La fava è un ortaggio appartenente alla famiglia delle leguminose. Viene usata spesso come coltura di rinnovo poiché dopo la coltivazione il terreno sulla quale viene coltivata riesce a ristabilire il suo equilibrio di nutrienti.
La cultivar descritta qui è la Vicia faba major ovvero quella a semi grossi usata per il consumo alimentare umano, esistono infatti anche altre varietà usate principalmente per la produzioni di alimentazione per bestiame e per il sovescio. In questa guida illustreremo la coltivazione della fava e tutte le tecniche associate.
Preparare il terreno
Il substrato ideale per la pianta di fava è di medio impasto senza squilibri nei nutrienti e nel pH, non necessariamente ricco di sostanza organica, la fava infatti riesce bene a trarre nutrimento dai residui delle colture precedenti. Il pH più adatto a questa coltura è alcalino, la fava riesce comunque a svilupparsi in molte tipologie di terreno anche senza la necessità di particolari accorgimenti, sono da evitare però i ristagni idrici e i terreni asfittici, ovvero quei terreni troppo compatti che non permettono all’apparato radicale di estendersi come dovrebbe.
La lavorazione del terreno prima della semina si effettua nel periodo di fine estate o a primavera. Si effettua una zappatura profonda circa 25-35 cm oppure un aratura applicando se necessario del letame ben maturo. Successivamente qualche settimana prima della semina viene fatta un ulteriore lavorazione di affinamento e un appianatura della superficie, questa operazione tuttavia non è essenziale e serve per lo più ad ottenere un letto di semina più favorevole alla germinazione, si può anche saltare questa lavorazione effettuando soltanto un appianatura.
Come si semina
La semina delle fave può iniziare dopo le opportune lavorazioni al terreno, in genere questa avviene dalla fine di ottobre fino alla metà di novembre e sempre prima dell’inizio delle gelate. Le semine primaverili possono iniziare dal mese di febbraio salvo gelate tardive. Bisogna in ogni caso regolarsi a seconda delle temperature stagionali e tenere presente che quando le piantine avranno un altezza di circa 15 cm quindi mediamente intorno ai 30-40 giorni cominceranno ad avere una resistenza al gelo maggiore.
Le fave vengono coltivate principalmente tramite seme che spesso negli orti familiari è possibile conservare per rinnovare la coltura, il seme tenuto al buio in un ambiente asciutto e a temperatura costante può conservare la sua capacità germinativa al massimo per 3-4 anni.
La piantumazione della fava si effettua rispettando le distanze di 15-20cm tra le piante e 30-50cm tra le file. Una coltura fitta in genere non ha nessuna contro indicazione anche se è probabile che prima dello sviluppo delle piante si debba ricorrere a diversi interventi di sarchiatura per eliminare le erbe infestanti, e in questo caso una maggiore distanza potrebbe venir utile.
In genere si effettuano delle postarelle profonde 5-7cm in cui vengono collocati dai 3 ai 5 semi, si ricopre poi con della terra appianando la superficie.
Piantare le fave in un periodo in cui non ci siano precipitazioni e con tempo bello, il sole infatti riscalderà il terreno prima della semina fornendo poi il calore necessario per la germinazione dei semi. Per favorire la germinazione è possibile tenere in ammollo la sementa per circa 12-15 ore prima della semina, in questo modo si attiveranno i processi biologici all’interno dei semi, questa procedura potrà anche permettere l’utilizzo di meno semi per buca.
Coltivare le fave nei mesi di febbraio e marzo soltanto in quei luoghi dove non sono presenti basse temperature (sotto lo 0) e in generale in quei giorni dove c’è un temperatura più alta della media. Dopo la semina le piantine germoglieranno in circa 10 giorni, nelle settimane successive si dovrà controllare lo sviluppo delle infestanti tramite interventi di sarchiatura.
Gli interventi di cimatura non sono essenziali, anche se usati come trucco per aumentare la produzione di baccelli possono però essere veicolo di malattie e di marciumi alle piante.
La disponibilità di acqua è un aspetto importante per la produzione di un raccolto di qualità e quantità, scarsa disponibilità di acqua infatti fa diminuire la produzione, è opportuno quindi selezionare per bene il terreno di destinazione.
Come si raccoglie
La raccolta delle fave può essere fatta a scalare dopo la formazione dei primi baccelli. Per il consumo fresco vengono prelevati ad una certa età quando sono ancora immaturi e possono essere consumati senza problemi. Se si ha intenzione di conservarle secche per la futura lavorazione è possibile lasciare che le piante continuino la loro maturazione in campo e che i baccelli comincino a seccare, si raccolgono così verso il mese di giugno e luglio.
Le piante e i baccelli così raccolti vengono stesi su teloni e lasciati asciugare ulteriormente, vengono poi separati battendo i baccelli. I semi secchi di fava vengono conservati dopo essere stati ripuliti da impurità
Come si conserva
Se non si desidera consumarle fresche le fave possono essere consumate in due modi: secche o congelate.
Il congelamento prevede che i semi vengano riposti quando sono ancora freschi nelle classiche buste da freezer.
La conservazione secca si effettua collocando i semi completamente disidratati in un contenitore di vetro, è possibile a tal fine utilizzare anche barattoli di vetro, vengono poi tenuti in un ambiente protetto, asciutto e a temperatura costante.
Le concimazioni
Le concimazioni per la pianta di fava non sono indispensabili, la pianta riesce a svilupparsi anche in terreni poveri di sostanza organica e a trarre dei nutrienti in particolare l’azoto grazie all’azione di batteri nel terreno.
Tuttavia nel caso si avesse bisogno di una concimazione in previsione di un ulteriore coltura dopo quella delle fave è opportuno utilizzare del letame ben maturo da incorporare con la prima lavorazione del terreno. I quantitativi sono circa 2-3 Kg per metro quadro di coltivazione, questa quantità però varia in relazione al tipo di coltura che si intende far succedere alle fave. Per una concimazione mirata si può apportare della cenere di legna alla prima lavorazione del terreno circa, 0,5 – 0,8 Kg per metro quadro di coltivazione.