimento delle piante.
Usato per il consumo fresco e per la preparazioni di conserve il pomodoro trova largo utilizzo in cucina, in moltissime preparazioni. In questa guida vedremo tutte le fasi , dalla coltivazione del pomodoro, alla crescita, alla raccolta e conservazione.
Esistono molte varietà adatte ai più disparati usi, per la preparazione di conserve, secchi, sottolio, sottaceto, si distinguono per colorazione forma e dimensioni, gli accorgimenti colturali e le tecniche di coltura illustrate in questa guida valgono per tutte le varietà.
Preparare il terreno
La piantumazione del pomodoro avviene in terreni con caratteristiche ben precise. Per una crescita ottimale il pomodoro necessita di un terreno ben drenato, di medio impasto e lavorato in profondità. Sono da evitare terreni asfittici cioè troppo compatti che compromettono lo sviluppo delle radici e creano pericolosi ristagni idrici, terreni da evitare sono anche quelli poveri di materia organica, il pomodoro infatti per svilupparsi al meglio necessita di un buon apporto di nutrienti. Il pH ottimale per il terreno si aggira intorno a 6-7. In merito alla sostanza organica è bene che essa sia sempre ben decomposta prima della messa a dimora o la semina.
Ora che sappiamo come deve essere il terreno passiamo alla sua lavorazione.
In genere se si è già provveduto ad un abbondante concimazione nella coltura precedente o ci si appresta a coltivare su un terreno a riposo può bastare soltanto una lavorazione qualche settimana prima della semina. Si procede in questo caso ad una aratura profonda circa 50cm, successivamente si lascia il terreno a riposo e dopo un altra settimana o più si effettua una fresatura per affinare il terreno.
In alternativa se è necessaria anche una concimazione è preferibile effettuare un aratura l’anno precedente alla fine del periodo estivo o in quello autunnale e somministrare del concime organico o del letame ben decomposto in modo uniforme.
Successivamente qualche giorno prima della semina si effettua una zappatura con un motocoltivatore o un trattore a seconda delle dimensioni dell’impianto, procedendo in questo modo all’eliminazione delle infestanti e all’affinamento della superficie.
Come si semina
La semina del pomodoro può iniziare dopo le dovute lavorazioni al terreno, in piena terra si inizia da marzo e si protrae fino a maggio. È possibile però anche fare una coltivazione anticipata se si possiede un cassone riscaldato o una piccola serra, in alternativa è possibile seminare anche in letto caldo ovvero effettuare la semina in un contenitore dotato di uno strato di letame fresco che decomponendosi può fornire il calore necessario per la germinazione dei semi.
La semina in letto caldo richiede comunque una copertura per proteggere i semi dalla temperatura esterna. In caso di semina anticipata si dovrà comunque ricorrere al trapianto non appena le temperature esterne lo permetteranno.
Piantare i pomodori direttamente a dimora è un operazione che può iniziare a seconda del luogo di coltivazione e della temperatura esterna da marzo fino a maggio.
La coltivazione del pomodoro direttamente a dimora si effettua dopo le dovute lavorazioni di affinamento del terreno, si può procedere alla semina in postarelle o filari.
Effettuare delle postarelle ogni 50 cm distanziandole 70cm o più tra le file, con una profondità di qualche centimetro, collocare quindi 2-4 semi distanziandoli tra loro e ricoprire con un piccolo strato di terra, innaffiare poi con un innaffiatoio dotato di innesto fine. Se le temperature non sono ancora arrivate ai livelli ideali è possibile predisporre dei tunnel di plastica o delle campanature per favorire la germinazione dei semi.
Tra gli interventi colturali praticati maggiormente c’è la sarchiatura del terreno nei primi stadi di crescita e il diserbo manuale o meccanico durante la crescita in 2-3 interventi prima della raccolta.
Le innaffiature in genere non sono necessarie se il terreno è abbastanza fresco, sono però essenziali dopo il trapianto e fino alla ripresa vegetativa delle piantine e in condizioni di estrema siccità prolungata. Se continuate durante la crescita delle piante le innaffiature non dovranno essere sospese fino alla maturazione dei frutti, le piante soffrirebbero dello squilibrio idrico riducendo drasticamente la produzione.
Alcune coltivazioni vengono dotate di un impianto di irrigazione a goccia, un sistema tra i più produttivi che permette di risparmiare grosse quantità di acqua ottimizzando al meglio la somministrazione.
