Descrizione
Il Cocos nucifera chiamato comunemente con il nome di Cocco o anche palma da cocco è una pianta appartenente alla famiglia delle Palmae. La specie è originaria delle isole del pacifico e più in generale dell’intera area del Pacifico occidentale. Si tratta di una pianta a portamento arboreo che viene impiegata per la produzione delle famose noci di cocco.
Il genere di cui fa parte ovvero Cocos comprende la sola specie C. nucifera. La famiglia invece, quella delle Palmae chiamata anche Arecaceae raggruppa più di 2400 specie di piante con un areale molto vasto e vario.
In natura la pianta si accresce di molto raggiungendo anche i 30 metri di altezza, cosa che però difficilmente avviene in posti dove il clima è più freddo e umido. L’estensione della chioma può arrivare anche a 12 metri. Il tronco è molto robusto e slanciato, molto spesso è curvo o inclinato. Alla base presenta un aspetto conico e rigonfio, nelle piante coltivate in vaso invece è breve e poco sviluppato. La superficie è liscia e di un caratteristico colore grigio. Le piante di cocco in vaso raggiungono mediamente i 2-3 metri di altezza e spesso viene a mancare anche la produzione di frutti.
Le foglie sono grandi, pennate e di colore verde chiaro, molto ornamentali hanno una lunghezza che va da 4 a 6 metri. Le foglioline invece sono di forma lineare e lunghe da 4 a 6cm.
I fiori sono a forma di coppa di piccole dimensioni e molto profumati, vengono prodotti durante tutto il corso dell’anno. Hanno un colore che va dal bianco crema al giallo chiaro.
I frutti che in termini botanici vengono definite drupe, sono interessanti dal punto di vista alimentare. Sono delle noci semi-legnose di grandi dimensioni, in media raggiungono circa i 20-30 cm e hanno un peso medio che varia da 1 a 2 Kg. Sono racchiusi in un involucro esterno di colore verde chiaro che può variare anche in colorazioni come il giallo è l’arancione chiaro, questo involucro ricopre totalmente la noce. Le noci sono ricoperte da una folta peluria stopposa di colore marrone, la superficie sottostante è molto dura e robusta.
All’interno la noce possiede un incavo di dimensioni notevoli contenente un succo commestibile e molto dissetante. La parte interna della noce è di colore bianco e viene consumata prevalentemente fresca. Molto diffuse sono le lavorazioni industriali come la polvere o farina di cocco usata in pasticceria per la realizzazione di dolci.
La pianta di cocco coltivata in climi temperati, come accennato non riesce a sviluppare un altezza notevole e per questo motivo può essere coltivata tranquillamente in vaso. Il suo tronco e in particolare le sue foglie sono molto ornamentali il che ne fanno una buona scelta per la coltivazione in giardino perlomeno in quei posti dove l’inverno è mite.
Il genere comprende una solo specie che è quella descritta in questa scheda. Tuttavia sono riconosciute anche molte varietà, all’incirca 80 che si differenziano in due gruppi principali divisi a seconda dell’altezza finale della pianta.
Periodo di impianto, mesi dell’anno
La semina del cocco si pratica nel periodo primaverile, a seconda della zona di coltivazione si può iniziare da fine marzo fino al periodo di metà giugno.
Esigenze colturali
La pianta di cocco necessita di un esposizione in pieno sole, tuttavia le piante coltivate in vaso possono ricevere anche un esposizione semi-ombreggiata. La pianta di cocos nucifera necessita di un ambiente ben areato, quindi se coltivata in appartamento è necessario assicurarle una buona ventilazione. Non devono però esserci sbalzi di temperatura che andrebbero a generare uno stress non indifferente alla pianta che, è bene ricordarlo, ha origini tropicali. Se coltivata all’esterno in vaso durante il periodo estivo, dal mese di maggio fino ad agosto è bene spostarla in una zona semi-ombreggiata.
Per permettere una crescita ottimale del cocco è bene tenere le temperature minime sempre intorno ai 15 gradi soprattutto nel periodo invernale. Temperature molto basse possono essere dannose alla pianta, 20 gradi sono un valore ideale da prendere come riferimento.
