Coltivare un orto Biologico

Il termine biologico è ormai sulla bocca di tutti, tutti cercano prodotti “bio” e c’è sempre più richiesta sul mercato. Il biologico però non è una nuova invenzione, in realtà può essere visto come un ritorno alle origini dell’agricoltura quando non c’erano aiuti chimici e per avere un buon raccolto bisognava attuare solo e soltanto metodi naturali.

La coltivazione di un orto biologico al giorno d’oggi è avvantaggiata dalla diffusione delle informazioni, ad esempio oggi è possibile conoscere in dettaglio il comportamento di un insetto parassita avendo un gran vantaggio su di esso, potendo così limitare l’uso di tutte quelle tecniche poco compatibili con l’equilibrio naturale di piante e microfauna. L’orto biologico però è qualcosa di più, coltivarlo significa mettere in atto soluzioni e pratiche che alterano poco o nulla lo stato naturale delle cose. In questa guida vogliamo illustrare le pratiche più diffuse nella coltivazione di un orto biologico e come fare per rendere il proprio spazio verde davvero “bio”.

Cosa significa orto biologico?

Abbiamo dato già una definizione di orto biologico ma non abbiamo detto cosa fare veramente affinché la coltivazione sia davvero biologica e diversa dalla classica agricoltura industriale.

Innanzitutto è bene fin da subito dire che l’utilizzo di prodotti chimici in agricoltura biologica non è tollerato, la difesa alle malattie quindi dovrà essere fatta soltanto con metodi naturali al più grazie al prezioso aiuto degli insetti entomofagi di cui abbiamo dedicato un intera sezione del sito.
Riassumiamo i punti principali affinché un orto possa essere definito biologico:

  • Esclusione dei prodotti chimici per la lotta ai parassiti.
  • Utilizzo di concimazioni derivate unicamente da letami animali e compost di origine organica. Sono quindi da escludere tutti i concimi chimici, sono ammessi soltanto cenere di legna e prodotti di origine animale come farina d’ossa, litotamnio, ecc…
  • Semina di varietà e specie orticole di origine naturale, sono da evitare quindi tutte le ibridazioni e le specie modificate dall’uomo (OGM). Vengono impiegate sempre nei limiti possibili quelle specie vegetali locali e più adattabili al territorio.
  • Attuazione delle più diffuse pratiche biologiche come: rotazione delle colture, consociazione, sovescio.
  • Limitare al minimo gli interventi di lavorazione del terreno, alcune pratiche come la vangatura non sono ben viste da molti poiché l’azione di rivoltare gli strati del terreno è innaturale ed è considerato un intervento che altera in modo negativo l’equilibrio della microfauna.

La rotazione delle colture e le consociazioni

Una pratica cardine dell’agricoltura biologica è la rotazione delle colture. La monocoltura ovvero quella pratica che prevede la coltivazione di una singola specie vegetale è da escludere poiché considerata causa di impoverimento del terreno, di diffusione di patologie, di parassiti e del moltiplicarsi di molte specie infestanti.

È invece da preferire la consociazione tra molte tipologie di ortaggi che oltre ad assicurare un raccolto vario può tenere lontani parassiti e malattie insidiose grazie all’azione benefica di alcune specie verso altre.

La rotazione delle colture permette inoltre di scongiurare il pericolo di pericolose infestazioni da parte di parassiti svernanti (quei parassiti che passano l’inverno in uno stato di riposo per riprendere la loro azione dannosa in primavera) e di ristabilire un certo equilibrio nella composizione del terreno.

L’avvicendamento

Si tratta di una pratica impiegata per lo più in agricoltura biologica. Nasce dal fatto che ogni ortaggio dopo la coltivazione “prende” e “dà” una certa quantità di nutrienti al terreno, per questo motivo l’avvicendamento è praticato secondo uno schema ben preciso che prevede l’alternanza delle colture in modo da mantenere l’equilibrio dei nutrienti del terreno.