Per prevenire eventuali problemi di marciume dei frutti di pomodoro ed evitare il loro contatto diretto con la terra in modo che risultino sempre puliti è possibile effettuare una pacciamatura con della paglia ovviamente questa pratica è attuabile in piccoli appezzamenti e piccoli orti. In coltivazioni più estese per avere un risparmio sulla messa in pratica di questa tecnica si possono impiegare i teloni traspiranti in plastica, questi sono utili anche per limitare la crescita delle infestanti.
Un altro intervento di coltura che spesso viene applicato a questo ortaggio è la pratica della cimatura. La cimatura anche chiamata “sfemminellatura” in riferimento alla sterilità delle porzioni di pianta da eliminare è finalizzata appunto alla rimozione di getti non destinati a portare frutti. Questi getti da eliminare si trovano all’ascella delle foglie e sono sterili, in tutte le cultivar di pomodoro, quelli fertili invece si sviluppano su ramificazioni secondarie lungo il fusto.
Cosa succede eliminando questi germogli in formazione? Semplice, la pianta ha più energie per la produzione di nuovi fiori e frutti e per la maturazione di quelli già presenti. Tuttavia la crescita di dei germogli ascellari non è casuale, la pianta ne produce in caso di necessità e talvolta ne produce tanti in caso il terreno fosse ricco di particolari nutrienti; questi germogli hanno la funzione primaria di fotosintesi.
Per il metodo di allevamento delle piante è possibile adottare due tecniche a seconda della tipologia delle cultivar scelte. Le piante di pomodoro infatti si possono distinguere in determinate e indeterminate. Il primo gruppo, quello delle piante determinate comprende tutte le cultivar che hanno un portamento basso, tipicamente cespuglioso e che possono essere coltivate senza sostegni. L’altro gruppo, quello dei pomodori indeterminati è formato da cultivar che crescono molto in altezza, in pratica quelli che spesso vengono definiti pomodori rampicanti.
Premesso ciò se si sceglie di coltivare pomodori di razza indeterminata e di razza determinata insieme è bene farlo separando le due tipologie in quanto quelli rampicanti necessitano di sostegni. Per favorire la crescita delle piante di pomodoro indeterminate si utilizzano sostegni che possono essere metallici o più comunemente realizzati con canne quelle che è possibile trovare lungo i corsi di ruscelli e che crescono spontaneamente. Questi sostegni vengono infilati nel terreno a circa 30-40 cm di profondità vicino ad ogni pianta, man mano che il pomodoro cresce è necessario effettuare una legatura del fusto alla canna in modo che la pianta risulti stabile e non venga danneggiata dal vento. Per la legatura si possono usare degli spaghi di plastica bianchi molto comuni oppure più consigliati sono i legacci in rafia che sono anche biodegradabili. I pomodori si legano senza stringere il fusto facendo passare il filo prima attorno al sostegno compiendo un giro e poi attorno al fusto compiendo un altro giro ma senza stringere. in alternativa è possibile legare fusto e sostegno insieme mantenendo appena due dita di spazio in modo che il filo non strozzi la crescita del fusto provocando lacerazioni o “incarnimenti”.
Per i pomodori di cultivar determinate non sono necessari sostegni, questi infatti per via del loro sviluppo contenuto in altezza tenderanno a formare una chioma bassa e piuttosto larga. In alcuni casi se le piante non vengono adeguatamente assistite è possibile che i fusti tendano a piegarsi sotto il peso dei pomodori, ciò avviene soprattutto con cultivar con frutti di grossa pezzatura. Questo fenomeno porta i fusti direttamente a contatto con la terra e ciò provoca la formazione di radici avventizie, in alcuni casi però è possibile che i fusti vengano esposti a troppa acqua con conseguente marciume. Per questo motivo è meglio effettuare periodici controlli e praticare delle rincalzature quando le piante sono ancora giovani.
Il trapianto
Il trapianto delle piante di pomodoro in genere inizia da marzo e può durare fino a maggio. È una valida alternativa alla semina specialmente se non si è tardato nell’operazione e si rischia di ottenere piante mature in tempo, oppure se si vuole anticipare la raccolta.
Si realizza nel seguente modo:
- Applicare dei fili guida per trapiantare le piante in file dritte. Si utilizzano dei paletti in legno a cui viene legato dello spago.
- A seconda dei contenitori usati bisognerà effettuare delle buche distanziate 30-40cm, sulle file si manterrà una distanza di 70cm o più se si ha intenzione di lavorare con motozappa o motocoltivatore. Le buche dovranno essere delle dimensioni del pane di terra (o meglio ancora 5-6cm più grandi).