Per quanto riguarda la necessita di terreno la pianta di Cocco richiede substrati sciolti e ben drenati. Sono particolarmente indicati i terreni ricchi di sostanza humifera, per questo motivo se la coltivazione avviene in vaso è bene apportare di tanto in tanto delle pacciamature con dell’humus. Sono da evitare assolutamente i terreni calcarei che potrebbero ostacolare la crescita della pianta.
Un buon substrato per la coltivazione del cocco può essere composto da: due parti di sabbia, una parte di torba, una parte di terriccio generico, una parte di humus e una parte di lapillo lavico o pietrisco fine. Questo impasto permetterà un buon drenaggio dell’acqua e uno sviluppo ottimale dell’apparato radicale.
Tecnica di impianto
La riproduzione del cocco viene effettuata principalmente tramite seme. La noce di cocco viene messa a germogliare ad una temperatura costante che può variare dai 27 ai 30 gradi.
La germinazione della pianta avviene lentamente e richiede un tempo che va da 2 a 3 mesi. Per avere una riuscita quasi sicura vengono impiegati dei germinatori mantenuti a temperatura costante. Il substrato deve essere tenuto costantemente umido e deve essere formato prevalentemente da torba.
Tuttavia le noci in commercio non sono adatte per la semina. È possibile però trovare nei vivai e nei garden center specializzati le piante con differenti età di crescita che possono essere messe direttamente a dimora.
Accorgimenti colturali
La pianta di Cocos nucifera necessita annualmente a seconda della velocità di crescita di un rinvaso nel periodo primaverile. Utilizzare un contenitore di 3-4cm più largo e fornire una piccola quantità di concime umifero per aumentare ulteriormente la fertilità del terreno.
Irrigazione
Le innaffiature del cocco devono essere costanti e controllate. Durante il periodo primaverile dovranno essere aumentate via via fino a raggiungere una frequenza molto elevata in estate per via delle alte temperature. Le piante in vaso dovranno ricevere cure maggiori in fatto di annaffiature. Per regolarsi bene ed evitare eccessi idrici si può intervallare le innaffiature ogni volta che il terriccio in superficie risulta secco.
Non lasciare mai che il substrato si asciughi completamente. Per evitare l’eccessiva traspirazione in estate si può far ricorso a una pacciamatura superficiale sull’area delle radici. Sempre nel periodo estivo per soddisfare ulteriormente il bisogno idrico della pianta è possibile praticare delle aspersioni fogliari. A tal fine è possibile impiegare un nebulizzatore. L’acqua da utilizzare sia per le innaffiature che per le nebulizzazioni deve essere possibilmente piovana per evitare una somministrazione eccessiva di sali minerali.
Nel periodo invernale le innaffiature dovranno essere molto ridotte in frequenza e in quantità. Progressivamente dal periodo autunnale andranno ridotte fino a 1-2 innaffiature leggere settimanali.
Concimazione
La pianta di cocco anche se non allevata per la produzione dei frutti, cosa molto improbabile nel territorio Italiano potrà trarre giovamento dalle concimazioni. Durante il periodo primaverile e fino all’autunno inoltrato, si potranno somministrare a intervalli regolari di 15 o 20 giorni delle fertirrigazioni utilizzando dei concimi liquidi generici per piante verdi.
Potatura:
Il cocco non necessita di particolari interventi in fatto di potatura. La pianta produce solamente fogliame dal fusto principale e questa sua particolarità richiede soltanto la rimozione periodica delle foglie secche o eventualmente di quelle malate.
Raccolta
La raccolta dei frutti si effettua quando le noci hanno raggiunto le dimensioni massime. In genere quando la maturazione è giunta a termine si assiste ad una cascola naturale delle noci.
Malattie, parassiti e avversità
La pianta di cocco non viene colpita in modo significativo da parassiti animali.
La coltivazione in serra però permette una rapida diffusione dei cocciniglie, in particolare della cocciniglia cotonosa. Anche il ragnetto rosso può essere un nemico da non sottovalutare per la pianta da cocco.
Tuttavia questi parassiti non riescono mai a provocare danni seri alle piante. In vivaio e in serra vengono però eliminati preventivamente per arginare la diffusione su altre tipologie di colture.