Per fare un esempio, il fagiolo è ben noto per la sua capacità di fissare l’azoto atmosferico, arricchisce il terreno dopo il suo ciclo vitale e può quindi precedere una coltura come quella dei pomodori che necessita di un terreno abbastanza ricco di nutrienti. Una pratica simile è il sovescio che però si avvicina più ad un metodo di fertilizzazione vero e proprio.

Il sovescio

È una pratica molto comune anche nell’agricoltura industriale, può portare diversi vantaggi al terreno tra cui un elevata somministrazione di nutrienti al pari di molte concimazioni di letame animale. Tra i vantaggi c’è anche quello di evitare l’uso di concimi animali che a volte possono essere difficili da reperire se non ci si trova vicino ad allevamenti animali.
Di questa pratica ne abbiamo parlato approfonditamente in questo articolo dove vengono illustrati anche le metodiche per metterla in atto.

Le concimazioni

Altri metodi di concimazione come già accennato prevedono l’utilizzo di sostanze di origine naturale come:

  • Polvere di roccia, ricchissima di microelementi essenziali, a seconda del tipo di roccia di derivazione può contenere vari livelli di microelementi.
  • Scorie Thomas molto utili per la somministrazione di fosforo, sono un prodotto di scarto di lavorazioni industriali.
  • Cenere di legna, a seconda del tipo di legna bruciata possono variare i livelli di elementi presenti.

Ci sono poi tutti i letami di origine animale, letame di cavalli, maiali, pollame, e alcuni guani (deiezioni di uccelli) particolarmente ricercati per la loro composizione chimica. Esistono delle normative europee per l’impiego di questi letami, esse prevedono il rispetto di alcune regole per quanto riguarda la nutrizione e lo stato di mantenimento degli animali. Tuttavia queste norme riguardano soltanto le aziende che producono e vendono prodotti con dichiarazione di conformità biologica.

La semina

La semina non varia molto da quella classica, piuttosto la sementa in se deve presentare particolari caratteristiche. In un orto biologico si utilizzano per lo più sementi auto-prodotte, si lasciano alcuni frutti sulle piante in attesa della loro completa maturazione, dopodiché si raccolgono i semi e si lasciano essiccare. Verranno così utilizzati per la generazione delle successive colture.

L’influenza della luna

Ben nota è l’influenza della luna sui vegetali, per quanto riguarda il rispetto del calendario lunare per le operazioni di lavorazione del terreno, semina e raccolto degli ortaggi, non è necessario seguire particolari accorgimenti, questo è un aspetto secondario che non influisce granché nella coltivazione biologica, anzi da molti non viene nemmeno considerato.

La scelta degli ortaggi

Gli ortaggi che è possibile coltivare in agricoltura biologica comprendono tutte le specie autoctone e quelle che meglio si adattano al clima di coltivazione. Si possono introdurre anche cultivar particolari come piante non originarie del territorio, purché ben resistenti ai possibili parassiti.

In genere vengono scelte sempre le varietà originarie della zona, quelle di origini antiche e da sempre coltivate. Sono specie che nel tempo si sono adattate al clima e resistono molto bene agli attacchi da parti di insetti.

La prevenzione e la lotta ai parassiti

In ultima analisi c’è la lotta ai parassiti. Abbiamo già detto che viene effettuata senza l’utilizzo di prodotti chimici, vengono impiegati metodi preventivi e rimedi biologici, tra questi forse il più importante ed efficace è l’impiego di insetti entomofagi.

I metodi di prevenzione prevedono come descritto prima per gli ortaggi da impiegare, la scelta di specie resistenti ai più comuni parassiti, virus e malattie crittogamiche.

I rimedi con prodotti naturali prevedono la realizzazione di macerati di piante repellenti, spruzzati sulle colture possono tenere lontani molti parassiti. Ricordiamo anche la consociazione che può avere un effetto limitante su parassiti che attaccano alcune specie orticole.

Infine c’è la rimozione manuale dei parassiti, attuabile su piccoli orti familiari e su colture non troppo estese. La rimozione delle larve può rivelarsi utile su colture come patate e cavoli, se fatta tempestivamente insieme alla distruzione delle uova può avere ottimi risultati.

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