- Collocare le piantine e ricoprire con del terriccio gli spazi vuoti.
- Innaffiare subito dopo in modo uniforme evitando di bagnare la vegetazione.
La procedura di trapianto è bene effettuarla al mattino presto o alla sera tardi per evitare che il calore eccessivo possa stressare molto le piantine. Di seguito un video riassuntivo dell’operazione.
Come si raccoglie
La raccolta del pomodoro viene fatta a scalare può iniziare a seconda del periodo di coltivazione non appena i frutti presentano una colorazione rossa uniforme. Possono essere raccolti anche quando non sono completamente colorati di rosso lasciando che continuino la loro maturazione dopo la raccolta.
La raccolta si effettua manualmente staccando con delicatezza il frutto senza sfilacciare i fusti, al giusto grado di maturazione i gambi verranno via da soli; le piante non devono ricevere danni anche perché i frutti che devono ancora maturare potrebbero risentirne.
I pomodorini e in generale tutte le cultivar di pomodoro che portano frutti piccoli riuniti in grappolo vanno raccolti preferibilmente con l’utilizzo di cesoie. È molto importante non separare i piccoli frutti dal grappolo poiché la loro conservazione verrebbe compromessa, i frutti staccati infatti marciscono più velocemente. La raccolta si effettua recidendo i grappoli dal fusticino principale appena un centimetro dall’attaccatura. Se sul grappolo sono presenti prevalentemente pomodori maturi è bene fare subito la raccolta e non aspettare la maturazione di quelli “mezzi verdi”, continueranno a maturare una volta raccolti.
Molte cultivar di pomodoro che maturano tardi e che vengono chiamati “pomodori invernali” hanno la tendenza a formare una buccia di colore chiaro, alcuni leggermente aranciata, in questi casi bisogna prestare attenzione poiché queste varietà non raggiungeranno una colorazione rossa e ciò significa che il colore non è indice di maturazione. Per queste varietà è opportuno verificare la consistenza della polpa che deve essere abbastanza cedevole ma non troppo e l’uniformità del colore.
Come si conserva
A seconda della destinazione d’uso il pomodoro può essere raccolto e consumato fresco o conservato previa lavorazione. Una volta raccolti possono essere conservati per alcuni giorni in un ambiente fresco, dipende molto dal grado di maturazione che hanno nel momento della raccolta.
Il metodo di conservazione più diffuso è senz’altro la conserva di pomodoro. Dopo le opportune lavorazioni e la cottura i pomodori sotto forma di passata, in pezzi o interi pelati (senza buccia) si conservano per diversi mesi, i contenitori vengono tenuti a temperatura costante e preferibilmente al riparo della luce solare diretta. La preparazione di passata di pomodoro richiede alcuni accorgimenti e metodi che ne assicurano la sicura riuscita, la cottura in tempi giusti e la perfetta chiusura dei contenitori sono gli aspetti più importanti, l’uso di pomodori marci o danneggiati invece possono compromettere il sapore e l’acidità.
Le concimazioni
La concimazione del pomodoro è una buona pratica che permette di ottenere un raccolto superiore e in quantità maggiori rispetto a terreni che non la ricevono. Generalmente bastano circa 40-50Kg di letame per 10 metri quadri di coltivazione, da distribuire durante la prima lavorazione del terreno se è ancora fresco oppure se è ben maturo qualche mese prima della semina. Procedendo con la concimazione manuale del pomodoro è necessario dotarsi di una forca con cui spargere il letame, su grandi coltivazioni vengono impiegati carri spandiletame che velocizzano l’operazione. È possibile anche far precedere alla coltivazione del pomodoro una coltura da sovescio del tipo: favetta, senape, rafano e in generale delle leguminose che possono agevolare la resa dei pomodori.
Altri metodi di concimazione prevedono l’utilizzo di concimi liquidi in fase di fioritura, tuttavia questa pratica è da fare con attenzione, in genere viene effettuata soltanto da personale qualificato. La fase di fioritura e di formazione dei frutti è molto delicata, un concime liquido grazie alla sua rapida assimilazione può essere pericoloso se somministrato in dosi eccessive. C’è da considerare inoltre che spesso non si conosce con precisione la composizione di nutrienti del terreno e per questo motivo eventuali eccessi di nutrienti possono risultare molto pericolosi danneggiando il raccolto e le piante.